Giovane albanese si lancia dall’auto in corsa sull’autostrada a14, indagini in corso sul presunto rapimento
Un giovane albanese di 25 anni si lancia da un’auto in movimento sull’A14, sostenendo di essere stato rapito. La polizia avvia indagini per chiarire le circostanze dell’episodio.

Il 13 maggio 2025 un giovane albanese di 25 anni si è lanciato da un’auto in corsa sull’A14 tra Fermo e Porto Sant’Elpidio, denunciando un presunto rapimento; le forze dell’ordine indagano sulle circostanze ancora poco chiare dell’episodio. - Unita.tv
Nella giornata del 13 maggio 2025, un episodio insolito ha attirato l’attenzione nei pressi di Fermo e Porto Sant’Elpidio, lungo l’autostrada A14. Un giovane di 25 anni, originario dell’Albania e residente a Bari, si è gettato fuori da una vettura in movimento in pieno traffico. Il ragazzo avrebbe raccontato di essere stato rapito, aprendo così un’indagine della polizia stradale e delle forze dell’ordine della zona. Il fatto ha raggiunto subito la cronaca locale, anche per le circostanze poco chiare che lo accompagnano.
Il lancio dall’auto in corsa: la scena che ha allarmato gli automobilisti
L’episodio si è materializzato nei pressi di un cantiere sulla A14, fra le uscite di Fermo e Porto Sant’Elpidio, in mattinata nella giornata di martedì 13 maggio. Diverse persone alla guida hanno notato una scena insolita: una utilitaria bianca, ancora non identificata con precisione, si muoveva nel tratto autostradale, quando improvvisamente il giovane ha aperto la portiera e si è gettato fuori mentre il veicolo era in movimento. Quel gesto improvviso ha generato immediatamente preoccupazione tra i conducenti. Sono intervenuti subito la polizia stradale e il personale medico, allertati dagli stessi automobilisti testimoni.
Il ragazzo è rimasto incolume rispetto a quanto si poteva temere, riportando solo alcune contusioni e abrasioni, senza lesioni gravi. Il soccorso del 118 ha garantito le prime cure e il trasferimento in ospedale per accertamenti. Dal racconto che il giovane ha fornito alla polizia e ai soccorritori, sembrerebbe che fosse vittima di un rapimento. Questo dettaglio ha fatto scattare un’indagine preliminare sulla testimonianza e sulle dinamiche dell’episodio.
Il racconto del giovane e il nodo del presunto rapimento
Secondo quanto riferito dal 25enne, due uomini lo avrebbero preso con la forza in una stazione di servizio di San Benedetto del Tronto, poco distante dal luogo dove si è lanciato fuori dall’auto. La vettura bianca, stando alle sue parole, sarebbe stata guidata dai rapitori. Il giovane ha detto di aver approfittato di un momento in cui i suoi sequestratori hanno abbassato la guardia per aprire lo sportello e scendere dal veicolo durante il rallentamento al cantiere autostradale.
Le autorità partecipano alle indagini senza escludere nessuna pista, anche sulle ragioni che hanno spinto questi uomini a rapire il giovane. Si indaga su cosa stesse succedendo nei minuti precedenti e sul motivo del presunto rapimento. Un punto su cui gli inquirenti si concentrano riguarda anche il fatto che il ragazzo doveva incontrare una ragazza prima di essere prelevato dai due sconosciuti. Questo elemento potrebbe essere collegato alla vicenda, ma richiede ulteriori approfondimenti.
Gli investigatori, a partire dalle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza posizionate nella zona autostradale, stanno cercando di identificare meglio i protagonisti e la dinamica completa dell’episodio. Inoltre, hanno interrogato alcune persone che hanno assistito alla scena per raccogliere dettagli concreti sul comportamento della vettura e sulle modalità del salto del giovane.
Le incongruenze e i dubbi sul racconto del 25enne
Nonostante la versione del giovane sembri avere alcuni riscontri, restano molte zone d’ombra che complicano la comprensione dell’episodio. Fra le più evidenti c’è la domanda su come due sequestratori possano aver permesso alla persona rapita di aprire la portiera e gettarsi lungo un’autostrada trafficata. È raro che chi tiene sotto controllo qualcuno lasci un’opportunità così evidente di fuga, soprattutto in un contesto rischioso come un tratto autostradale.
Un altro interrogativo riguarda la destinazione dei rapitori e il loro obiettivo, che a oggi rimangono sconosciuti. Per il momento non è stata rintracciata nessuna denuncia o segnalazione che possa collegare questo evento a una richiesta di riscatto o a minacce, elementi spesso presenti in casi di rapimento. La polizia mantiene tutte le opzioni aperte, senza liquidare il fatto come un tentativo di fuga o una crisi personale.
Il contesto geografico è rilevante perché il giovane proviene da Bari e l’episodio è avvenuto nelle Marche. Questo suggerisce che i rapitori o il giovane avevano deciso di spostarsi fuori dalla loro area abituale, spostando così l’attenzione investigativa a territori e collaborazioni fra diverse forze dell’ordine regionali.
Il lavoro ora è intensificato anche per capire chi fossero i due uomini indicati come sequestratori e se abbiano precedenti o legami particolari con la vittima. Solo la combinazione di testimonianze, rilievi e telecamere potrà dare un quadro più chiaro entro le prossime settimane.
Reazioni immediate e il ruolo delle forze dell’ordine nell’emergenza
Alla vista del giovane a piedi in autostrada, la polizia stradale si è mossa subito per portarlo in sicurezza e per avviare una verifica rigorosa sull’accaduto. Le autorità riferiscono che l’attenzione è alta vista la natura insolita dell’episodio e la necessità di accertare eventuali rischi per la sua incolumità e per quella degli utenti della strada.
Il racconto del 25enne ha fatto scattare un’azione coordinata tra diverse squadre di polizia e carabinieri nelle province coinvolte, con controlli mirati su veicoli e spostamenti sospetti registrati nelle ore precedenti al giorno del salto dall’auto. Chi ha assistito ha fornito elementi al momento utili ma non ancora risolutivi.
Il ricorso alle immagini delle telecamere lungo la A14 può invece completare il puzzle, aiutando a ricostruire il percorso e a individuare i protagonisti. L’indagine dovrà districarsi anche fra aspetti personali e sociali del giovane per capire se vi sono motivazioni nascoste o situazioni che abbiano portato a una simile decisione disperata.
Per ora le forze dell’ordine mantengono un atteggiamento riservato ma vigile, seguendo ogni pista possibile, e convocando il ragazzo per ulteriori accertamenti. Sarà la sequenza degli eventi e l’approfondimento delle indagini, in un contesto realizzato con rigore, a definire quella che resta una vicenda complessa.