Guerra commerciale Usa-europa, trump annuncia dazi al 50% su tutte le merci Ue da giugno 2025
La tensione commerciale tra Stati Uniti e Unione europea aumenta con l’annuncio di Donald Trump di dazi del 50% su merci Ue, influenzando i mercati finanziari e le relazioni internazionali.

Donald Trump annuncia dazi del 50% su tutte le merci europee dal 2025, intensificando la disputa commerciale con l’Unione europea e causando forti ripercussioni sui mercati finanziari. - Unita.tv
La tensione commerciale tra Stati Uniti e Unione europea torna a salire con un nuovo annuncio di Donald Trump, che ha dichiarato l’intenzione di imporre dazi del 50% su tutte le merci provenienti dall’Ue a partire da giugno 2025. Queste misure riguardano un’ampia gamma di prodotti e si inseriscono nel quadro di una disputa più ampia, innescata da ricorrenti accuse di pratiche commerciali scorrette e uno squilibrio economico che pesa sulle relazioni transatlantiche. L’impatto di queste decisioni si riflette immediatamente sui mercati finanziari e rischia di innescare nuove tensioni diplomatiche.
Le motivazioni di trump dietro la nuova ondata di dazi
Donald Trump ha motivato la sua decisione puntando il dito contro quella che definisce una strategia commerciale sleale dell’Unione europea. Sul suo profilo Truth Social, ha definito Bruxelles responsabile di un disavanzo commerciale superiore ai 250 miliardi di dollari annui, cifra che si basa sulle importazioni europee negli Stati Uniti rispetto alle esportazioni americane in Europa. Secondo Trump, questo squilibrio deriva dalle barriere poste dall’Ue alle imprese statunitensi, come dogane rigorose, imposte sull’Iva, sanzioni economiche complesse da interpretare, e manipolazioni valutarie con cui si sarebbe favorito il mercato europeo.
Nelle sue esternazioni, Trump ha criticato apertamente l’Unione europea, affermando che la sua nascita sarebbe stata mirata a trarre vantaggio proprio dagli Stati Uniti nel commercio globale. Ha aggiunto che i negoziati con Bruxelles risultano stagnanti, perché non sembra possibile portare avanti colloqui costruttivi a causa della rigidità mostrata dai rappresentanti europei. Non si sono risparmiate accuse relative a presunte cause legali infondate e ostacoli amministrativi destinati a complicare l’attività delle aziende americane.
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Contesto e precedenti delle tensioni commerciali tra Usa e Ue
La misura annunciata da Trump raddoppia quella di inizio aprile, quando aveva imposto un dazio “reciproco” del 20% su gran parte dei beni europei. L’aliquota era stata fissata con l’intenzione di favorire i negoziati, proposta poi ridotta fino a luglio del 2025 al 10% per favorire ulteriori trattative. Restavano però in vigore dazi più elevati, come il 25% su acciaio, alluminio e componenti automobilistici, con la prospettiva di estendere le tariffe anche a settori come farmaceutici e semiconduttori.
Questa escalation è parte della strategia di Trump di rafforzare la produzione interna americana e proteggere le industrie nazionali, soprattutto nei settori più delicati e tecnologici. La posta in gioco, però, si allarga a scala globale, influenzando non solo le relazioni tra Washington e Bruxelles, ma anche i rapporti con altre potenze economiche.
La tensione non si limita al commercio, ma coinvolge anche aspetti politici, come la posizione di Trump sulle trattative di pace tra Russia e Ucraina, in cui cita obiettivi di Putin anche al di fuori del confronto diretto col Vaticano, segnalando una complessità crescente nelle relazioni internazionali su più fronti.
L’impatto immediato sui mercati finanziari europei e statunitensi
L’annuncio della nuova ondata di dazi ha avuto effetti immediati sui mercati azionari europei: i principali indici hanno registrato cali significativi nella giornata successiva. Il CAC 40 di Parigi ha chiuso in ribasso del 2,67%, seguito dal DAX di Francoforte con una perdita del 2,14%, mentre l’AEX di Amsterdam ha perso l’1,81%. Ancora più marcato il crollo dell’IBEX 35 di Madrid, che si è ridotto del 2,37%. Più contenuta la flessione del FTSE 100 di Londra, in calo dell’1,11%.
Oltre all’effetto sul mercato europeo, la notizia ha pesato anche sulle azioni di Apple a Wall Street, dove i titoli del colosso di Cupertino hanno perso fino al 4% nelle contrattazioni pre-market. La minaccia di Trump di imporre dazi del 25% su Apple, se non delocalizzerà la produzione di iPhone negli Usa, ha contribuito a questo brusco calo. Per il momento, Bruxelles ha scelto di non commentare pubblicamente le nuove dichiarazioni di Trump. Anche il governo italiano mantiene un profilo di attesa, evitando reazioni ufficiali.
A questo punto, le imprese europee si trovano sotto pressione, mentre gli operatori finanziari si preparano a una fase di incertezza che potrà durare nelle prossime settimane. Lo sviluppo della vicenda resta strettamente legato all’evolversi dei negoziati tra Washington e Bruxelles, che finora non hanno offerto spiragli di soluzione immediata.