Il delitto di garlasco: sette slip usati trovati in casa alimentano il mistero sull’omicidio di chiara poggi

Il ritrovamento di sette slip usati nella casa di Chiara Poggi a Garlasco riapre il dibattito sulle indagini dell’omicidio, sollevando dubbi su possibili errori e omissioni investigative.
Il ritrovamento di sette slip usati nella casa di Chiara Poggi riapre dubbi sulle indagini del suo omicidio a Garlasco nel 2007, evidenziando lacune investigative e mancate analisi del DNA che mantengono il caso irrisolto. - Unita.tv

Il caso di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella villetta di Garlasco nel 2007, torna sotto i riflettori per un dettaglio finora poco approfondito: sette slip usati rinvenuti sparsi nell’abitazione della vittima. Questi indumenti, trovati in punti diversi della casa, stanno gettando nuove ombre sulle indagini e sulle modalità del delitto. Il ritrovamento riapre il dibattito su possibili dimenticanze investigative e su piste ancora da percorrere, a quasi vent’anni dall’omicidio.

La scoperta degli slip e la loro misteriosa collocazione all’interno della villetta

Il settimanale Giallo ha evidenziato un particolare finora poco considerato: sette slip usati, sparsi in vari punti della casa di Chiara Poggi a Garlasco, sono stati ritrovati durante l’indagine. Quattro di questi capi sono stati trovati piegati dentro un sacchetto di plastica posizionato sul divano. Altri due slip sono stati rinvenuti nel bagno, mentre un ultimo è comparso sopra la scrivania al piano superiore dell’abitazione. Questo ritrovamento crea un vero e proprio enigma nel quadro già complesso del delitto. La vicinanza temporale e spaziale degli slip con la scena del crimine fa sorgere dubbi sulla possibile rilevanza degli indumenti rispetto all’omicidio. Si tratta di tracce appartenenti alla vittima, ai suoi familiari o addirittura a estranei?

Indagini parziali e ipotesi sul dna

Le indagini non hanno mai approfondito questi elementi. Se fosse stato fatto un esame del DNA, sarebbe stato possibile capire a chi appartenessero quegli slip e magari ricostruire qualche evento accaduto all’interno della casa prima o dopo l’omicidio. La confusione sulla loro origine e sul loro significato ha portato il ritrovamento a restare un “giallo nel giallo”.

Il silenzio degli inquirenti e il commento di albina perri sull’assenza di analisi

Albina Perri, direttrice di Giallo, ha più volte sottolineato come quegli slip non siano mai stati sottoposti a esame né sequestrati. Senza un’analisi del DNA, resta impossibile capire chi li abbia indossati. Potrebbero appartenere alla vittima, ai suoi familiari o ad altre persone che magari si trovavano nell’abitazione in quel periodo. Solo un test potrebbe sciogliere questo dubbio, ma finora non è stato fatto.

La mancanza di attenzione a questo dettaglio, spiegano alcuni esperti, potrebbe segnare un errore nell’indagine. Tra le ipotesi, “qualcuno ritiene possibile che Chiara Poggi li avesse appena tolti per lavarli”. Un’altra teoria vuole che il killer stesso li abbia collocati volontariamente per confondere le acque o per lasciare un segno particolare nella scena del crimine. Questa idea si basa sull’ipotesi di un assassino che ha voluto manipolare l’ambiente e condurre gli investigatori fuori strada. Altre tracce, come impronte digitali mai rilevate, hanno già mostrato alcune lacune investigative in questo caso.

Nuove ombre sulla scena del crimine

Il silenzio degli inquirenti alimenta ulteriori sospetti e lascia aperti dubbi su possibili depistaggi o mancate approfondimenti importanti.

Le imperfezioni nelle indagini e le dimenticanze che hanno complicato la ricostruzione dei fatti

Gli errori degli inquirenti nel delitto di Garlasco sono stati numerosi e importanti. Tra i più clamorosi, la riesumazione del corpo di Chiara Poggi poco dopo il funerale, necessaria perché all’inizio non erano state prese le impronte digitali per confermare l’identità del cadavere. Una dimenticanza grave per un caso di omicidio di questa portata.

Il maresciallo Stefano Marchetto, primo a indagare sul delitto, è stato destituito e in seguito condannato. La sua gestione dell’indagine ha lasciato molti dubbi. Da quel momento, le responsabilità degli errori e delle omissioni si sono succedute e hanno attraversato tutta la fase processuale, complicando un quadro giudiziario già controverso. I rilievi mai effettuati sulle impronte trovate sulla scena e la mancata attenzione ai particolari, come proprio gli slip, si sommano a diverse superficialità.

Lacune investigative accumulate

Il risultato è una lunga serie di momenti in cui prove preziose non sono state raccolte. Questo ha reso difficile per i giudici arrivare a una decisione univoca sulla colpevolezza o meno di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara e imputato principale.

Il percorso giudiziario di alberto stasi e lo stato attuale dell’indagine

Alberto Stasi, finito al centro del processo, sta scontando la sua pena ma con condizioni attenuate. Da poco ha ottenuto la semilibertà, un regime che lo obbliga a rimanere in carcere solo durante la notte. L’avanzare della sua scarcerazione parziale spinge a interrogarsi sulla sua reale colpevolezza. Molti inquirenti oggi tendono a escludere un suo coinvolgimento diretto nell’omicidio, anche se sussistono dubbi sul ruolo che potrebbe aver avuto o su informazioni che potrebbe ancora fornire.

Le autorità mantengono riservate le prove che portano a questa valutazione e non è escluso che nuove piste emergano con il tempo. La mancanza di prove conclusive, come quelle che potrebbero derivare dal test sul DNA degli slip, rende il mistero ancora aperto. I punti oscuri nell’indagine sembrano insoluti anche dopo anni, mentre la città di Garlasco continua a cercare risposte per uno dei casi più noti di cronaca degli ultimi decenni.