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i legami tra ultras di inter e milan e la ‘ndrangheta nel contesto dello stadio di san siro

L’inchiesta “doppia curva” svela il legame tra ultras di Inter e Milan e la ‘ndrangheta, rivelando un sistema di estorsioni e violenza che minaccia il calcio a Milano.

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L'inchiesta "doppia curva" ha rivelato l'infiltrazione della 'ndrangheta nelle tifoserie di Inter e Milan, con attività criminali legate a biglietti, estorsioni e violenza allo stadio San Siro. - Unita.tv

Il calcio italiano si trova di nuovo sotto i riflettori per vicende che superano il campo di gioco, coinvolgendo gruppi di tifosi organizzati e, in particolare, la mafia calabrese della ‘ndrangheta. La recente indagine sulla cosiddetta “doppia curva” ha scoperchiato un intreccio di criminalità e violenza in cui i gruppi ultras di inter e milan risultano implicati. Questi fatti riguardano non solo episodi di aggressioni e estorsioni, ma anche il controllo di attività economiche legate alle partite che si disputano allo stadio di san siro, simbolo calcistico della città di milano.

La ‘ndrangheta tra sport e affari a milano

La ‘ndrangheta ha una presenza consolidata in Italia e all’estero, con un modello organizzativo che le consente di infiltrarsi in diversi ambiti. Nel calcio milanese, la mafia ha trovato terreno fertile per allargare la sua influenza oltre i confini tradizionali. San Siro, con le sue due grandi squadre, inter e milan, rappresenta un punto nevralgico dove si concentrano flussi finanziari e molteplici interessi economici. Questo scenario è diventato un campo d’azione per la ‘ndrangheta, che ha sfruttato le divisioni tra i tifosi estremi per rafforzare la propria presenza.

La crescente attenzione verso questi fenomeni deriva dal rischio che la criminalità organizzata possa manipolare aspetti apparentemente sportivi per realizzare guadagni illeciti. Le attività si sono estese alla gestione di biglietti, rivendite abusive, merchandising e persino estorsioni nei parcheggi delle partite. In questo modo, la mafia ha messo radici in un settore che dovrebbe essere invece dedicato alla passione e allo spettacolo sportivo.

L’inchiesta “doppia curva”: fase e arresti

Nel settembre 2024, le autorità milanesi hanno fatto scattare un’inchiesta chiamata “doppia curva“, che ha smascherato decine di protagonisti delle tifoserie di inter e milan coinvolti in attività criminali. Diciannove persone sono finite in manette per associazione a delinquere di stampo mafioso, un’accusa che sottolinea la gravità dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nel settore. Le accuse vanno dall’estorsione, alle aggressioni, fino a reati legati alla gestione di affari illeciti legati alle partite.

Le indagini hanno evidenziato una complessa rete di complicità, con leader ultras che collaboravano direttamente con elementi della criminalità organizzata. Questa alleanza aveva come scopo la gestione dei profitti provenienti dalle attività intorno a san siro, offrendo protezione a episodi di violenza e intimidazione verso chi si opponeva o non collaborava.

San siro al centro degli interessi della ‘ndrangheta

Lo stadio di san siro non è più solo il luogo dove inter e milan si sfidano sul campo. È diventato una piazza d’affari dove si muovono interessi criminali legati alla vendita di biglietti, al merchandising ufficiale e non, oltre che a traffici nascosti nelle trasferte delle squadre. Testimonianze degli investigatori parlano di una situazione fuori controllo, favorita da lacune nella gestione organizzativa che hanno lasciato spazi aperti a infiltrazioni.

La ‘ndrangheta si è servita di queste mancanze per prendere il sopravvento nella distribuzione di prodotti legati allo stadio e per imporre il proprio controllo sui gruppi di tifosi più violenti. Gli investigatori hanno sottolineato come molte delle operazioni economiche all’interno e all’esterno dello stadio fossero gestite senza alcuna regolarità, alimentando una rete illegale di ricavi.

L’omicidio di antonio bellocco e l’accelerazione delle indagini

La svolta nelle indagini è stata la morte di antonio bellocco, ex boss della ‘ndrangheta coinvolto come figura di riferimento nella tifoseria dell’inter. Ucciso il 4 settembre 2024, il suo omicidio ha fatto emergere collegamenti diretti tra criminalità organizzata e ultras nerazzurri. Andrea beretta, leader di questo gruppo, è finito sotto la lente degli investigatori e ha scelto di collaborare per chiarire dinamiche interne e rapporti con la mafia.

“Questo evento ha fornito elementi chiave per smantellare l’intera struttura criminale che agiva intorno a san siro”, evidenziano le fonti investigative, sottolineando come l’omicidio non fosse isolato ma parte di uno scontro più ampio legato al controllo sul territorio ultrà e sui guadagni derivati dalle attività al di fuori del campo.

Il processo agli ultras di inter e milan e le accuse

A marzo 2025 è iniziato a milano il processo per una dozzina di ultras delle due squadre, accusati di associazione mafiosa, estorsioni, aggressioni e partecipazione a organizzazioni criminali. L’attenzione si è concentrata sulle pratiche illecite emerse, come la gestione abusiva dei parcheggi delle partite e il mercato nero dei biglietti, strumenti usati per consolidare il potere economico e intimidire chi si frapponeva.

Il procedimento rappresenta un nodo cruciale per affrontare la penetrazione della criminalità nel calcio. Gli inquirenti evidenziano la connivenza tra certe figure della curva e le cosche, mostrando come la violenza non servisse solo a scopi sportivi ma a rafforzare catene di controllo nelle attività dietro le quinte.

Le posizioni ufficiali di inter e milan nell’indagine

Inter e milan sono state riconosciute dalla procura di milano come parti offese nella vicenda, costrette a dimostrare di non essersi mai piegate alle richieste dei gruppi ultras deviati. Il procuratore marcello viola ha evidenziato la necessità di tutelare i club affinché non vengano danneggiati dal coinvolgimento di singoli individui.

Per questo motivo, la procura ha applicato misure preventive destinate a proteggere i club e assicurare una separazione netta tra i presidenti, il management e i fatti di cronaca legati alle tifoserie. Le squadre si trovano sotto pressione per attuare un controllo più stretto e per mantenere spazi sicuri per i tifosi onesti.

Il fenomeno sociale e sportivo della violenza nelle tifoserie

L’infiltrazione della criminalità organizzata nelle tifoserie riflette un problema sociale che coinvolge ampie fasce di giovani e anche la città di milano. Le curve di inter e milan non rappresentano solo gruppi di appassionati, ma sono diventate aree in cui si sviluppano tensioni spesso violente, alimentate da rivalità e da intrecci con ambienti criminali.

Questa situazione rende difficile garantire la sicurezza negli stadi, mettendo a rischio l’integrità dello sport e la tranquillità dei cittadini. Le istituzioni sportive sono chiamate a intervenire, ma anche la società civile e i tifosi devono impegnarsi per rompere i meccanismi che permettono a mafie e gruppi estremisti di fare breccia.

Scenari futuri per il calcio italiano e la sicurezza

Le conseguenze di questa inchiesta segnano un momento delicato per il calcio nazionale. Diventa essenziale per autorità e società sportive mantenere alta l’attenzione e sviluppare strategie concrete per impedire nuove infiltrazioni. Il coinvolgimento di figure chiave nelle tifoserie e la loro collaborazione con la giustizia può dare impulsi importanti, ma serve uno sforzo congiunto.

L’adozione di controlli più severi, il monitoraggio dei flussi di denaro e l’educazione a comportamenti rispettosi negli stadi sono azioni necessarie. Inoltre, la cooperazione con istituzioni internazionali si confermerà fondamentale per contrastare le reti criminali che non si fermano ai confini nazionali.

Il caso degli ultras di inter e milan ha portato alla luce una realtà complessa, in cui sport e criminalità si incontrano sotto lo sguardo della città di milano. Le indagini che proseguono e i processi in corso indicano la volontà di fare luce con rigore sulle responsabilità di questa rete, restituendo al calcio la dimensione di spettacolo e comunità che gli appartiene.