Il regno unito tra unione europea e commonwealth: un nuovo equilibrio geopolitico nel 2025
Il Regno Unito adotta una doppia strategia per rafforzare i legami con l’Unione Europea e il Commonwealth, affrontando le sfide post-Brexit e cercando opportunità globali in un contesto complesso.

Il Regno Unito adotta una doppia strategia diplomatica nel 2025, bilanciando il riavvicinamento all’Unione Europea con il rilancio dei legami nel Commonwealth, per mantenere rilevanza globale tra sfide politiche e opportunità economiche. - Unita.tv
Il regno unito si trova oggi a gestire una doppia strategia che mira a rinsaldare i rapporti con l’unione europea e a rilanciare il legame con il commonwealth. Dopo anni di tensioni legate alla brexit, l’attenzione di londra si sposta su un dialogo più costruttivo con bruxelles, mantenendo però un forte legame con gli stati membri del commonwealth. Questo doppio movimento riflette una politica estera attenta a bilanciare interessi europei e globali, in un contesto internazionale complesso e in rapido cambiamento.
La brexit e le sue conseguenze sul regno unito
La brexit si è conclusa formalmente il 31 gennaio 2020, segnando la separazione definitiva del regno unito dall’unione europea. Questa scelta è il risultato di un referendum del 2016, dove la maggioranza degli elettori britannici ha deciso di uscire dall’UE. Il voto fu determinato da un dibattito acceso, con chi difendeva i vantaggi di restare nell’UE e chi invece insisteva sulla necessità di recuperare il controllo della sovranità nazionale e ridurre l’influenza europea sulle scelte interne.
Dopo l’uscita, il regno unito ha dovuto costruire un nuovo quadro di relazioni commerciali e politiche con l’unione europea. L’accordo firmato alla fine del 2020 ha assicurato la prosecuzione degli scambi di merci, evitando disagi immediati. Oltre ai commerci, l’intesa ha previsto collaborazioni in materia di sicurezza, ricerca scientifica e sviluppo sostenibile, campi essenziali per mantenere un dialogo operativo tra i due partner. Le trattative hanno richiesto mesi di negoziati, puntando a una gestione pragmatica delle nuove condizioni di collaborazione.
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Questa rottura ha però imposto al regno unito di ripensare la propria posizione strategica. L’uscita dall’UE ha modificato l’approccio verso i mercati europei e ha spinto a cercare nuove opportunità economiche altrove, oltre a una rivalutazione delle alleanze tradizionali e del ruolo globale della gran bretagna.
Il riavvicinamento al dialogo con l’unione europea nel 2025
Nonostante la brexit, negli ultimi mesi si è aperta una fase di riavvicinamento tra il regno unito e l’UE. Questo cambio di passo nasce dalla consapevolezza che, di fronte alle crisi globali come i cambiamenti climatici e le tensioni energetiche, serve un coordinamento stretto fra paesi europei e la gran bretagna. Gli incontri istituzionali, incluso un recente vertice UE-Regno Unito, hanno posto l’accento su temi concreti come la difesa comune e la gestione dei confini, in particolare quelli irlandesi.
Il percorso non si presenta semplice. La brexit ha lasciato questioni aperte che ancora oggi condizionano i rapporti, specie riguardo ai diritti dei cittadini europei nel regno unito e il delicato tema della frontiera in irlanda. Nonostante ciò, entrambe le parti sembrano intenzionate a proseguire nel dialogo, con la speranza di superare gli ostacoli nati da anni di scontri politici. L’obiettivo è quello di costruire un equilibrio stabile che consenta collaborazioni pratiche senza rinunciare alla propria autonomia.
Parallelamente, il regno unito mantiene forti legami con gli stati europei fuori dall’UE, come norvegia e svizzera, intensificando gli scambi e partecipando ad accordi multilaterali. Questo approccio più aperto segnala una volontà di adattarsi a una nuova realtà geografica e politica.
Il commonwealth come spazio di relazioni globali per il regno unito
Il commonwealth raccoglie 56 paesi indipendenti, molti dei quali sono stati colonie britanniche. Quest’alleanza rappresenta un canale privilegiato da cui il regno unito attinge per mantenere una presenza internazionale rilevante. Il commonwealth non si limita al passato coloniale, ma offre opportunità di cooperazione economica, culturale e politica con nazioni in africa, asia, oceania e america.
La giornata annuale del commonwealth continua a essere un evento simbolico e concreto. Nel 2025, la celebrazione ha visto il coinvolgimento del re e della regina, impegnati in iniziative dedicate a mostrare i risultati ottenuti dalla comunità comune, come successi sportivi e iniziative per la pace. Questi eventi contribuiscono a rafforzare il senso di appartenenza e l’immagine positiva del commonwealth nel mondo.
Progetti come “The King’s Music Room” su apple music, lanciate durante la giornata, mostrano la volontà di promuovere le culture musicali dei paesi membri, valorizzando così la diversità che caratterizza questo gruppo di stati. Queste iniziative rappresentano strumenti di soft power, utili a consolidare relazioni senza ricorrere a strumenti tradizionali di politica internazionale.
Il commonwealth produce un mercato enorme, con oltre 2,5 miliardi di abitanti, e costituisce un contesto in cui il regno unito può cercare opportunità di crescita e innovazione, anche al di fuori dell’Europa. Questi rapporti sono cruciali soprattutto per mantenere una influenza globale in un mondo dove crescono altre potenze.
Le ripercussioni geopolitiche del doppio approccio britannico
L’alternanza tra il riavvicinamento all’unione europea e il rilancio del commonwealth supera una semplice manovra diplomatica. Questa strategia parte dalla necessità di mantenere il regno unito rilevante sulle scene internazionale ed europea. L’entrata in gioco su entrambe le linee consente di bilanciare interessi regionali e globali.
Il dialogo aperto con l’UE permette a londra di non isolarsi in un continente che resta uno snodo fondamentale per economia e sicurezza. Al tempo stesso, mantenere saldi legami con il commonwealth aiuta il regno unito a non perdere terreno rispetto ad altri paesi che stanno espandendo la propria influenza altrove, come cina e stati uniti.
Questo doppio assetto però richiede attenzione, perché può generare tensioni interne e con i partner. L’intento è gestire le sfide senza ridurre troppo la sovranità recuperata con la brexit e ottenendo collaborazioni utili in più campi. Questa scelta di equilibrio incide sulle scelte politiche e commerciali del regno unito nei prossimi anni.
Le tensioni e i nodi ancora aperti nella politica estera britannica
Non mancano punti critici che rendono questo percorso complicato. Le questioni irrisolte dopo la brexit, come la frontiera tra irlanda del nord e repubblica d’irlanda, continuano a creare attriti e ostacolano una piena fiducia reciproca tra regno unito e UE. I diritti dei cittadini europei nel regno unito restano un tema sensibile sia per la comunità coinvolta sia per i governi.
Il riavvicinamento all’UE, inoltre, appare divisivo in patria. Alcuni vedono questo come un passo indietro rispetto alla scelta di uscire dall’UE, mentre altri lo considerano necessario per stabilità e crescita. Queste divisioni rischiano di alimentare dibattiti politici accesi.
Dal lato del commonwealth, l’eterogeneità culturale e politica dei membri pone sfide di gestione. Promuovere gli interessi britannici senza apparire come un’eredità colonialista richiede una politica attenta e rispettosa delle specificità dei singoli paesi. Solo così questo legame può mantenere la sua validità e non subire critiche.
Chi guida questo percorso: protagonisti e messaggi ufficiali nel 2025
I principali soggetti coinvolti sono i leader britannici, i rappresentanti dell’UE e i capi di stato dei paesi commonwealth. Il re, figura centrale e simbolica del commonwealth, ha ribadito l’importanza della collaborazione e della pace, sottolineando il ruolo dell’organizzazione come piattaforma di valori condivisi e mutuo supporto.
Le istituzioni europee hanno confermato la volontà di mantenere rapporti costruttivi con londra, pur mantenendo ferme posizioni su temi come i diritti e la frontiera irlandese. Dal canto loro, i paesi del commonwealth hanno accolto positivamente il rinnovato slancio britannico, vedendo in questo un’opportunità per rilanciare scambi e rapporti culturali.
Le dichiarazioni ufficiali sottolineano una convergenza su interlocuzioni rispettose e pragmatiche, nonostante i diversi interessi e sfide ancora sul tavolo. Questa dinamica mostra come il regno unito sia pronto ad affrontare un ruolo di mediazione tra Europa e aree globali, definendo il proprio spazio in un contesto internazionale in continua evoluzione.