La forza di un sorriso può sembrare un gesto semplice, ma nasconde un significato profondo, soprattutto in un mondo segnato da tensioni e ingiustizie. Le parole di Pier Paolo pasolini, pronunciate in un cortometraggio dagli anni ’60, sembrano oggi più attuali che mai. Tra episodi di violenza, esclusione e paure, tornare a riflettere su quei versi apre uno spiraglio sulla capacità umana di resistere, di non arrendersi anche quando tutto sembra perduto.
Un ricordo scolastico che attraversa i decenni
All’età di sedici anni, ascoltai per la prima volta una frase che avrebbe segnato il mio modo di vedere le cose: “finché sorriderò, tu non sarai perduta”. Era una professoressa che, vedendo il mio turbamento da amore non corrisposto, mi spingeva a guardare “Che cosa sono le nuvole?”, il cortometraggio scritto e diretto da Pier Paolo pasolini, tratto dal film “Capriccio all’italiana”. Quel corto includeva la canzone “Cosa sono le nuvole”, con testo di pasolini e musica di Domenico Modugno.
Quella esperienza tornò alla mente quando riflettevo sul clima attuale, fatto di rabbia, sospetto e paure spesso alimentate da incomprensioni e pregiudizi. Quel sorriso che pasolini cita non è solo un gesto, ma un vero e proprio atto di resistenza contro una realtà che spesso sembra volerci dividere. La voce della professoressa di tanti anni fa ha continuato a guidarmi, come un invito a non perdere la speranza e a conservarla nei momenti più bui.
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Episodi di violenza e incomunicabilità nelle città italiane
A metà aprile 2025, le cronache di città come Milano, Bergamo e altre località italiane sono state segnate da episodi di violenza che raccontano una società in difficoltà. A Milano, una nonna ha pronunciato parole razziste vicino a una nipotina di pochi anni, segnando la trasmissione di pregiudizi di generazione in generazione. Nello stesso periodo, casi drammatici hanno colpito l’opinione pubblica: Sara Campanella è stata accoltellata dal suo ex, il corpo di Ilaria Sula è stato trovato dentro una valigia, e a Bergamo sono stati registrati aggressioni violente contro semplici tifosi o persone comuni.
Questi eventi, apparentemente slegati, mostrano però un comune denominatore fatto di ignoranza e chiusura verso l’altro. La mancanza del sorriso di cui parlava pasolini diventa evidente: questa assenza alimenta conflitti e crea distanza tra le persone. Nel confronto quotidiano, la scelta delle parole e dei gesti può far lievitare tensioni esistenti o spegnerle, eppure sembra che si scelga spesso la via più facile della discriminazione.
Adolescenti, dolore e rappresentazioni mediatiche
La rappresentazione contemporanea della gioventù è spesso prigioniera di immagini cupe e pessimiste, come evidenziato dalla recente serie tv “Adolescence” su Netflix. Molti adulti la consigliano ai ragazzi, forse con l’intenzione di farli riflettere o diffondere consapevolezza. Tuttavia, la serie sembra accentuare un senso di disperazione senza offrire vie d’uscita o segnali di speranza.
In questo modo si rischia di rinforzare quella sembra una rassegnazione totale, senza lasciare spazio a un sorriso che possa aprire a una realtà più umana e accogliente. Il racconto di ambienti scolastici come un luogo chiuso, pieno di ragazzi braccati e senza opportunità, dà una visione distorta della realtà e non rende giustizia ai tanti giovani che si impegnano ogni giorno.
Che cosa sono le nuvole? il teatro di pasolini e la rinascita attraverso la bellezza
Il cortometraggio di pasolini “Che cosa sono le nuvole?” si ispira liberamente all’Otello di Shakespeare e racconta attraverso marionette il cammino tra apparenza e realtà, inganno e verità. Dietro le quinte, le marionette riflettono sul senso della loro esistenza e sui ruoli imposti loro dal burattinaio. Otello nasce con la gioia semplice di esistere ma poi si perde nel dubbio e nella gelosia, mentre l’inganno di Jago minaccia di distruggerlo.
Dopo che la scena si conclude e le marionette sono destinate alla discarica, una nuova prospettiva si apre: Otello e Jago osservano le nuvole nel cielo, e si lasciano sorprendere dalla loro bellezza. Questo momento di stupore diventa una rinascita, una liberazione dai fili che li hanno controllati. La meraviglia della natura rappresenta per loro una salvezza, una possibilità di guardare oltre la finzione.
Quel sorriso di cui parla pasolini nasce da questa “straziante meravigliosa bellezza del creato”. È un sorriso che resiste nonostante il dolore, la falsità e il male. È un sorriso che invita a non smettere di credere, a non perdere la propria umanità.
Il valore di un sorriso tra passato e presente
Il cortometraggio di pasolini resta un invito aperto a tutti, specialmente ai giovani, a guardare il mondo con occhi capaci di bellezza e stupore. Oggi, come nel passato, serve tornare a riconoscere quel sorriso che non scompare, anche quando tutto sembra perduto. Serve coltivare la capacità di dare e ricevere gentilezza, di accogliere l’altro senza paura.
La memoria di quelle parole e di quel film indica una strada diversa: non lasciare che la rabbia o il pregiudizio occupino tutto lo spazio dentro di noi, perché in quei momenti si rischia davvero di perdere qualcosa di più grande, la nostra stessa dignità.
Pasolini e Modugno, con la forza di un’opera apparentemente semplice, ci ricordano che un sorriso – anche piccolo – può essere un baluardo contro il male che incombe nella società. Quella bellezza straziante continua a esistere, e tra le pieghe della nostra quotidianità resta una speranza tangibile, pronta a riaffiorare.