Elezioni portogallo 2025: ad in testa ma la maggioranza resta un enigma politico per il prossimo governo
Le elezioni in Portogallo del 2025 hanno visto l’alleanza democratica prevalere, mentre il partito socialista ha subito un calo significativo, creando un contesto parlamentare frammentato e incerto per la formazione di un governo.

Le elezioni portoghesi del 2025 hanno visto una vittoria parziale dell’alleanza democratica, un forte calo del partito socialista e la crescita della destra populista Chega, creando un Parlamento frammentato e una difficile formazione di governo stabile. - Unita.tv
Le elezioni in Portogallo del 2025 hanno confermato l’andamento già visto nei sondaggi, ma hanno anche portato a importanti scosse nella composizione parlamentare. In uno scenario politico serrato, l’alleanza democratica emerge con un leggero vantaggio, mentre i restanti partiti principali si trovano ad affrontare una fase di incertezza, rendendo difficile la formazione di un esecutivo stabile. Il voto arriva dopo soli 14 mesi dall’ultima consultazione elettorale, con risultati che indicano mutamenti profondi nell’equilibrio tra centrodestra, socialisti e la destra populista di chega.
La vittoria parziale dell’alleanza democratica e i numeri alle urne di giugno 2025
Il primo dato che spicca nelle elezioni del 2025 riguarda il successo dell’alleanza democratica guidata da luís montenegro. Questo raggruppamento ha raccolto il 32,7% dei voti, un incremento di circa 3 punti rispetto all’ultimo appuntamento elettorale. Questa crescita conferma una tendenza al centrodestra che si rafforza rispetto al passato recente. Montengero ha mantenuto una linea chiara e decisa durante la campagna elettorale, puntando su un programma conservatore e di discontinuità rispetto all’azione dei socialisti.
Flessione del partito socialista
Lo spostamento più evidente tra le preferenze riguarda però la flessione del partito socialista, guidato da pedro nuno santos. Il calo netto del 5% rispetto a prima, scendendo al 23%, si configura come un vero e proprio segnale di criticità per le forze di centrosinistra. Per il partito socialista quello del 2025 è il risultato più basso dal 1987, un dato che ha spinto il leader a rassegnare le dimissioni immediatamente dopo la chiamata alle urne.
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Altro protagonista di rilievo è il partito chega, collocato a destra del panorama politico, che ha registrato una crescita importante, raggiungendo il 22,6% dei consensi. Il suo leader, andré ventura, è riuscito a guadagnare terreno su un elettorato euroscettico e populista, mettendo in discussione l’assetto tradizionale e aumentando il proprio peso numerico in Parlamento.
L’impasse per la formazione della maggioranza e i possibili scenari politici
Le urne hanno ricreato uno schema parlamentare molto frammentato. L’alleanza democratica attualmente dispone di circa 89 seggi. Servirebbero almeno 116 per ottenere una maggioranza che consenta un governo stabile. I socialisti e chega, con 58 seggi ciascuno, mantengono una forza rispettabile ma insufficiente a ribaltare la situazione. Restano fuori dalla contesa dei gruppi decisivi i partiti minori, che complessivamente raccolgono solo 11 seggi; anche un’alleanza molto ampia con questi gruppi non basterebbe a raggiungere la soglia necessaria per governare.
Luís montenegro già ha escluso di allearsi con andré ventura, soprattutto a causa delle posizioni politiche della destra populista. Al momento i socialisti non sembrano intenzionati a siglare accordi per la maggioranza, lasciando aperto il terreno a trattative complicate. Le consultazioni sul voto degli elettori all’estero potrebbero ancora modificare leggermente i numeri, ma il quadro resta complesso.
Fase di stallo politico
Il voto di giugno 2025 ha quindi messo in evidenza una fase di stallo. Le difficoltà nell’allestire una coalizione governativa mettono in luce le profonde divergenze tra i partiti principali. Si apre una fase di dialogo politico che potrà condurre a soluzioni poco prevedibili, in cui ogni passo dovrà essere calibrato con attenzione.
Le conseguenze politiche della crisi interna al partito socialista dopo le dimissioni di pedro nuno santos
Il risultato storico negativo del partito socialista ha avuto ripercussioni immediate. Pedro nuno santos ha lasciato la guida del partito, riconoscendo la responsabilità della sconfitta. Questa decisione ha aumentato l’incertezza sulla capacità del centrosinistra di riprendersi nelle prossime settimane.
La leadership socialista dovrà affrontare la sfida di ricostruire una strategia credibile per le future consultazioni. Il calo di consensi evidenzia una perdita di fiducia tra l’elettorato tradizionale. A complicare la situazione contribuisce la crescita della destra populista, che sottrae parte degli elettori ai socialisti.
Tensioni interne e possibili spostamenti nelle alleanze
Questo passaggio può generare tensioni interne e spostamenti nelle alleanze parlamentari, soprattutto se si dovrà cercare di negoziare con altre forze per sostenere un governo. La fase successiva alle dimissioni sarà seguita con attenzione dal panorama politico portoghese, perché potrà ridefinire gli equilibri dei prossimi mesi.
Le elezioni di giugno 2025 in portogallo hanno così ribadito una realtà complessa: una vittoria parziale all’ad e un contesto parlamentare spezzettato, con una maggioranza lontana dall’essere definita. Il futuro politico resta quindi aperto a sviluppi che in pochi riuscivano a immaginare, dopo un voto che ha cambiato alcune regole del gioco senza offrire soluzioni definitive.