Home il confronto tra Kaja Kallas e Robert Fico segna una frattura diplomatica nel giorno dell’Europa 2025

il confronto tra Kaja Kallas e Robert Fico segna una frattura diplomatica nel giorno dell’Europa 2025

La partecipazione di Robert Fico alla parata di Mosca ha scatenato polemiche tra alleati europei, evidenziando profonde divisioni storiche e politiche sulla guerra in Ucraina e il rapporto con la Russia.

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Il 9 maggio 2025, la partecipazione del premier slovacco Robert Fico alla parata militare di Mosca ha evidenziato profonde divisioni tra alleati europei sul sostegno all’Ucraina e il rapporto con la Russia, mettendo a rischio l’unità politica dell’UE. - Unita.tv

Il 9 maggio 2025 ha mostrato una spaccatura profonda tra alleati europei in occasione del Giorno dell’Europa, coincidente con l’80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale in Europa. Il premier slovacco Robert Fico ha partecipato alla parata militare di Mosca, suscitando critiche forti da parte di Kaja Kallas, Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri. Lo scontro si è consumato durante l’incontro dei ministri degli Esteri dell’Unione europea a Leopoli, centro simbolo della resistenza ucraina, mettendo in luce contrasti che vanno oltre la semplice diplomazia, toccando narrative storiche e scelte strategiche ben radicate.

La parata del 9 maggio a mosca e la scelta controversa di robert fico

Il primo maggio 2025, nella capitale russa, si è svolta la tradizionale parata militare per celebrare la vittoria sul nazifascismo ottanta anni fa. Robert Fico, premier della Slovacchia, è stato il solo leader europeo presente. La sua presenza ha subito suscitato forti reazioni politiche nel contesto della guerra in corso tra Russia e Ucraina. Fico ha giustificato la sua partecipazione come omaggio ai circa sessantamila soldati sovietici caduti liberando la Slovacchia nel 1944-1945, sottolineando che questo ricordo non ha alcuna connessione con le politiche attuali del Kremlin.

Nel suo messaggio diretto, Fico ha rivendicato un forte legame storico con l’armata rossa, che per la Slovacchia rappresenta il liberatore dal nazifascismo. Questa posizione è però contestata da altri Paesi dell’est Europa che vedono in quell’epoca l’inizio di un’occupazione sovietica piuttosto che una liberazione. La scelta di partecipare alla parata militare di Mosca ha quindi acceso una disputa che non si limita al presente, ma si nutre di memorie contrastanti e di una diversa visione del passato.

L’intervento di kaja kallas e la critica alla partecipazione slovacca

Durante il vertice dei ministri degli esteri Ue tenutosi a Leopoli, Kaja Kallas ha preso una posizione molto dura contro la partecipazione di Fico a Mosca. La sua critica parte dalla convinzione che chi sostiene la libertà e i valori europei debba essere accanto all’Ucraina sotto attacco e non celebrare con chi bombarda ospedali e scuole. Leopoli, città simbolo della resistenza ucraina, è stata usata come scenario per ribadire la gravità della guerra e la necessità di mantenere una linea di condanna netta verso la Russia.

Kallas ha definito la presenza slovacca alla parata come un gesto che conferisce una patina di legittimità al regime di Putin, che usa la retorica antifascista come pretesto per giustificare l’invasione. Alla luce delle prove di attacchi contro infrastrutture civili e centri sanitari, la rappresentante europea vede questa partecipazione come un tradimento dei valori condivisi. Le sue parole hanno delineato un confine netto tra chi interpreta la resistenza e il sostegno all’Ucraina come un dovere e chi nutre dubbi su come rapportarsi con Mosca.

Le differenze storiche e politiche tra est e ovest europa

Il confronto fra Kaja Kallas e Robert Fico non rappresenta solo un dissidio politico attuale, ma riflette visioni storiche in netto contrasto. Nei paesi baltici e in Polonia, l’armata rossa è vista come un’occupante che ha imposto un regime totalitario per decenni. Qui la memoria storica si fonde con la paura di un ritorno alla repressione e con la necessità di riconoscere la pericolosità del revisionismo russo.

Al contrario, in Slovacchia, Ungheria e in parte in Austria, l’armata rossa è ricordata come il liberatore dal nazifascismo, una parte della storia che rappresenta una vittoria e un motivo di orgoglio nazionale. Questo spiega la scelta di Fico di partecipare alla parata e di contestare l’approccio dell’Ue, che denuncia come eccessivamente conflittuale e poco incline al dialogo. Per questi paesi, mantenere canali di comunicazione aperti con la Russia significa non rinunciare alla diplomazia e alla possibilità di mediazione.

Le implicazioni per l’unità politica e la politica estera europea

Lo scontro tra Fico e Kallas riflette le difficoltà dell’Unione europea nel trovare una posizione unitaria sulla guerra in Ucraina e sul rapporto con Mosca. La divisione che emerge riguarda non solo il passato, ma soprattutto le strategie future. Il fatto che un premier europeo partecipi a eventi ufficiali russi, mentre altri chiedono condanne e sanzioni più stringenti, mina la credibilità dell’Europa nel sostegno all’Ucraina.

Queste fratture rischiano di complicare la gestione dei fondi per Kiev, così come l’invio di armi e risorse. Non a caso, alcuni stati sono riluttanti nell’adozione di misure che rappresentano una rottura netta con Mosca. Altri spingono per un isolamento totale. La politica estera comune si dimostra fragile, e l’eredità di questa giornata di tensioni potrebbe aggravare ulteriormente la frammentazione fra alleati, mettendo a rischio il progetto di coesione strategica che l’Europa tenta di costruire per reagire alle sfide globali.