Home i volenterosi di Meloni e i sondaggi Swg sulla guerra in Ucraina e i riflessi politici in Italia

i volenterosi di Meloni e i sondaggi Swg sulla guerra in Ucraina e i riflessi politici in Italia

Gli italiani mostrano opinioni contrastanti sulla guerra in Ucraina, con il governo Meloni sotto pressione per gestire le alleanze internazionali e le crescenti divisioni politiche interne.

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L'articolo analizza i sondaggi Swg di maggio 2025 sull'opinione pubblica italiana riguardo alla guerra in Ucraina, evidenziando divisioni sulle responsabilità del conflitto, l'invio di armi e le alleanze internazionali, oltre alle tensioni politiche interne in vista delle prossime elezioni. - Unita.tv

L’attenzione dell’opinione pubblica italiana rimane concentrata sulla guerra in Ucraina, con il governo Meloni sempre protagonista nelle scelte internazionali. I sondaggi politici di Swg, pubblicati nella seconda metà di maggio 2025, svelano percezioni contrastanti tra gli italiani sulle responsabilità del conflitto, il ruolo degli attori internazionali e le opinioni su possibili iniziative di pace. Nel contempo, le tensioni tra coalizioni domestiche e gli orientamenti di voto si intrecciano con le questioni globali, coinvolgendo direttamente l’agenda politica del nostro Paese in vista delle prossime sfide elettorali.

Come gli italiani vedono la pace in ucraina: responsabilità, negoziati e interventi internazionali

Secondo il sondaggio Swg, una parte consistente dell’elettorato italiano ritiene che la Russia di Putin rappresenti il principale ostacolo alla fine della guerra in Ucraina. Il 48% degli intervistati attribuisce a Mosca la responsabilità di bloccare i negoziati di pace, mentre solo il 17% indica le richieste di Zelensky come causa delle difficoltà. Questo dato fotografa una percezione netta sul ruolo di ciascuna parte nel conflitto che dura ormai da più di tre anni.

Non mancano però opinioni più sfumate: circa il 24% vede in entrambi i leader un freno al raggiungimento della pace. Allo stesso tempo, l’apertura di Donald Trump verso un possibile cessate il fuoco, esplorata nella recente telefonata con Putin, è valutata con uno sguardo misto. Il 27% degli intervistati percepisce positivamente il coinvolgimento del tycoon americano, mentre un 31% è più cauto o scettico. In Italia, del resto, la figura di Trump divide anche l’elettorato, facendo emergere posizioni differenti in base alla collocazione politica.

Spaccature politiche sull’invio di armi e l’alleanza tra paesi europei

Il tema dell’invio di armi in Ucraina resta uno dei più divisivi. Mentre il 42% degli italiani sostiene l’idea di fornire supporto militare, si registra un aumento significativo nel gruppo contrario: il 47% chiede di interrompere l’invio di armamenti, segnalando un cambio d’umore rispetto agli ultimi mesi. Questa contrapposizione si riflette nei differenti orientamenti dei partiti.

Il centrodestra mostra un sostegno più deciso all’iniziativa americana, con il 44% favorevole all’approccio di Trump, mentre solo il 19% si dice contrario. Nel centrosinistra, invece, i numeri si rovesciano con una netta prevalenza di posizioni pacifiste, soprattutto nelle frange vicine a M5s e AVS, che sollecitano un cessate il fuoco immediato anche senza garanzie a Kiev. Su un piano più ampio, i sondaggi indicano che circa il 60% degli italiani non vorrebbe che l’Italia partecipasse a una coalizione europea insieme a Macron, Merz e gli altri leader per l’invio di armi e truppe contro la Russia. Solo il 40% vede questa alleanza come una strada da percorrere.

Le dinamiche politiche interne e le fluttuazioni del consenso tra centrodestra e centrosinistra

Le tensioni legate alla guerra si intrecciano alle questioni interne, soprattutto a pochi mesi dalle elezioni amministrative e dai referendum. La frattura tra Fratelli d’Italia e la Lega in regioni come Friuli e Trentino, causata dalla disputa sul terzo mandato, aggiunge ulteriori complicazioni alla già delicata geografia politica italiana.

I sondaggi Swg tra il 14 e il 19 maggio 2025 mostrano Fratelli d’Italia ancora in testa con il 30,3% dei consensi, seguiti dal Partito democratico al 22,5%. Il Movimento 5 stelle recupera leggermente, arrivando al 12,4%, mentre la Lega e Forza Italia scendono entrambi di 0,2% rispetto alla settimana precedente. Tra gli altri partiti, AVS di Bonelli e Fratoianni raggiunge il 6,7%, valore più alto dal 2024. Azione e Italia Viva perdono terreno, rispettivamente al 3,3% e al 2,7%, mentre Più Europa si attesta all’1,6%, leggermente sopra Noi Moderati.

Il dato più preoccupante resta l’alta astensione, ferma al 32%. Questa situazione mette in risalto un clima politico dove parte degli elettori si allontana dalle urne, magari per disillusione o mancanza di fiducia nelle offerte politiche attuali. A pochi passi dal voto, questo fattore potrebbe pesare sugli esiti soprattutto nelle competizioni locali e nei referendum abrogativi.

Le implicazioni delle scelte internazionali e le tensioni nel governo italiano

Il governo di Giorgia Meloni continua a dover gestire con attenzione la posizione dell’Italia nel quadro delle alleanze internazionali. La guerra in Ucraina tiene banco, così come i rapporti con Unione europea, Stati Uniti e Russia. I sondaggi indicano un’opinione pubblica divisa sulla partecipazione a coalizioni militari europee contro Mosca e sulla strategia da adottare per una pace duratura.

Allo stesso tempo, gli elementi di crisi interna, il calo di consensi di alcuni partiti alleati e le nuove sfide elettorali creano pressioni sul governo. Questa congiunzione di fattori rende il 2025 un anno cruciale per la politica italiana, in cui le scelte riguardanti la guerra e la diplomazia si intrecciano con la stabilità della coalizione e la tenuta del consenso popolare.