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Indagini chiuse sulla madonna di trevignano, attesa per la perizia del genetista emiliano giardina

Le indagini sulla statua della Madonna di Trevignano si concludono senza proroghe, mentre la perizia del genetista Emiliano Giardina e le questioni legali su Gisella Cardia rimangono al centro dell’attenzione.

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Si chiudono le indagini sulla statua della Madonna di Trevignano, con focus sulla perizia genetica che coinvolge la veggente Gisella Cardia; la vicenda tra questioni giudiziarie, scientifiche e urbanistiche prosegue in tribunale. - Unita.tv

Le indagini riguardanti la statua della Madonna di Trevignano si sono concluse senza proroghe, dopo che il gip ha respinto la richiesta di ulteriori accertamenti avanzata dalla procura di Civitavecchia. L’attenzione si sposta ora sulla perizia del genetista forense Emiliano Giardina, noto per aver lavorato su casi come quello di Yara Gambirasio. Il contenuto della relazione sarà discusso nella prossima udienza fissata al tribunale di Civitavecchia il 17 giugno.

Il rigetto della proroga e la conclusione delle indagini

Il giudice per le indagini preliminari ha deciso di non concedere altre settimane agli inquirenti per approfondire la vicenda legata alla statuetta della Madonna di Trevignano. La procura di Civitavecchia aveva chiesto più tempo per un’analisi più approfondita del sangue trovato sulla statua, ma la richiesta è stata respinta. Di conseguenza, il fascicolo è fermo e si aspetta la perizia scientifica che dovrebbe chiarire la natura delle tracce di cui si parla da mesi.

Le indagini avevano l’obiettivo di stabilire se quella sostanza rossa fosse sangue umano, animale o pittura, e se potesse avere origine soprannaturale come sostenuto da alcuni seguaci. Gli accertamenti svolti finora hanno escluso l’ipotesi della vernice rossa e del sangue animale. Alla luce di questi elementi, la conclusione investigativa esclude che il sangue abbia caratteristiche fuori dal comune o attribuibili a eventi miracolosi.

Le analisi del dna e la controversia sul sangue della veggente

Il sangue scoperto sulla statuetta è stato sottoposto a diversi test per capire a chi appartenesse. I risultati indicano che il dna identificato sulla superficie coincide con quello di Gisella Cardia, la donna che si presenta come veggente al centro della vicenda religiosa. Ma non si è fermati a questo: dagli esami emerge la presenza anche di un secondo dna femminile.

Questo dato apre nuovi interrogativi, perché non c’è un’unica fonte ematica, ma un mix di tracce genetiche. Secondo la difesa di Gisella Cardia, è complicato isolare con certezza il dna legato al sangue, così come distinguerlo da eventuali tracce di saliva o contatto. L’avvocato Solange Marchignoli ha spiegato che “questo rende difficile attribuire con precisione le origini biologiche di queste tracce e, soprattutto, la loro rilevanza penale.”

Le difese di gisella cardia e le prove a sostegno

La legale di Gisella Cardia ha spiegato che la presenza del dna della sua assistita è conseguenza del frequente contatto con la statuetta, che la veggente baciava durante i raduni religiosi. La presenza di un altro dna femminile invece potrebbe appartenere a chi ha maneggiato o conservato la Madonna di Trevignano.

Un punto fondamentale sollevato dalla difesa riguarda la certezza sull’identità di questo secondo dna, sottolineando come non sia semplice escludere che possa appartenere anche alla stessa statuetta, o a persone legate a quella figura religiosa. L’avvocato ha ironizzato sul fatto che “conoscere il dna della Madonna sarebbe una sfida.”

Sempre secondo la legale, il procedimento penale contro Cardia appare difficile da sostenere. L’assenza di una richiesta formale di rinvio a giudizio da parte della procura segnala una debolezza probatoria. Cardia mantiene una posizione di serenità, sostenuta da una valutazione prudente delle carte, che al momento non supportano un’accusa solida.

Le contestazioni economiche e la posizione sulla donazione ricevuta

Un altro nodo è rappresentato dalla querela di Luigi Avella, accusatore che ha donato a Gisella Cardia oltre 123 mila euro di denaro. L’avvocato della veggente si è soffermato sul fatto che quella somma è stata consegnata come donazione, firmata davanti a un notaio e quindi formalmente ineccepibile.

Questa circostanza complica il quadro giudiziario, perché rende difficile sostenere un’accusa di truffa. La procura, secondo la difesa, resta vincolata da prove non convincenti e potrebbe dover decidere se archiviare o procedere sulla base dei dati già raccolti. La vicenda economica resta un capitolo delicato dentro l’inchiesta.

La situazione della collina dei miracoli e gli effetti sul territorio

Il Comune di Trevignano sta affrontando la gestione del terreno noto come “collina dei miracoli”. Questo luogo, dove Gisella Cardia e i suoi seguaci organizzavano raduni, è al centro di questioni urbanistiche. Il Tar ha confermato che l’associazione legata alla veggente non ha rispettato le norme del piano regolatore in vigore nella zona e quindi ha disposto lo smantellamento delle strutture presenti.

Per il Comune il terreno è tornato di proprietà pubblica, con possibilità di gestirlo secondo decisioni future. Il retaggio legato agli eventi organizzati sul posto e la continua presenza di pellegrini rendono comunque difficile una destinazione immediata. I cittadini e le autorità locali mostrano attenzione a come gestire uno spazio che ha acquisito significati diversi dalla normativa vigente.

Il dibattito intorno alla Madonna di Trevignano resta acceso, mentre lo sviluppo della vicenda giudiziaria è atteso con attenzione. L’udienza del 17 giugno al tribunale di Civitavecchia sarà un tassello importante per chiarire alcune delle questioni emerse.