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Guida crosetto racconta gli anni della crescita politica e imprenditoriale tra provincia, dc e parlamentari

Il libro “Storie di un ragazzo di provincia” racconta il percorso politico e personale di Guido Crosetto, dalle origini a Cuneo fino alla fondazione di Fratelli d’Italia e al suo ruolo da ministro.

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Il libro "Storie di un ragazzo di provincia" racconta il percorso politico e personale di Guido Crosetto, dalle radici nella provincia di Cuneo fino alla leadership nazionale, evidenziando il legame con le origini, le esperienze formative e la sua visione pragmatica della politica. - Unita.tv

Il volume “Storie di un ragazzo di provincia” traccia il percorso di Guido Crosetto dalle radici nella provincia di Cuneo fino alle sfide della politica nazionale. Il libro evita l’elogio facile e si concentra soprattutto sulle tappe cruciali della sua formazione, mettendo in risalto il legame con le origini, le amicizie determinanti e le esperienze che ne hanno forgiato il carattere e le idee. Un ritratto che passa per la comunità locale, il mondo imprenditoriale e poi l’impegno pubblico, offrendo uno sguardo sulle dinamiche della politica italiana degli ultimi decenni, dai movimenti giovanili democristiani alla nascita di Fratelli d’Italia.

Gli anni giovanili e la politica di provincia nei movimenti della dc

Guido Crosetto entra in politica da giovane, ma non per caso: in un contesto come quello di Cuneo, dove le alternative scarseggiano, assume presto un ruolo di leadership nel movimento giovanile della Democrazia Cristiana. Questo ambiente non è solo palcoscenico politico, ma anche luogo di confronto culturale. La prima Repubblica si caratterizza anche per conferenze, approfondimenti e un rapporto diretto con la gente. Crosetto cresce in questo clima, imparando a conoscere la politica come mestiere fatto di incontri e ascolto.

La sua elezione a sindaco di Marene arriva in giovane età: un paese immerso nel Piemonte rurale, dove la sua famiglia è di fatto una presenza consolidata. L’elezione rappresenta non solo un incarico, ma il superamento di una crisi personale avvenuta in giovane età dopo la perdita del padre. Il rapporto con la comunità si fa subito intenso, da una parte per la sua capacità di dialogare anche in dialetto, dall’altra per la concreta risoluzione dei problemi quotidiani di un territorio piccolo e ancora legato a tradizioni profondamente radicate.

L’azienda di famiglia come palestra di valori e approccio al lavoro

Dietro la scrivania nel piccolo ufficio della fabbrica di macchine agricole di famiglia, Crosetto incontra un mondo fatto di fatica, impegno collettivo e passione per il lavoro. Sulle pareti campeggia un passo di Luigi Einaudi che sottolinea l’importanza di volere il meglio per l’azienda prima del mero guadagno. Questo monito rappresenta uno specchio per la sua formazione.

La gestione dell’azienda non ruota attorno a formule astratte ma al senso pratico, dove ogni collaboratore conta e contribuisce. È un ambiente in cui i valori si traducono in azioni quotidiane. Il giovane Crosetto capisce subito che, per ottenere risultati, bisogna saper ascoltare e mantenere alta la responsabilità. Questa esperienza segna il suo approccio alla politica successiva, improntata alla concretezza e al contatto diretto con la realtà.

Dalle amicizie torinesi al primo successo politico durante il servizio militare

Durante i primi mesi all’università, Crosetto decide di interrompere gli studi e cambia rotta. Nel contempo stringe rapporti con alcune figure importanti del mondo torinese, come Edoardo Agnelli e Romano Prodi, che lasciano un segno significativo nel suo modo di leggere la realtà politica e sociale. Quel periodo scorso in trasferta militare, iniziato in caserma e concluso tuttavia in municipio, segna un passaggio emblematico: da giovane studente a primo cittadino.

Il salto in politica assume una dimensione diversa, perché avviene in un momento di confronto con le istituzioni e i cittadini, in un contesto dove la presenza fisica e la reputazione sono altrettanto importanti della linea politica. Il suo primo mandato da sindaco rappresenta dunque una palestra dura e reale, fatta di dialogo e responsabilità tangibili, che gli infonde la consapevolezza del ruolo pubblico.

Il tentativo in provincia e il rapporto con la leadership nazionale

Il tentativo di ottenere la presidenza della provincia di Cuneo rappresenta la sfida successiva, un test arduo data la forza degli avversari. Pur non riuscendo a vincere, Crosetto si fa notare da leader politici nazionali di rilievo come Silvio Berlusconi e Claudio Scajola. Questi ultimi vedono in lui un amministratore con buon senso e mani pulite, qualità rare e apprezzate.

Questo riconoscimento apre la strada al salto in Parlamento che arriverà poco dopo. Intanto il periodo è segnato anche dalla gestione di lutti familiari e dal lento consolidamento della sua veste di rappresentante istituzionale. Crosetto si rende conto che essere sindaco significa non solo prendere decisioni, ma incarnare un pezzo di storia e di identità locale, apprezzata anche da chi lo conosce da sempre.

L’esperienza parlamentare e il confronto con la politica nazionale

Una volta eletto parlamentare, Crosetto mantiene una linea autonoma rispetto agli ordini di partito. La sua attività parlamentare si basa su un impegno continuo nello studio e nell’approfondimento. Il funzionamento del Parlamento si rivela in parte distante dall’immagine pubblica: il vero potere sta nelle mani della burocrazia, di figure esperte dei meccanismi legislativi che spesso guadagnano più influenza dei singoli deputati.

La convivenza con questo “sottobosco” determina per lui un processo di consapevolezza anche sulla natura delle dinamiche politiche nazionali. Cambiano governi e maggioranze, ma il potere reale spesso resta nascosto dietro procedure consolidate. Questa esperienza lo rende critico e molto attento, tanto da rifiutare alcune impose del proprio schieramento e mantenere una linea di buonsenso.

La crisi centrodestra e la nascita di fratelli d’Italia

Quando la crisi di Berlusconi mette in discussione i rapporti consolidati nel centrodestra, Crosetto partecipa alla fondazione di Fratelli d’Italia. In quel momento il progetto sembra un azzardo, una partenza nel buio, ma nasce da un’analisi semplice: costruire qualcosa di diverso senza rinnegar l’esperienza precedente. L’avvicinamento a Giorgia Meloni è fondamentale e segna un legame di fiducia e stima reciproca, che durerà negli anni.

Qua emerge un aspetto meno noto di Crosetto: la capacità di costruire rapporti duraturi di collaborazione, ma senza perdere la propria indipendenza. La sfida politica viene affrontata con rigore, evitando compromessi facili e seguendo una linea chiara. Questo equilibrio si rispecchia nel carattere provinciale, concreto, dell’ex sindaco oggi ministro.

La polemica su berlusconi e l’impostazione politica di forza italia

Nel libro Crosetto non nasconde dubbi e perplessità sull’approccio di Berlusconi alla politica, definito come un prodotto da vetrina più che un movimento con contenuti valoriali. Forza Italia, secondo lui, nasce soprattutto sul terreno dell’anticomunismo, con l’intento di catturare voti e consensi in un momento di grande cambiamento, senza però offrire una proposta politica solida e coerente.

Questa interpretazione sfida l’idea comune di una rivoluzione liberale, evidenziando piuttosto una strategia di mercato applicata alla politica. Crosetto ricorda come la forza del centrodestra originario fosse legata a un elettorato ancora legato ai valori democristiani, orfano della vecchia DC e alla ricerca di punti fermi che durassero nel tempo.

Il ritratto di un ministro saldo tra impegni pubblici e vicende personali

L’autobiografia di Crosetto arriva a tracciare un’immagine di un uomo che ha attraversato momenti difficili sia personali che politici con senso di responsabilità e pragmatismo. Racconta senza autocelebrazioni, con onestà intellettuale, la propria esperienza da ministro e da leader.

Si sottolinea come egli sia abituato a mettersi in gioco, a rivedere se stesso e il proprio ruolo, senza nascondere i dubbi provenienti da una provincia genuina e radicata. Questa sensibilità alla concretezza lo porta a considerare la politica non come uno spettacolo ma come un compito da svolgere, con scadenze e obblighi precisi da rispettare, uno sguardo che emerge spesso nelle pagine del libro.

Il racconto di Guido Crosetto restituisce così un profilo diverso da quello pubblico abituale, più prossimo a chi ha visto crescere una piccola comunità e a chi è abituato a misurarsi con la realtà fattuale ogni giorno, lontano dai riflettori e dalle formule retoriche.