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Ilona Staller chiede 10 milioni di risarcimento per la riduzione del vitalizio da ex parlamentare

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Ilona Staller, conosciuta come Cicciolina, torna a far parlare di sé per la battaglia legale sul taglio del vitalizio. Eletta tra gli anni ’80 e ’90 con il Partito Radicale, oggi si trova a dover affrontare le conseguenze della rimodulazione degli assegni decisa nel 2018. La sua richiesta di risarcimento è una delle più alte tra circa novecento ex deputati coinvolti nella stessa vicenda.

Il taglio dei vitalizi e l’impatto su ex parlamentari come ilona staller

Nel 2018 una delibera ha modificato i criteri per l’erogazione dei vitalizi agli ex parlamentari, portando a una riduzione significativa degli importi percepiti. Questa decisione ha colpito molti ex deputati che avevano basato parte della loro stabilità economica su questi assegni mensili. Tra loro c’è anche Ilona Staller, che dopo aver lasciato la politica ha continuato a ricevere un vitalizio ormai ridimensionato.

La rimodulazione è stata giustificata dalla necessità di contenere spese pubbliche ma ha avuto ripercussioni pesanti sulle finanze personali di chi contava su quei fondi. Nel caso specifico della Staller, la diminuzione dell’assegno ha causato difficoltà economiche tali da spingerla a chiedere un mutuo bancario per far fronte alle spese quotidiane.

Questo scenario non riguarda solo lei: sono quasi mille gli ex deputati in attesa di un pronunciamento definitivo sulla questione dei vitalizi e molti hanno intrapreso azioni legali simili o analoghe richieste risarcitorie.

Dettagli sulla richiesta legale presentata da ilona staller

Il procedimento avviato dalla Staller mira ad ottenere un risarcimento pari a dieci milioni di euro per danni patrimoniali subiti dopo il taglio del suo assegno mensile. Secondo quanto riferito dal suo avvocato Luca Di Carlo, la richiesta si basa sul presupposto che l’intervento abbia violato “la tutela dell’affidamento”, cioè quel principio giuridico secondo cui i diritti acquisiti non possono essere modificati unilateralmente senza conseguenze.

La cifra avanzata rappresenta quindi non solo un tentativo di recuperare le somme perse ma anche una forma di compensazione per quello che viene considerato un danno economico grave e ingiusto. L’avvocato sottolinea inoltre che in caso di accoglimento della domanda l’importo non sarebbe destinato alla stessa Staller ma devoluto ad attività benefiche rivolte agli ospedali.

Questa scelta evidenzia come dietro alla controversia ci sia anche una volontà dichiarata dall’ex parlamentare e dal suo legale quella evitare speculazioni personali sull’assegno pubblico tagliato.

Il percorso politico ed economico dell’ex pornostar diventata deputata

Ilona Staller è stata eletta al parlamento italiano nel 1987 con il Partito Radicale e vi ha svolto attività fino al 1992. Durante quegli anni si era già distinta come figura fuori dagli schemi grazie alla sua carriera precedente nel mondo dello spettacolo adulto ma anche grazie alle sue posizioni politiche controverse e anticonformiste.

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Dopo aver lasciato l’attività politica attiva, si è affidata al vitalizio previsto dalle norme allora vigenti come sostegno economico post mandato parlamentare. Quel contributo rappresentava buona parte delle sue entrate fisse fino alla revisione introdotta nel 2018 che ne ha drasticamente ridotto l’importo mensile arrivando intorno ai mille euro.

In diverse occasioni aveva espresso pubblicamente le difficoltà derivanti dalla nuova situazione finanziaria sostenendo apertamente “non riesco più a vivere dignitosamente” con quella somma ogni mese; parole riportate dai principali quotidiani nazionali durante lo scorso anno quando iniziò ad emergere questa problematica più ampia riguardante gli ex politici italiani coinvolti nei cambiamenti normativi sui vitalizi.

Altre voci tra gli ex deputati in attesa del verdetto definitivo

Non solo Ilona Staller sta cercando giustizia attraverso vie legali rispetto ai cambiamenti imposti sui vitailzi pensionistici: sono circa novecento infatti coloro i quali hanno presentano ricorsi o richieste simili contro lo Stato o direttamente contro la Camera dei Deputati responsabile delle decisioni sulle pensioni parlamentari.

Molti lamentano condizioni simili: dopo anni passati in Parlamento avevano fatto affidamento sugli assegni così concessi senza immaginare potessero essere rivisti in modo così drastico. La questione resta aperta nelle sedi giudiziarie italiane dove ancora deve arrivare un pronunciamento finale capace mettere ordine tra interessi pubblici, diritti individuale acquisiti, equilibri finanziari dello Stato.

I prossimi mesi saranno decisivi perché chiariranno se sarà possibile mantenere certe tutele oppure se dovranno esserci nuovi aggiustamenti nella gestione delle pensione degli eletti. Intanto storie come quella della Staller mostrano quanto possa essere complesso gestire rapport fra diritto, politica ed economia personale nell’Italia contemporanea.

Written by
Matteo Bernardi

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