Gli stati uniti e la cina a confronto a ginevra: negoziati sui dazi e strategie geopolitiche nel 2025

Gli Stati Uniti e la Cina si incontrano a Ginevra per discutere i dazi sul commercio bilaterale, esplorando anche questioni geopolitiche come il conflitto in Ucraina e le relazioni internazionali.
Gli Stati Uniti e la Cina si sono incontrati a Ginevra per discutere la riduzione dei dazi commerciali e affrontare questioni geopolitiche, con la Cina che cerca anche di mediare sul conflitto in Ucraina, segnando una possibile svolta nelle tensioni bilaterali. - Unita.tv

Gli Stati Uniti e la Cina si sono incontrati a Ginevra durante il weekend per affrontare un tema cruciale: i dazi che gravano sul commercio bilaterale. Dopo un lungo periodo di tensioni che rischiava di compromettere completamente gli scambi tra le due super potenze economiche, il confronto diretto tra il segretario del Tesoro statunitense, Scott Bessent, e il suo omologo cinese, He Lifeng, segna una svolta importante. L’incontro è andato oltre il solo ambito commerciale e ha toccato aspetti geopolitici più ampi, con la Cina che punta a esercitare un ruolo di mediazione sul conflitto in Ucraina.

Il contesto dei negoziati sui dazi tra gli stati uniti e la cina

Il dialogo tra USA e Cina si è sviluppato in un quadro di tensione economica e politica. Entrambe le super potenze hanno imposto dazi reciproci che hanno rallentato un commercio stimato intorno ai 600 miliardi di dollari, un volume tale da rendere impossibile un permanente blocco commerciale senza pesanti effetti su entrambe le economie.

Il segretario del Tesoro Scott Bessent e il suo collega cinese He Lifeng hanno affrontato temi concreti durante il vertice di Ginevra. L’argomento dei dazi appare centrale ma non isolato, perché le parti cercano una soluzione che possa almeno alleggerire le tariffe in settori sensibili, dove l’impatto delle barriere sarebbe insostenibile.

Opinione di giuliano noci sul negoziato

Secondo Giuliano Noci, prorettore del polo territoriale cinese del politecnico di Milano, la trattativa potrebbe portare a un abbassamento significativo o addirittura all’eliminazione dei dazi su prodotti chiave. Trump, ancora presente nel dibattito politico statunitense, aveva proposto riduzioni importanti, fino all’80% su alcune tariffe, a dimostrazione della pressione interna per riattivare gli scambi.

Il negoziato però non ruota solo intorno ai numeri. USA e Cina devono trovare modalità per tornare a collaborare senza apparire deboli agli occhi dei propri cittadini e dei rispettivi settori produttivi. Per gli americani è fondamentale preservare l’immagine di forza, mentre per i cinesi il consenso interno resta un elemento decisivo nel negoziato.

Le implicazioni geopolitiche oltre i dazi: la mediazione cinese sul conflitto ucraino

Nel confronto tra Stati Uniti e Cina, la dimensione commerciale si intreccia con quella geopolitica, specie riguardo alla guerra in Ucraina. La leadership di Xi Jinping sembra voler usare l’incontro come occasione per contenere l’influenza di Putin, cercando di spingere la Russia a moderare la propria posizione.

Non è un fatto scontato che questa strategia abbia successo, viste le complessità e il carattere imprevedibile del presidente russo. Ad oggi, solo la Cina detiene sufficiente peso per tentare di influenzare Mosca. Perciò Xi Jinping ha colto l’occasione rappresentata dal vertice di Ginevra e dalla partecipazione alle celebrazioni della Giornata della Vittoria a Mosca per aprire canali di dialogo.

Pechino e le relazioni internazionali

Il fine di Pechino è riconquistare terreno nella relazione con gli Stati Uniti e l’Europa, due mercati fondamentali per il proprio sviluppo. Questo passaggio è vitale per mantenere la stabilità economica, soprattutto in un contesto dove il commercio globale è messo a dura prova dalle tensioni politiche.

La scelta di Pechino di migliorare le relazioni commerciali con l’ASEAN e di rivedere alcune posizioni verso l’India si inserisce in questa strategia più ampia di diversificazione e contenimento dei rischi legati all’instabilità delle relazioni con Washington.

Effetti e prospettive del dialogo tra le potenze: decoupling e nuove alleanze commerciali

Le tensioni tra Stati Uniti e Cina hanno smosso equilibri già fragili nelle relazioni internazionali. L’amministrazione statunitense ha sostenuto con decisione politiche protezionistiche che hanno spinto Pechino e altri paesi asiatici a cercare alleanze alternative.

L’intesa commerciale tra Cina, Giappone e Corea del Sud è in parte una risposta a questa spinta. Questi paesi puntano a rafforzare circuiti commerciali indipendenti dagli Stati Uniti, per limitare i rischi di future politiche protezionistiche.

Il processo di diversificazione commerciale appare ormai inarrestabile. Cina e Europa spingono per creare mercati alternativi, riducendo così la dipendenza dal mercato americano, che risulta più instabile. Questa scelta però riduce inevitabilmente le opportunità per le imprese statunitensi, un effetto che molti giudicano irreversibile.

Il cosiddetto decoupling, ovvero lo smantellamento delle catene produttive tra le due potenze, appare impossibile nel breve termine. La ricostruzione di sistemi di fornitura integrati richiederebbe almeno un decennio. Anche sul medio e lungo periodo sarebbe difficile rinunciare agli scambi, perché significa perdere quote rilevanti di mercato.

Il caso di apple

La Apple, per esempio, realizza metà dei propri profitti in Cina. Per questo entrambe le nazioni devono trovare un compromesso, indispensabile per la sopravvivenza delle imprese di entrambi i paesi.

I settori chiave e le linee d’intesa per la riduzione dei dazi

L’incontro di Ginevra apre la strada a un accordo mirato a identificare settori in cui sarà possibile ridurre le barriere tariffarie. L’obiettivo è ripristinare almeno un minimo flusso commerciale, necessario per mantenere le rispettive economie in equilibrio.

Un’indagine del New York Times ha mostrato che il 95% dei prodotti per la casa venduti negli Stati Uniti proviene dalla Cina. Un dato che suggerisce una forte dipendenza e una possibile area su cui intervenire subito.

Non tutti i comparti saranno però oggetto di concessioni: l’alta tecnologia resta un terreno difficile, dove gli interessi in gioco sono ancora troppo forti per aprire a facili compromessi.

La natura del dialogo suggerisce che alcune divergenze verranno mantenute aperte, probabilmente più come gesto simbolico, mentre in molti altri ambiti si troveranno formule di accordo.

Il comunicato ufficiale che si potrà leggere nei prossimi giorni conterrà indicazioni selettive, senza mettere sul tavolo la fine definitiva delle controversie commerciali, ma indicandone almeno un allentamento significativo.

Le prossime settimane saranno decisive per capire come evolveranno questi rapporti. Mentre scena politica e rapporti economici restano complessi, la ripresa del dialogo dimostra che, anche dopo mesi di tensione, negoziare resta l’unico modo per non compromettere il futuro delle relazioni transoceaniche.