Il 2025 si avvicina, portando con sé il Giubileo, un evento che riaccende la riflessione sulla fede e la speranza in un’epoca segnata da incertezze. Un politico racconta il suo rapporto con la fede, la rilevanza della comunità e il senso di fraternità che questo anno santo richiama, intrecciando esperienza personale, vita pubblica e valori condivisi.
Fede come esperienza personale e guida nella vita quotidiana
La parola fede resta centrale in questo Giubileo, non come concetto astratto, ma come esperienza che ha trasformato profondamente la vita dell’autore partendo da un contesto familiare non credente. L’incontro con Gesù Cristo e la scoperta della sua parola hanno rappresentato un cambiamento radicale, un passaggio di svolta avvenuto nell’adolescenza. Da quel momento, la fede è divenuta il filo conduttore che tiene insieme le relazioni familiari e segna i momenti felici e difficili vissuti.
La fede qui si mostra come presenza costante, soprattutto nei passaggi più complessi della quotidianità . L’autore confessa di sperare che quella stessa fede possa accompagnarlo anche nella nuova fase della vita, quella della vecchiaia, portando senso e conforto. La dimensione spirituale si aggancia con il vissuto personale, mostrando come la fede non sia un mero rito ma una compagnia che dà sollievo nel dolore e nella solitudine, senza cancellare le difficoltà reali.
Leggi anche:
Questa convinzione nasce anche dall’aver osservato come la fede possa sostenere il lavoro di medico e il ruolo di padre, conferendo serenità nell’affrontare doveri gravosi e prestazioni delicate. La fede non garantisce assenza di errori o sofferenze, ma consente di affrontarli con un diverso atteggiamento, sostenendo un impegno reale e sincero. Un atteggiamento in cui il valore dell’affidarsi con fiducia alla provvidenza diventa elemento di pace interiore.
Il giubileo come cammino di speranza e presenza divina
Il Giubileo offre un invito alla speranza fondata sulla certezza della presenza divina. Questa presenza accompagna i passi di ognuno, guida le scelte e può alleggerire i momenti di dolore con la sua consolazione. Non è un’idea vaga ma un’esperienza che nasce da una convivenza intima con il divino, che si rivela capace di sostenere anche nelle incertezze del futuro.
In un mondo dominato dalla competizione e dal potere economico, spesso si inserisce un senso di smarrimento e paura. Molte persone si sentono immerse in situazioni dalle regole spietate, dove il valore personale rischia di perdersi. La fede offre un diverso sguardo: non si tratta di evitare sfide, ma di affrontarle con una presenza che sostiene senza giudizi, accompagnando senza imporre.
L’autore ricorda la Lettera agli Ebrei, che descrive Abramo come colui che parte per l’ignoto senza sapere dove andare. Questa immagine riassume la natura del pellegrinaggio della fede, che non conduce a una sicurezza sicura ma a un cammino vissuto con impegno e abbandono. Il punto non è fermarsi, ma vivere con responsabilità tutte le situazioni in cui si è chiamati ad agire, con la consapevolezza che il Signore dà e può anche togliere.
La fede non è un rifugio statico ma una spinta a misurarsi con la realtà , anche quella complessa della politica. La sfida resta il mantenimento di un equilibrio tra il mettersi in gioco e l’accettare che non tutto dipende da sé. Il ruolo della fede si manifesta nell’accompagnare questo percorso, tenendo insieme la vita personale e pubblica.
La solitudine come malattia contemporanea e il valore della comunitÃ
Nel suo cammino professionale e personale, l’autore ha sperimentato come la solitudine rappresenti una delle difficoltà più profonde della nostra epoca. Studi indicano che la sensazione di solitudine e il dolore fisico condividono le stesse aree cerebrali, sottolineando quanto l’isolamento sia vissuto come sofferenza reale.
Nella società odierna, le famiglie fanno fatica a mantenere legami solidali e intergenerazionali. Questo fenomeno contribuisce ad aumentare la sofferenza emotiva e la sensazione di esclusione. La fede, però, si mostra inseparabile dalla dimensione comunitaria: non si tratta di un percorso individuale, ma di un legame con fratelli e sorelle che condividono la stessa mensa eucaristica e camminano insieme.
Le esperienze di Abramo e Mosè ricordano che anche i grandi pellegrini della fede hanno camminato in compagnia, portando con sé famiglie e comunità . Questo recupero del senso di appartenenza rende la fede un’esperienza collettiva capace di sostenere ogni singolo credente. Si riconosce così l’importanza della fraternità , un concetto rilanciato da papa Francesco, che aiuta anche chi si sente lontano dalla fede a riconoscere un valore fondamentale.
Fraternità , differenze culturali e responsabilità globale nel giubileo
Il legame fraternità emerge come un messaggio chiave per il Giubileo 2025. Non si tratta di omologare culture o modelli sociali, ma di riconoscere la ricchezza delle diversità , rispettando tradizioni e storie differenti. Ogni nazione ha un diritto naturale ad accedere ai beni comuni, e ogni popolo merita di preservare la propria identità .
Le crisi globali degli ultimi anni hanno ribadito l’interdipendenza tra esseri viventi e nazioni. Nessuno può considerarsi sano o libero isolatamente, senza occuparsi della salute e del benessere degli altri. La vera libertà e uguaglianza si costruiscono rafforzando legami di solidarietà comunitaria, valorizzando ruoli come genitori, figli, amici e membri di una comunità locale.
La politica non si limita alle questioni economiche ma deve saper animare la convivenza civile. La globalizzazione ha accorciato le distanze fisiche, ma non ha creato automaticamente rapporti di fratellanza o responsabilità reciproca. Il Giubileo invita a superare il particolarismo e a riscoprire una dimensione comune di umanità , secondo le parole del cardinal Martini.
Questa chiamata al senso comune dell’umanità si traduce in un percorso spirituale e sociale dove la fede e la fraternità indicano una via concreta per guardare al futuro. Il Giubileo diventa così un’occasione per ripensare i legami, per ritrovare punti di riferimento necessari in una società spesso frammentata e solitaria.