Giro d’Italia 2025 inizia in albania con la prima tappa durazzo-tirana: tutte le novità e i protagonisti della corsa

Il giro d’Italia 2025 parte dall’Albania il 9 maggio, con 21 tappe e un percorso di 3413 chilometri. Assente Tadej Pogacar, la competizione si fa più aperta e incerta.
Il Giro d’Italia 2025 partirà il 9 maggio da Durazzo, in Albania, per la quindicesima volta fuori dall’Italia, con 21 tappe tra montagne, cronometro e strade sterrate, concludendosi a Roma il 1 giugno. L’assenza di Pogacar rende la gara più incerta, con diversi favoriti in campo. - Unita.tv

Il giro d’Italia 2025 prende il via venerdì 9 maggio con una partenza storica dall’Albania. La città di durazzo apre l’edizione 108 della corsa rosa, in una scelta che porta l’evento fuori dai confini italiani per la quindicesima volta. La gara coprirà 3413 chilometri in 21 tappe, attraverserà paesaggi internazionali e sfide dure prima di concludersi a roma l’1 giugno. I corridori affrontano un percorso variegato dove le montagne e le cronometro decideranno il vincitore finale, ma senza la presenza del campione sloveno Tadej Pogacar che cambia guardia e favoriti.

La partenza in albania: una novità che rivoluziona il giro d’Italia 2025

L’entrata dell’Albania nel giro d’Italia rappresenta un evento importante per la corsa rosa. Nella storia della manifestazione, infatti, questa sarà solo la quindicesima volta che la partenza avviene fuori dall’Italia. Tre tappe nel paese balcanico coinvolgeranno durazzo, tirana e valona. Proprio nella capitale albana si disputerà una cronometro individuale, elemento chiave per la classifica generale che potrà già dare indicazioni sui potenziali leader del giro.

Questa scelta internazionale amplifica il profilo della gara, che ha fra le tappe più rilevanti anche la quattordicesima frazione con arrivo nella litoranea italo-slovena a nova gorica/gorizia, città designata come capitale europea della cultura 2025. L’input di partire dall’Albania dà un carattere più avventuroso, allargato nel cuore dell’Europa orientale e nel mediterraneo. Un’occasione per far vedere i siti storici e culturali di questi territori, oltre che per ravvivare il percorso sportivo con nuove difficoltà.

Il percorso e le sfide: salite, cronometro e sterrato tra le tappe chiave del giro

Il giro 2025 propone scenari variati e frazioni adatte a diversi tipi di corridori. Tra i traguardi più impegnativi compaiono arrivi in salita come quelli a tagliacozzo, brentonico e sestriere. Le montagne saranno protagoniste soprattutto nella parte finale, con sette tappe che includono tratti di media e alta quota, culminando nel mortirolo e il colle delle finestre, la cima coppi del giro nella penultima tappa.

Il percorso stimola corridori da scalata, ma anche specialisti delle prove contro il tempo. Oltre alla cronometro di tirana, è prevista un’altra cronoscalata tra lucca e pisa. Inoltre torna protagonista la frazione gubbio-siena, una frazione che richiama le famose strade bianche, tratti sterrati che aggiungono un’ulteriore variante tattica e tecnica alla gara.

Queste condizioni miste mettono alla prova atleti con caratteristiche diverse e mantengono incerte le combinazioni possibili in classifica, coinvolgendo dagli sprinter veloci fino ai più resistenti in salita. Chi riuscirà a muoversi con continuità su questi tratti difficili avrà probabilmente la meglio nelle ultime giornate di corsa.

I favoriti e le assenze: un giro più aperto senza pogacar

L’assenza di Tadej Pogacar, vincitore nelle ultime edizioni e punto di riferimento della corsa, cambia gli equilibri del giro d’Italia 2025. Senza il campione sloveno, la corsa perde un nome dominante ma guadagna in incertezza e suspense. La gara ne risulta più aperta, con diverse alternative in campo per la maglia rosa.

Tra i corridori più attesi spicca Primoz Roglic, veterano e protagonista dalle grandi doti in salita e cronometro. Michael Storer è un altro atleta con possibilità reali di rimontare e conquistare posizioni importanti. Juan Ayuso, al suo debutto nel giro, si presenta con un bagaglio di risultati recenti, come la gara di Catalogna, che lo collocano fra i papabili.

Altri nomi importanti sono Egan Bernal, tornato dopo l’infortunio ma considerato non ancora al livello per lottare fino in fondo. Mikel Landa, Adam Yates, Daniel Martinez, Jai Hindley e Richard Carapaz completano il gruppo dei pretendenti ma difficilmente sembrano da primo posto.

Nel panorama italiano, si punta su Antonio Tiberi e Giulio Ciccone, più per un posto sul podio che per la vittoria finale. Proprio Ciccone manca una vittoria al giro dal 2016, ovvero dall’ultima affermazione italiana firmata da Vincenzo Nibali.

Le tappe decisive e il ruolo delle città tappa principali

I momenti chiave per le sorti del giro si attendono soprattutto nella porzione finale della corsa nelle aree montuose. Il mortirolo e il colle delle finestre rappresentano ostacoli naturali capaci di stravolgere la classifica generale. Qui si deciderà gran parte della gara.

Non vanno dimenticate due tappe che potrebbero restituire indicazioni importanti fin dai primi giorni: la cronometro a tirana, che lascia ai corridori l’opportunità di prendere vantaggi o accumulare ritardi, e la frazione con strade bianche da gubbio a siena, capace di tagliare le distanze tra scalatori e corridori più versatili.

L’arrivo a roma, per la terza volta consecutiva, riserva un finale spettacolare su strade urbane e monumenti storici. Questa scelta rappresenta un omaggio alle radici della corsa e ai grandi miti del ciclismo italiano. Una chiusura che incontra sempre il favore degli appassionati e amplia l’attrattiva del giro.

Gli eventi a tappe offrono ogni giorno nuovi spunti tattici e sfide fisiche per creditare i ciclisti capaci di mostrare costanza e abilità sia sulle strade montuose che in quelle più tecniche e irregolari.