Home Genny urtis e il caso gintoneria: tra accuse e realtà del locale milanese di davide lacerenza

Genny urtis e il caso gintoneria: tra accuse e realtà del locale milanese di davide lacerenza

Genny Urtis interviene sul caso della Gintoneria di Milano, chiarendo le accuse di prostituzione e spaccio, e descrivendo un locale diverso da quanto emerso nelle indagini.

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Genny Urtis, chirurga plastica, offre una testimonianza diretta sul locale milanese Gintoneria, sfatando alcune accuse di prostituzione e spaccio, e descrivendo la complessità sociale e economica dietro la movida cittadina. - Unita.tv

L’intervento di genny urtis, chirurga plastica nota e figura ormai fuori dai ruoli tradizionali, ha animato il dibattito intorno alla gintoneria, locale di milano chiuso da mesi per sospetti di prostituzione e spaccio. Nel talk di rai tre ‘Lo stato delle cose’, urtis ha raccontato la sua esperienza diretta e ha dato un quadro diverso rispetto alle accuse che circolano. Ecco tutte le novità e le precisazioni offerte in tv.

L’esperienza di genny urtis al locale gintoneria di milano

Genny urtis ha spiegato di aver frequentato regolarmente la gintoneria, locale noto in città ma chiuso da tempo. Ha raccontato che l’atmosfera era lontana da quanto si dice nelle accuse. Il locale di milano, gestito da davide lacerenza, è finito sotto indagine ma lei ha sottolineato che lacerenza sta provando a rifarsi una vita, ha smesso di bere e sta scrivendo un libro. Urtis ha mostrato fiducia nel fatto che anche lui possa riuscire a uscire da qualsiasi problema.

Due ambienti distinti

Nel racconto dell’ospite emerge un locale con due ambienti distinti: la gintoneria vera e propria e il privé di fronte. Questo secondo spazio veniva usato quando il locale principale era pieno e aveva funzione prevalentemente di cocktail bar con servizio di cucina. L’idea che nello spazio ci fossero telecamere invasive è stata minimizzata da urtis, che ha ricordato come a milano sia prassi comune tenere sotto controllo l’interno di molti ristoranti e bar.

Le testimonianze della stessa urtis mettono in discussione almeno in parte la narrazione prevalente sui presunti giri illegali dentro il locale, dipingendo piuttosto un luogo normale per serate mondane.

Cosa si sapeva davvero sul privé e i suoi clienti

L’ex chirurga ha commentato le accuse che parlano di un letto nel privé usato da escort. Secondo urtis questa sarebbe una mistificazione, motivata da chi cerca visibilità. Il privé era in realtà un locale con cucina e un divano al piano superiore, usato come ristorante e spazio aggiuntivo quando necessario.

Diverse tipologie di ragazze nella movida milanese

L’ospite ha anche tracciato un quadro delle diverse tipologie di ragazze che si muovono nel mondo della movida milanese. Ha sottolineato che molte giovani frequentano questi locali senza essere escort, ma piuttosto come ragazze immagine, semplici frequentatrici o chi cerca relazioni con persone facoltose. Spesso queste ragazze non chiedono soldi direttamente, ma cercano una vita agiata legandosi a rampolli milanesi o persone danarose.

L’uso del termine “escort”, molto generico, spesso confonde le diverse situazioni. Genny ha invitato a distinguere tra chi semplicemente accompagna per confronto sociale e chi effettivamente svolge attività che coinvolge soldi legati a scambi sessuali. Questa distinzione serve a evitare generalizzazioni e stereotipi.

La realtà economica dietro la movida e le scelte delle ragazze

Genny urtis ha spiegato che la vita a milano è molto costosa e che molte ragazze, anche studentesse o lavoratrici che fanno più lavori, fanno fatica a sostenere il tenore di vita richiesto. Non a caso alcune decidono di arrotondare intraprendendo attività di ragazza immagine o altre forme di lavoro che non coinvolgono necessariamente la prostituzione.

Ha fatto l’esempio di chi lavora come commessa o svolge mansioni simili, ma non riesce a pagare tutto e a mantenere determinati standard richiesti dalla scena milanese. In questo contesto, anche in città come roma ci sono situazioni analoghe. Urtis ha ribadito che non si possono giudicare queste scelte con moralismi o pregiudizi, perché alle spalle ci sono condizioni economiche e sociali.

In sostanza, il contesto attorno alla gintoneria va inserito in un quadro di realtà urbana dove denaro, status sociale e aspettative portano a situazioni complesse, ma non riducibili a semplici storie di prostituzione forzata o traffici.

I rampolli milanesi e la dinamica delle relazioni in certi ambienti

Durante la trasmissione è emerso anche come alcune persone benestanti di milano cerchino compagnia di belle donne per mostrarsi agli altri. Genny urtis ha detto che molti rampolli vogliono la “donna trofeo”, da esibire come simbolo di successo o prestigio, ma spesso si tratta solo di mostrare e niente di più.

Ha spiegato che in tanti casi questi rapporti non sfociano in rapporti intimi veri, nonostante i soldi che vengono spesi per avere accanto una donna di bell’aspetto. Questi dati raccontano un lato fatto di apparenza e ostentazione sociale più che relazioni vere.

Osservazioni di massimo giletti

Il conduttore massimo giletti ha ricordato come moltissime persone non frequentino queste realtà o vivano in modo normale senza bisogno di tentazioni di tipo mondano. Ha ribadito che qualsiasi lavoro, anche umile o modesto, mantiene una dignità superiore al vendere il proprio corpo.

Questa osservazione riprende un dibattito più ampio sulle dinamiche sociali legate a certi ambienti di milano e altre grandi città italiane.

Le indagini e la situazione attuale del caso gintoneria

Al momento la giustizia prosegue nel suo lavoro sul caso gintoneria e il suo titolare, davide lacerenza, resta agli arresti domiciliari in attesa che l’inchiesta si concluda. Le accuse principali riguardano prostituzione e spaccio di droga, reati gravi che però risultano ancora da accertare nelle loro dinamiche e prova.

Non ci sono state notizie recenti rilevanti o aggiornamenti ufficiali comunicati dall’autorità alla stampa. La situazione resta aperta, con indagini che proseguono e cercano conferme sugli elementi raccolti. La gintoneria, nel frattempo, resta chiusa e il dibattito pubblico continua grazie all’intervento di persone informate come genny urtis.

La vicenda rappresenta un caso che incrocia ambiente mondano, giustizia e questioni sociali sul mondo della notte e delle frequentazioni milanesi, con aspetti ancora tutti da chiarire.