L’attenzione pubblica si è concentrata su una gita organizzata per alcuni bambini di un asilo di Ponte della Priula, in provincia di Treviso, che ha portato i piccoli in una moschea locale. La visita ha suscitato polemiche e ha spinto il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara a ordinare indagini e controlli in merito. L’obiettivo è verificare come si siano svolte le attività e se siano state rispettate le normative scolastiche. Questo fatto riflette un dibattito più ampio sul confine tra educazione culturale e possibili forme di condizionamento nei contesti scolastici, soprattutto quando si tratta di minori.
La gita in moschea e l’intervento del ministro dell’istruzione
A Ponte della Priula, l’asilo paritario cattolico ha promosso una visita presso una moschea del territorio. L’iniziativa, secondo la direttrice della scuola, mirava a far conoscere ai bambini culture diverse, favorendo l’apertura e il dialogo interreligioso. Durante la visita, però, i bambini hanno assistito a un sermone tenuto dall’imam, che ha un legame di parentela con uno dei piccoli, e sono stati coinvolti in una preghiera islamica. Questa circostanza ha acceso discussioni sull’opportunità di far partecipare minori a momenti di culto attivo, soprattutto in un contesto scolastico.
Il ministro Giuseppe Valditara ha annunciato che saranno avviate ispezioni per approfondire che cosa è accaduto durante la gita. Valditara ha anche ribadito la sua posizione riguardo alle lezioni sull’identità sessuale, sottolineando che dovranno essere autorizzate dai genitori e ha messo in guardia da quello che definisce “rischio di deriva ideologica” all’interno delle scuole, specie quando si parla di minori ancora in formazione.
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Accuse di indottrinamento e reazioni dalle comunità religiose
Il caso si è rapidamente trasformato in un tema di dibattito sulle differenze tra una semplice visita culturale in un luogo di culto e la partecipazione diretta a momenti di preghiera o attività di tipo religioso. Più persone hanno sollevato dubbi sulla possibilità che bambini molto piccoli, privi di piena consapevolezza, possano essere soggetti a forme di indottrinamento.
Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha pronunciato un commento importante sul caso. Ha ricordato che durante le uscite scolastiche che coinvolgono luoghi sacri, come i musei e la sinagoga di Roma, i bambini non vengono mai chiamati a partecipare attivamente alle cerimonie di preghiera. L’intervento di Di Segni richiama una prassi consolidata che si basa sulla distinzione tra conoscenza culturale e coinvolgimento religioso diretto, proprio per evitare che si creino tensioni di natura ideologica nella formazione dei minori.
L’avvio delle verifiche da parte dell’ufficio scolastico regionale veneto
Il ministero dell’istruzione ha incaricato l’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto, che ha sede a Venezia, di svolgere una serie di verifiche precise sul caso. A guidare questo ufficio è Marco Bussetti, ex ministro dell’istruzione del governo Conte I. L’attenzione è rivolta a capire se siano state rispettate le indicazioni ministeriali, in particolare quelle legate alle scuole paritarie e al rispetto della libertà di coscienza.
L’asilo coinvolto è una scuola paritaria cattolica. Ciò rende la questione più complessa, poiché in linea teorica questi istituti devono mantenere l’equilibrio tra la propria identità religiosa e l’obbligo di garantire un’educazione rispettosa della pluralità. I controlli mirano a verificare se per caso la procedura della gita sia andata oltre i limiti fissati e se ci siano state violazioni in merito alla normativa sulla parità scolastica.
Primo riscontro e raccolta dati
L’ufficio scolastico regionale ha confermato di avere ricevuto l’incarico formale, e sta raccogliendo elementi utili a fare chiarezza sul senso e sulle modalità della visita. Il prossimo passo sarà la redazione di un rapporto con le risultanze delle indagini che saranno trasmesse al ministero.
Dichiarazioni scuole e posizioni politiche dopo l’evento
La scuola interessata ha chiarito che durante la gita si è cercato di spiegare ai bambini cos’è l’Islam, mettendo in evidenza differenze e somiglianze tra l’imam, figura religiosa islamica, e il prete cattolico, per facilitare la comprensione. Secondo la direzione, il coinvolgimento nella preghiera è stato naturale per i bambini, che hanno semplicemente imitato un gesto osservato.
Sul fronte politico, il dibattito si è acceso anche all’interno del Partito Democratico, che ha espresso esigenze di maggiore laicità nelle iniziative educative legate alla scuola. Alcuni esponenti invocano regole più chiare per delimitare il ruolo delle religioni nelle gite e attività scolastiche.
Nel frattempo, il ministro Valditara ha rilanciato la sua attenzione sulle questioni legate al rispetto degli insegnanti e alla qualità dell’educazione scolastica, con interventi sul tema dell’arresto per chi maltratta i docenti e sul ruolo dei compiti a casa. Questi elementi fanno parte di un coro di misure tese a riaffermare l’ordine e la correttezza nel sistema scolastico, un contesto nel quale la vicenda dell’asilo di Ponte della Priula va inserita per capire come affrontare momenti delicati come l’incontro tra culture diverse in ambito educativo.