Gli appunti inediti di Giovanni Falcone sul delitto Mattarella e i legami con l’estrema destra
L’agenda di Giovanni Falcone del 1989, esposta al Museo del Presente di Rende, rivela dettagli delle sue indagini su omicidi irrisolti e legami tra mafia, estrema destra e massoneria.

L’agenda del 1989 di Giovanni Falcone, esposta al Museo del Presente di Rende, rivela dettagli delle sue indagini su mafia, estremismo politico e massoneria, in particolare sull’omicidio di Piersanti Mattarella, offrendo uno sguardo unico sul suo lavoro e sulle sfide investigative prima della strage di Capaci. - Unita.tv
L’agenda di Giovanni Falcone del 1989 offre un ritratto dettagliato delle sue indagini più complesse, rivelando tracce di inchieste rimaste aperte, tra cui il delitto di Piersanti Mattarella, ex presidente della regione Sicilia. Questi appunti, recentemente esposti al Museo del Presente di Rende, svelano contatti, ipotesi e piste investigative che il magistrato seguiva con costanza poco prima della sua morte nella strage di Capaci, trentatré anni fa.
L’agenda di giovanni falcone come documento sulla sua attività investigativa
L’agenda di Falcone del 1989 rappresenta una testimonianza vivida delle giornate fittissime del magistrato. Tra interrogatori serrati, incontri cruciali e spostamenti continui, emerge la pressione e la determinazione del giudice nel cercare risposte a omicidi e traffici criminali. In quelle pagine si trovano annotazioni su due inchieste particolarmente delicate e tuttora irrisolte: l’omicidio di Piersanti Mattarella e il caso di Vito Roberto Palazzolo. Mattarella, fratello dell’attuale presidente della Repubblica, fu ucciso in un clima di forte tensione politica e mafiosa ma ancora oggi non ci sono colpevoli definiti. Palazzolo, invece, figura controversa legata al riciclaggio di denaro sporco gestito dalla mafia, fu seguito da Falcone in molteplici Paesi, ma parte dei suoi beni non è mai stata sequestrata.
Questi appunti mostrano come Falcone non si limitasse agli approfondimenti ordinari, ma cercasse collegamenti trasversali e nuovi elementi investigativi. La viva attività di Falcone emerge non solo dalle annotazioni, ma anche dalla scelta di tenere aggiornati importanti contatti, in modo da mantenere un filo diretto con le vittime e i loro familiari.
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L’indagine sul delitto mattarella e il coinvolgimento dell’estrema destra
Nel caso specifico dell’omicidio di Piersanti Mattarella, l’agenda rivela la convinzione di Falcone che non si trattasse soltanto di una questione legata a Cosa nostra. Tra le ipotesi più rilevate figurava il coinvolgimento della destra estrema. Il magistrato si interessò attivamente a componenti del movimento neofascista, come Alberto Stefano Volo, un preside con contatti nell’ala più radicale. Volo raccontò a Falcone di aver appreso dettagli sull’intrigo riguardante Giusva Fioravanti, noto terrorista nero.
Falcone curò con attenzione le dichiarazioni di Volo, fino a proseguire il lavoro anche in giorni festivi, mostrando così la sua tenacia. È chiaro che Falcone mantenesse un dialogo continuo con la famiglia Mattarella grazie soprattutto ai contatti con Sergio Mattarella, al tempo impegnato in politica. Questo risulta da diverse pagine dell’agenda, in cui si nota come Falcone aggiornasse Sergio sugli sviluppi investigativi, in un rapporto fondato su rispetto e trasparenza nel delicato momento storico.
Il nipote di Falcone, Vincenzo Di Fresco, sottolinea come questo aspetto umano dell’indagine racconti molto del rigore del giudice e della sua attenzione ai legami familiari delle vittime.
I legami tra mafia, estrema destra e massoneria emersi dalle indagini
Gli appunti di Falcone comprendono anche considerazioni su figure legate alla destra militante, come Pierluigi Concutelli, terrorista nero evaso dall’Ucciardone. Il magistrato ipotizzò un accordo tra mafia e gruppi neofascisti volto a favorire l’evasione del terrorista, in cambio dell’esecuzione dell’omicidio di Mattarella. Questa teoria, però, non trovò conferma nelle aule giudiziarie dove Fioravanti e altri imputati furono assolti.
Parallelamente, Falcone seguì piste che intrecciavano i misteri dell’omicidio di Piersanti Mattarella con ambienti massonici, in particolare attraverso l’indagine sull’assassinio dell’ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco. Le annotazioni mostrano una rete complessa di relazioni oscure tra mafia, estremismo politico e poteri nascosti.
La profondità di queste ricerche racconta il modo in cui Falcone cercava di mettere a nudo un sistema che non era solo criminalità organizzata, ma un intreccio di influenze trasversali.
L’importanza storica dell’agenda esposta al museo del presente di rende
L’esposizione dell’agenda di Falcone è un evento che dà modo al pubblico di entrare in contatto con gli strumenti e i pensieri di uno dei magistrati simbolo della lotta alla mafia in Italia. Questo documento unico apre una strada verso una comprensione più completa delle difficoltà e delle sfide affrontate durante le indagini più rilevanti della fine degli anni Ottanta.
Attraverso i dettagli degli appunti si coglie la fatica, la precisione e la vulnerabilità di Falcone, elementi che aggiungono un valore umano e professionale al ricordo del magistrato. Al museo di Rende, questo materiale permette di riflettere sull’eredità di Falcone nell’attualità investigativa e sulla persistenza di quei nodi ancora oggi da dipanare.
Questa testimonianza apre discussioni importanti su come si sono svolte le indagini, sulle piste seguite e sulle connessioni mai del tutto sciolte, offrendo così un’occasione concreta per rinnovare attenzione e impegno sul tema della giustizia e della verità.