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Gatti e vacanze: perché a volte è meglio lasciarli a casa e non portarli con noi

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Gatti in vacanza, portarli o lasciarli a casa? Cosa dice davvero chi se ne intende -Unita.tv
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Spostarli può essere più dannoso che utile: ecco quando è meglio lasciarli nel loro ambiente

Con l’arrivo dell’estate, chi ha un gatto si trova di fronte al solito dubbio: meglio portarlo in vacanza o lasciarlo a casa? A differenza dei cani, i gatti sono fortemente legati al proprio territorio, e un trasferimento improvviso in una casa o in una stanza d’albergo può diventare fonte di stress, disagio e problemi comportamentali.

Gatto a casa: più sicuro, ma serve organizzazione

Il parere degli esperti è piuttosto netto: se si tratta di pochi giorni, meglio non spostarlo. La veterinaria Zita Talamonti, esperta in comportamento animale, lo spiega chiaramente: «I gatti sono legati alla loro abitazione e si sentono più sicuri tra le mura di casa». Portarli in una pensione è spesso uno stress maggiore: anche se le strutture sono valide, la presenza di altri animali può destabilizzarli. L’opzione migliore resta quella domestica, ma va pianificata bene.

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Gatti in vacanza, portarli o lasciarli a casa? Cosa dice davvero chi se ne intende -Unita.tv

Chi resta a prendersi cura del gatto deve conoscere le sue abitudini, rispettare l’orario dei pasti, pulire la lettiera con costanza e non cambiare la sabbia. Anche i detergenti nuovi possono creare disagio. Secondo la dottoressa, uno dei problemi più frequenti al ritorno è la minzione fuori dalla cassetta, spesso causata da una pulizia scarsa o da materiali diversi da quelli abituali. L’ideale è affidarsi a persone fidate o pet sitter esperti, pronti a seguire ogni indicazione lasciata dal proprietario.

Se in casa vive un altro gatto, l’assenza del proprietario può pesare meno. La compagnia felina aiuta a ridurre l’ansia da separazione, e il micio rimane più tranquillo.

Viaggio con il gatto: quando farlo e come gestirlo

Ci sono situazioni in cui portare il gatto è inevitabile. In quel caso, servono alcune attenzioni. Se l’animale soffre lo spostamento, è meglio parlarne in anticipo con il veterinario per valutare integratori o farmaci anti-nausea. Se si viaggia in aereo, bisogna sapere che non tutte le compagnie accettano animali in cabina e che i posti sono limitati: meglio prenotare per tempo. Inoltre, il micio deve sopportare il trasportino per tutta la durata del tragitto.

Una volta giunti a destinazione, è fondamentale un adattamento graduale. Il consiglio è quello di farlo ambientare in una stanza sola, con lettiera e ciotole, prima di farlo esplorare il resto della casa. Importante che l’alloggio sia sicuro, con zanzariere o reti alle finestre e sui balconi per evitare fughe o incidenti.

In albergo, la situazione può complicarsi. Non tutte le strutture accettano gatti, e spesso lo spazio a disposizione è ridotto a una stanza di pochi metri quadrati, dove il gatto passerebbe la maggior parte del tempo da solo. A differenza del cane, il gatto non ama uscire al guinzaglio, quindi il rischio è di costringerlo a rimanere chiuso, senza stimoli e con il disturbo del personale addetto alle pulizie. In questi casi, a meno che il micio non sia già abituato, è meglio non portarlo.

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