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Il Belgio proroga la vita dei reattori nucleari e apre il dibattito sulla gestione futura degli impianti

Il Belgio proroga l’attività dei reattori nucleari fino al 2035 per affrontare la crisi energetica, mentre cerca di bilanciare obiettivi climatici e investimenti in energie rinnovabili.

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Il Belgio ha deciso di prorogare l'attività dei suoi reattori nucleari oltre il 2025 per garantire stabilità energetica e rispettare gli obiettivi climatici, nel contesto della crisi energetica europea e della transizione verso le rinnovabili. - Unita.tv

Il Belgio ha scelto di estendere ancora una volta l’attività dei suoi reattori nucleari, andando contro il piano iniziale di spegnimento previsto per la fine del 2025. La decisione arriva nel mezzo di un contesto europeo segnato dalla crisi energetica e dalla necessità di rispettare gli obiettivi climatici. Con quattro reattori ancora attivi e progetti in corso per le energie rinnovabili, il Paese si trova davanti a una sfida importante: come gestire il futuro degli impianti nucleari in un mercato sempre più orientato verso fonti pulite.

La storia dei reattori nucleari in belgio e la posizione attuale

Il Belgio è uno dei Paesi europei più longevi nel settore nucleare. I quattro reattori in funzione si trovano nella regione tra il confine con i Paesi Bassi e quello con la Germania. I primi due impianti, conosciuti come Tihange 1 e Doel 2, sono operativi da quasi 50 anni. Gli altri due, Tihange 3 e Doel 4, sono attivi dal 1985. Il piano di chiusura del nucleare era stato messo in campo prima dello scoppio della guerra in Ucraina, ma la crisi energetica che ha colpito l’Europa negli ultimi anni ha indotto a mettere in pausa quel progetto. La fine delle forniture energetiche dalla Russia ha infatti spinto molti governi, incluso quello belga, a rivedere le scelte energetiche.

Un cambio di strategia entro il parlamento belga

Questa stretta dipendenza da fonti esterne e la volontà di raggiungere gli obiettivi climatici europei hanno portato il Parlamento belga a varare un provvedimento per mantenere attivi gli impianti più datati. La decisione riguarda soprattutto Tihange 1 e Doel 2, inizialmente previste per la chiusura entro il 2025 ma ora prorogate. Qualche mese prima, a marzo, Engie, grande azienda energetica francese impegnata nella gestione di Tihange 3 e Doel 4, ha annunciato il suo impegno nel mantenere operativi quei reattori per altri dieci anni.

Gli obiettivi energetici e climatici dietro la scelta di proroga

Il ministro dell’Energia belga, Mathieu Bihet, ha chiarito ieri le motivazioni del governo riguardo all’estensione dell’attività dei reattori: “l’obiettivo principale è aumentare la quota di energia nucleare nel mix energetico nazionale”. In questo modo, si punta a conseguire più rapidamente gli impegni presi a livello europeo in materia di riduzione delle emissioni di gas serra. Il nucleare, in effetto, offre un tipo di produzione energetica a impatto ambientale molto basso, che il Belgio intende sfruttare almeno fino a quando le nuove fonti rinnovabili, ancora in fase di sviluppo, non riusciranno a coprire completamente il fabbisogno energetico.

Un trend europeo sul nucleare

L’estensione della vita dei reattori va in linea con altre iniziative simili in Europa. Paesi come la Francia, da sempre pesantemente dipendenti dal nucleare, stanno rafforzando le proprie centrali. Anche la Svezia mantiene attivi suoi impianti, e in Italia si sta tornando a parlare di centrali nucleari dopo anni di silenzio e opposizione politica e sociale. L’idea generale è che il nucleare rappresenti una delle poche risorse capaci di assicurare continuità e stabilità produttiva, rispetto alle energie intermittenti come il solare o l’eolico.

Il rebus sulla gestione degli impianti nucleari e il ruolo di engie

Nonostante il governo belga sia pronto a puntare forte sul nucleare, il tema della gestione operativa degli impianti rimane aperto. Attualmente la principale azienda coinvolta nella gestione dei quattro reattori è Engie, società francese che qualche mese fa ha comunicato un netto cambiamento nella propria strategia energetica. Un portavoce di Engie ha infatti dichiarato che “il nucleare non fa più parte della nostra strategia”. Questo significa che la società non intende continuare a gestire direttamente le centrali belga nel lungo termine, lasciando aperto il tema del futuro appalto per la gestione.

Nuove prospettive per la manutenzione degli impianti

Questo nodo ha spinto il governo a valutare nuove soluzioni. Dovranno essere individuati nuovi soggetti in grado di assicurare la manutenzione, la sicurezza e il funzionamento degli impianti nucleari in vista della proroga decisa dal Parlamento. In assenza di un gestore esperto e affidabile, il rischio è quello di complicazioni sulla continuità dell’operatività degli impianti. D’altra parte, la decisione di prorogare la vita dei reattori sembra indicare una volontà di mantenere viva una capacità produttiva che serve a garantire la stabilità energetica del Paese.

L’apertura di questo rebus arriva proprio nel momento in cui le aziende belga stanno investendo in modo significativo sulle energie rinnovabili “tradizionali”, come il fotovoltaico e l’eolico. Questo crea un paradosso tra la necessità di assicurare una produzione stabile a zero emissioni e la rivoluzione energetica che spinge verso sistemi più sostenibili e decentralizzati. Il Belgio si trova, quindi, a dover conciliare due esigenze apparentemente opposte, con un occhio anche alla sicurezza e alla gestione futura degli impianti nucleari presenti nel proprio territorio.