Joe biden diagnostica un cancro alla prostata aggressivo con metastasi ossee a 82 anni
Joe Biden ha ricevuto una diagnosi di cancro alla prostata aggressivo con metastasi ossee. La terapia ormonale offre opportunità di trattamento, mentre la sua salute suscita preoccupazione e attenzione pubblica.

L’ex presidente Joe Biden ha annunciato di essere affetto da un cancro alla prostata aggressivo con metastasi ossee, trattato con terapie ormonali e chemioterapia, mantenendo riservatezza e fiducia nella ricerca. - Unita.tv
L’ex presidente degli Stati Uniti joe biden ha reso nota la diagnosi di un cancro alla prostata aggressivo, associato a metastasi ossee. L’annuncio è arrivato dall’ufficio personale dell’ex leader americano, che ha chiarito come la malattia risponda alla terapia ormonale, offrendo così un’opportunità di trattamento mirato. Questa notizia ha sollevato attenzione sulla sua salute, soprattutto dopo il ritiro dalla politica attiva all’inizio del 2025.
Le reazioni politiche di joe biden e la situazione familiare
Dopo la diffusione della notizia, diverse figure politiche hanno espresso vicinanza a joe biden. Donald Trump ha pubblicato su Truth un messaggio di pronta guarigione, mentre kamala harris lo ha definito “un combattente”. Barack Obama ha richiamato la storica partecipazione di biden a progetti per la ricerca oncologica. La notizia ha acceso di nuovo l’attenzione sulla salute dell’ex presidente, già oggetto di dibattito durante le elezioni del 2024, quando biden rinunciò a candidarsi dopo un confronto pubblico con alcune criticità evidenti.
La famiglia di biden è coinvolta nella scelta del percorso terapeutico, insieme ai medici specialisti. L’ex presidente ha sempre mantenuto uno stretto riserbo sulla propria salute, limitando le uscite pubbliche. L’annuncio arriva in un momento emotivamente delicato, considerando che biden aveva perso il figlio beau nel 2015 a causa di un tumore cerebrale, un dolore che ancora si riflette nel suo impegno contro il cancro.
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La diagnosi di joe biden e il contesto medico della malattia
Gli accertamenti che hanno portato alla diagnosi sono stati avviati la scorsa settimana, quando biden ha lamentato sintomi urinari persistenti. Le analisi successive hanno individuato un nodulo nella prostata: il tumore è stato classificato con un punteggio gleason di 9 su 10, un segnale di aggressività elevata associato al gruppo di rischio massimo grade group 5. La presenza di metastasi ossee è stata confermata tramite esami radiologici.
Un quadro clinico di questo tipo impone un intervento rapido e specifico. Il tumore alla prostata classificato come gleason 9 è conosciuto per una progressione spesso veloce, che necessita di un controllo stretto. La valutazione include l’uso di terapie ormonali, capaci di rallentare la crescita delle cellule tumorali, e farmaci chemioterapici di ultima generazione che mirano a contenere le metastasi.
Prospettive e gestione della malattia nell’ex presidente
I medici coinvolti nella cura di joe biden hanno spiegato che la gestione del cancro alla prostata con metastasi è possibile con regolari trattamenti. Il professor benjamin davies, endocrinologo dell’Università di pittsburgh, ha affermato che la malattia è cronica ma gestibile, specie grazie alle nuove terapie ormonali e chemioterapiche. Questi farmaci contribuiscono a rallentare il decorso e a migliorare la qualità di vita.
Un altro esperto, william dahut dell’American Cancer Society, ha sottolineato che molti pazienti convivono con questo tipo di tumore per periodi lunghi mantenendo un buon livello di benessere generale. Biden ha ripreso nel 2022 l’iniziativa cancer moonshot, un programma nato per dimezzare i decessi oncologici entro il 2047, un traguardo a cui si dedica da tempo.
Attualmente l’ex presidente sceglie la massima riservatezza, mostrando un profilo pubblico ridotto. In un’intervista rilasciata a maggio 2025, ha evidenziato la fiducia nella ricerca scientifica e il proprio impegno per sconfiggere il cancro, dichiarando di conoscere il valore dello sforzo contro questa malattia. Gli specialisti continuano a bilanciare attentamente l’efficacia del trattamento con la tolleranza di biden agli effetti collaterali, un compito complicato dall’età avanzata e dall’importanza di mantenere la qualità della vita.
Il cancro alla prostata negli uomini e la complessità del trattamento
Il tumore alla prostata rappresenta la seconda causa di morte oncologica maschile negli Stati Uniti dopo il melanoma. Secondo i dati dei CDC, un uomo su otto viene diagnosticato con questa neoplasia durante la vita, con l’avanzare dell’età che resta il fattore di rischio principale. L’aggressività del tumore varia, ma un punteggio gleason alto come quello di biden indica cellule altamente anomale che tendono a diffondersi rapidamente.
La terapia ormonale mira a ridurre gli ormoni maschili, che stimolano la crescita del tumore. In presenza di metastasi ossee, il trattamento si complica ed è necessario combinare farmaci chemioterapici avanzati. Gli specialisti sottolineano che, anche se ormai non si parla più di guarigione definitiva nelle fasi con metastasi, la malattia può essere tenuta sotto controllo per anni.