Il centrosinistra in calo nei sondaggi a poche settimane dalle elezioni comunali e referendum 2025
Le elezioni comunali e i referendum del giugno 2025 si avvicinano, con il centrodestra in crescita e un centrosinistra in crisi, evidenziando divisioni e difficoltà per il Partito Democratico.

Le elezioni comunali e i referendum del giugno 2025 vedono una sinistra italiana in calo nei sondaggi, mentre il centrodestra guidato da Giorgia Meloni rafforza il proprio consenso, creando un quadro politico teso e incerto. - Unita.tv
Le prossime elezioni comunali e i referendum abrogativi previsti per giugno 2025 si avvicinano in un clima politico sempre più teso per la sinistra italiana. I sondaggi Lab21.01 mostrano un arretramento del cosiddetto “campo largo progressista” a meno di un mese dal voto. In particolare il Partito Democratico fatica a superare le difficoltà interne, minando la costruzione di una coalizione solida contro il centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Il quadro del consenso degli ultimi giorni serve a capire come si muoveranno i protagonisti verso urne che potrebbero ridefinire gli equilibri politici nazionali.
Il quadro politico attuale tra elezioni comunali e referendum
Nel maggio 2025 la situazione politica italiana presenta forti divisioni. Mentre il centrosinistra si prepara a sostenere candidati sindaci nelle grandi città al voto, i sondaggi indicano una situazione complicata per i progressisti. I dati raccolti da Lab21.01 mostrano un leggero calo generale delle intenzioni di voto verso il campo largo che raggruppa Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra. La campagna referendaria, che vede i quesiti proposti da Landini e appoggiati da Schlein, non riesce a galvanizzare l’elettorato che appare diviso e poco convinto. Questo atteggiamento si riflette nelle percentuali inflessibili sotto la soglia del 38% per l’insieme della coalizione.
Nel frattempo il centrodestra continua a guadagnare terreno e rafforza la sua posizione nei sondaggi nazionali. L’accelerazione di Fratelli d’Italia e Lega coincide con un consenso favorevole verso alcune delle proposte legislative della coalizione. In particolare la politica sui salari, spinta da Matteo Salvini, incassa oltre il 64% di riscontri positivi, elemento che mette le opposizioni in difficoltà e ridisegna il confronto elettorale. Elementi come la proposta di salario minimo legale europeo avanzata dal Partito Democratico vengono invece respinti dalla maggioranza degli intervistati.
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L’esito dei sondaggi per i singoli partiti e la difficile situazione del centrosinistra
Dai sondaggi Lab21.01 elaborati tra il 5 e il 7 maggio e pubblicati nella prima metà del mese emerge una fotografia netta sulla distribuzione del consenso politico. Il Pd, dopo le tensioni interne causate dalla frattura sul fronte referendum, rimane sotto la soglia del 21%, attestandosi intorno al 20,6%. Il Movimento 5 Stelle prosegue nella discesa con un 11,8%. Più critica la situazione per Alleanza Verdi Sinistra, che perde terreno e scende al 5,5%. Questo trend negativo evidenzia una crisi diffusa nelle forze progressiste, incapaci di trovare un progetto unificato in vista delle urne.
Il centrodestra mantiene invece un equilibrio che permette di consolidare i risultati. Nonostante la discussione aperta sul Meccanismo europeo di stabilità e il dibattito interno a diverse anime della coalizione, il governo Meloni non registra flessioni significative nei sondaggi. Fratelli d’Italia guadagna spazio arrivando al 29,9%. La Lega cresce e si posiziona all’8,8%, superando Forza Italia che si ferma all’8,5%. Noi moderati di Lupi si mantiene attorno all’1%. Il sostegno dell’elettorato risponde anche a dinamiche internazionali e a misure economiche percepite come concrete.
Le prospettive per gli altri gruppi politici e le strategie in vista delle politiche
Oltre ai maggiori gruppi dell’arco politico tradizionale, attenzione va rivolta all’area definita ex Terzo Polo, formata da Azione e Italia Viva, e ai soggetti minori in corsa. Entrambi i partiti di Action e Calenda rimangono al 3,6%, un dato vicino alla soglia di sbarramento ma che non consente grandi margini di manovra. Italia Viva registra una flessione arrivando al 2,8%. PiùEuropa segna una lieve risalita al 2,4%, concentrando gran parte della sua attività in vista dei referendum del prossimo mese.
Queste formazioni cercano una collocazione chiara prima delle prossime elezioni politiche nazionali. La dinamica generale del sistema politico italiano resta segnata dal forte distacco tra le forze di governo e quelle d’opposizione, con una sinistra che deve rivedere equilibri e alleanze per ritrovare terreno. A pochi giorni dal voto amministrativo e dai quesiti referendari, queste percentuali indicano una situazione complessa, in un paese dove il centrodestra sembra al momento avvantaggiato.