Emergenza xylella in puglia, indagine svela presunte speculazioni legate alle rinnovabili e danni al settore agricolo
In Puglia, l’eradicazione di ulivi per il batterio Xylella fastidiosa solleva sospetti di speculazione legati a progetti energetici, mentre la procura di Bari archivia le indagini per mancanza di prove.

L’articolo indaga i dubbi sull’eradicazione degli ulivi in Puglia, ufficialmente dovuta alla xylella, ma sospettata di nascondere interessi legati allo sviluppo di impianti di energia rinnovabile, con un’inchiesta chiusa senza responsabilità accertate. - Unita.tv
Negli ultimi dieci anni la regione puglia ha assistito a un massiccio abbattimento di ulivi, spesso secolari, giustificato dalla diffusione del batterio xylella fastidiosa, che ha causato danni ingenti agli alberi e all’intero comparto agricolo. Una recente inchiesta della trasmissione televisiva fuori dal coro, però, ha portato alla luce elementi finora nascosti che mettono in discussione la versione ufficiale sui motivi dell’eradicazione. Secondo alcuni agricoltori e comitati locali, l’epidemia di xylella sarebbe stata usata come pretesto per interventi mirati a favorire l’installazione di impianti di energia rinnovabile sul territorio pugliese.
Dubbi sull’emergenza xylella e i danni agli uliveti in puglia
Il batterio xylella fastidiosa ha effettivamente provocato gravi problemi agli uliveti pugliesi, debilitando numerosi alberi e portando a campagne di incalzante eradicazione. Negli anni sono stati abbattuti molti esemplari ritenuti infetti, anche se la selezione spesso è risultata indiscriminata. Le associazioni agricole hanno raccolto testimonianze e documenti che segnalano la distruzione di piante ancora sane. Questi abbattimenti di massa hanno prodotto danni economici e ambientali difficili da quantificare, penalizzando gli agricoltori, la biodiversità e la paesaggistica rurale.
Dietro queste operazioni, sostengono alcune realtà locali, si celerebbe un disegno più ampio. Il racconto degli agricoltori coinvolti parla di pressioni esterne e di un’emergenza usata strumentalmente per giustificare tagli indiscriminati. Il rapporto dei carabinieri di bari menziona infatti come l’eradicazione di vaste estensioni di ulivi possa essere stata legata a interessi non direttamente collegati alla tutela fitosanitaria, ma con ricadute sull’assetto territoriale e la destinazione dei terreni.
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Interesse delle aziende energetiche nelle zone colpite dalla xylella
Le aree di uliveti abbattuti rientrano spesso in zone indicate per sviluppare impianti di energia rinnovabile, come pannelli fotovoltaici e pale eoliche. Proprio questo scenario medesimo è al centro delle accuse di speculazione emerse nel servizio di fuori dal coro. Alcuni comitati di cittadini e agricoltori riferiscono che il diffondersi dell’emergenza abbia coinciso con la presentazione di progetti per parchi eolici e fotovoltaici in quelle stesse aree.
Un esempio calzante riguarda il parco eolico di latiano, il cui progetto è stato reso pubblico poco dopo le prime azioni di abbattimento dei ulivi nella zona. Secondo questa ricostruzione, il batterio e la conseguente eradicazione avrebbero aperto la strada a interventi che modificano profondamente il paesaggio rurale e l’economia locale. I rapporti della forza dell’ordine confermano l’esistenza di indizi su una possibile manipolazione dei dati relativi alla diffusione della malattia.
Inchiesta della procura di bari e archiviazione per mancanza di responsabili
Il danno causato dalle misure di lotta alla xylella ha spinto alcuni agricoltori a chiedere un’indagine approfondita. La procura di bari ha risposto avviando accertamenti sulle irregolarità denunciate. Il fascicolo ha raccolto un quadro complesso, con evidenze di dati potenzialmente falsati e passaggi poco chiari nella gestione dell’emergenza fitosanitaria.
Nonostante la presenza di numerosi elementi sospetti, il procedimento si è chiuso con un’archiviazione. Gli inquirenti hanno sottolineato che, pur essendoci indizi consistenti e segnali precisi dei fenomeni sospetti, è risultato impossibile attribuire responsabilità dirette. I carabinieri nel loro rapporto hanno spiegato come la mancanza di prove esaurienti abbia bloccato la possibilità di individuare i mandanti o chi ha favorito l’operazione di eradicazione per altri scopi.
Persistono dubbi tra agricoltori e cittadini
Questa situazione lascia ancora aperti molti interrogativi per gli agricoltori e i cittadini pugliesi. I dubbi su conflitti di interesse e speculazioni ai danni del territorio persistono, nonostante l’assenza di un esito giudiziario definitivo. Nel frattempo, gli ulivi abbattuti restano un segno tangibile di una vicenda che coinvolge fattori ambientali, economici e sociopolitici a cascata.