il romanzo di camillo bartolini racconta la trasformazione di disma nel contesto storico di gerusalemme
Il romanzo di Camillo Bartolini, “Con l’ultima voce”, esplora la vita di Disma, il buon ladrone, rivelando il suo conflitto interiore tra giustizia e perdono nella Gerusalemme occupata dai romani.

Nel romanzo *Con l’ultima voce* (2025), Camillo Bartolini racconta la trasformazione umana e spirituale di Disma, il buon ladrone crocifisso accanto a Gesù, ambientando la storia nella Gerusalemme occupata dai Romani con uno stile lirico e riflessivo. - Unita.tv
Nel 2025 è uscito il nuovo romanzo di Camillo Bartolini, intitolato Con l’ultima voce. La storia ruota intorno a Disma, il buon ladrone crocifisso accanto a Gesù, e propone una narrazione inedita del suo percorso personale. Bartolini si immerge in un’epoca complessa, quella di Gerusalemme sotto occupazione romana, ricca di tensioni sociali e politiche che hanno plasmato la storia. La trama segue le vicende di Disma prima della sua crocifissione, mostrando il conflitto tra odio, sete di giustizia e ricerca di perdono che si agitano dentro di lui.
Ripercorrere il cammino di disma tra rabbia, vendetta e fede
Il protagonista Disma viene raccontato come un giovane zelota, animato da un profondo risentimento verso l’occupazione romana. Non è ancora il santo delle tradizioni, ma un uomo tormentato, coinvolto in azioni violente insieme al fratello Gesta. La Gerusalemme descritta da Bartolini è una città febbrile, dove ogni momento è segnato dalla lotta per sopravvivere. Il confine tra giusto e sbagliato si sfuma, dando vita a una serie di eventi violenti che includono assassinii, tradimenti e amori travagliati. Disma attraversa una trasformazione intensa, passando dalla rabbia e dalla vendetta al confronto con la propria coscienza e la colpa.
Evoluzione e trasformazione personale
Questa evoluzione lo porta a mettere in discussione il suo stesso ideale, profondamente legato alla lotta armata, fino al tragico epilogo della crocifissione. L’attenzione al dettaglio storico e umano restituisce un quadro vivido di quell’epoca, mostrando come le scelte di ogni individuo si intrecciano con le condizioni sociali e politiche del tempo.
Lo stile narrativo tra riferimenti biblici e lirismo concreto
Bartolini utilizza un linguaggio ricco e evocativo, capace di alternare momenti di grande intensità epica e descrizioni intime. Il testo si apre con un passo tratto dal Purgatorio, che già suggerisce l’atmosfera di riflessione e profondità della vicenda. La narrazione procede con un ritmo che unisce il fluire dell’azione e le pause per la meditazione interiore, offrendo al lettore uno sguardo aperto sul mondo interno di Disma.
L’alternanza di registri consente di passare agevolmente tra gli eventi drammatici e i momenti più riflessivi, creando un equilibrio che mantiene viva l’attenzione senza perdere di concretezza. I dialoghi sono vivi, e rendono la figura di Disma credibile e vicina, mentre la struttura narrativa, che muove tra passato e presente, aiuta a comprendere le motivazioni dietro ogni gesto.
Il ruolo dei riferimenti biblici
Il richiamo al Purgatorio e agli episodi evangelici funge da cornice ideale per la narrazione, esaltando il conflitto morale e spirituale che attraversa il protagonista.
Il senso profondo di una fede inaspettata nel finale della vita di disma
Il fulcro del romanzo sta nella trasformazione di Disma che, mostrando una fedeltà tenace al proprio grido di giustizia e verità, si apre alla possibilità del perdono. Il personaggio, pur capace di compiere azioni violente, rivela la fragilità e l’umanità di chi cerca un senso anche al di là del male commesso. L’incontro con Gesù, durante gli ultimi istanti prima della crocifissione, rappresenta per lui la chance di un riscatto, un momento in cui la speranza diventa concreta.
Disma si impadronisce così del “regno dei cieli”, come scritto nell’evangelo secondo Matteo, che parla di questo spazio conquistato con forza. Il romanzo mostra questa conquista non come un atto eroico, ma come il risultato di un percorso umano e terreno, segnato da dubbi, conflitti e finalmente apertura al cambiamento. Questa interpretazione umanizza una figura tradizionalmente intesa in modo religioso, offrendone una lettura più complessa e profonda.