Elezioni comunali in Libano 2025 confermano divisioni confessionali e segnali di cambiamento politico
Le elezioni municipali del 2025 in Libano hanno confermato le divisioni confessionali, evidenziando il ruolo di Hezbollah e Amal nel sud, mentre Beirut ha visto una maggiore partecipazione dei partiti cristiani.

Le elezioni municipali libanesi del 2025 hanno confermato le tradizionali divisioni confessionali, con Hezbollah dominante nel sud, ma hanno anche evidenziato segnali di cambiamento politico e un processo in corso di disarmo militare, in un contesto di crescente influenza internazionale e tentativi di stabilizzazione. - Unita.tv
Le elezioni municipali in Libano si sono svolte nel 2025 tra conferme delle tradizionali aree di influenza confessionale e segnali di un possibile cambiamento politico interno. Il voto si è tenuto senza grandi problemi, mostrando una capacità di gestire nuove consultazioni democratiche anche in un contesto complesso. Al centro dell’attenzione resta il ruolo di Hezbollah, la sua presenza politica soprattutto nel sud del Paese, e il delicato percorso verso il disarmo delle milizie. Questo appuntamento elettorale offre uno spaccato essenziale delle dinamiche confessionali e delle nuove sfide del Libano.
Le elezioni municipali e il loro significato democratico
Le elezioni comunali in Libano hanno confermato, con dati eclatanti, la divisione sociale, culturale e politica che da sempre caratterizza il Paese, basata sulle diverse appartenenze confessionali. Nelle zone a maggioranza sciita, soprattutto nel sud, le liste sostenute da Hezbollah e dal partito Amal sono uscite vittoriose, testimonianza diretta della forte presenza politica di questi gruppi in quelle aree. Beirut, più mista e a tratti frammentata, ha invece visto una maggiore partecipazione da parte di partiti cristiani, come le Forze Libanesi, che hanno conquistato diversi seggi.
La gestione dei seggi è stata ordinata e trasparente, senza che si registrassero incidenti di rilievo. Questo risultato è importante, perché dimostra che, nonostante gli anni di crisi politica e sociale, il Libano mantiene una tradizione democratica radicata. Nel contesto mediorientale, dove la democrazia è spesso associata solo ad Israele, il Libano dimostra di poter organizzare consultazioni elettorali pacifiche e regolari, rafforzando così il suo profilo delicato ma significativo.
Leggi anche:
Un’altra caratteristica che emerge è l’autonomia riconosciuta ai Comuni libanesi, che permette alle diverse comunità di far sentire la propria voce e rivendicare rappresentatività diretta. La tornata elettorale del 2025 ha messo in evidenza questa realtà, confermando che ogni confessione controlla politicamente principalmente le proprie aree, con liste spesso uniche che garantiscono risultati scontati nelle rispettive zone di influenza.
Il ruolo di hezbollah nel voto e il percorso verso il disarmo politico
Hezbollah continua a rappresentare il principale partito per la comunità sciita, occupando una posizione di rilievo soprattutto nel sud del Libano, a maggioranza sciita. Le elezioni hanno confermato la predominanza delle sue liste in quelle aree, che spesso si alleano con Amal, formando una coalizione di fatto vincente senza la necessità di un vero confronto elettorale. Questa situazione riflette la realtà consolidata di Hezbollah come principale forza politica sciita.
Al tempo stesso, però, Hezbollah si trova in una fase complicata di trasformazione. Il dibattito centrale è quello del passaggio dal movimento armato al partito politico senza milizie. Il presidente Joseph Aoun, esponente cristiano maronita, ha avviato colloqui continuativi con i vertici di Hezbollah per avviare il disarmo, in modo da permettere al Libano di riconquistare la fiducia internazionale, occidentale e araba.
Il processo del disarmo non riguarda solo Hezbollah: si parla anche dei campi profughi palestinesi, che da decenni rimangono armati e fuori dal controllo dello Stato libanese. La volontà di estendere il controllo governativo sull’intero territorio è un passo delicato per la stabilità, che segnerebbe una svolta significativa. Per ora, il percorso appare avanzato ma ancora incompleto.
Il contesto internazionale sostiene questo cambiamento. Gli Stati Uniti spingono per una riduzione del potere militare di Hezbollah, che ha visto ridimensionata anche la sua capacità logistica a causa del calo di sostegno proveniente dall’Iran e dalla Siria, un tempo canale fondamentale per rifornire le milizie. Hezbollah risulta quindi più circoscritto e più interessato a consolidarsi come interlocutore politico.
Le implicazioni internazionali e il posizionamento geopolitico del libano
Il governo libanese più recente si presenta con figure legate agli Stati Uniti o con passaporti americani, segno di una crescente influenza statunitense in un momento delicato per il Medio Oriente. Alcuni attori chiave legati all’amministrazione americana, come Michael Boulos e Tom Barrack, sono impegnati nel dossier libanese, segnalando l’interesse occidentale nel rilancio del Paese.
La costruzione dell’ambasciata americana a Beirut, destinata a diventare una delle più grandi in Medio Oriente, rappresenta un impegno concreto degli Stati Uniti, che guardano al Libano come a un possibile terreno di stabilizzazione e rinnovamento. Parallelamente, la riapertura dei collegamenti con i Paesi del Golfo potrebbe ristabilire legami economici e culturali interrotti per motivi politici e settari.
Israele osserva con attenzione, considerando la persistente presenza di miliziani armati nel sud Libano e il rischio di nuove azioni militari. L’eventualità di ulteriori lanci di razzi non è da escludere, e rimane un elemento di tensione. Tuttavia, con il disarmo in corso e con un Libano che cerca di allontanarsi da conflitti armati interni, il quadro potrebbe modificarsi.
Questa situazione induce una riflessione sul cambiamento in atto: il Libano, pur mantenendo una configurazione politica confessionale, prova a uscire dall’instabilità che lo ha caratterizzato negli ultimi decenni. La spinta occidentale si combina con dinamiche interne per tentare di tornare a una certa normalità.
I segnali di trasformazione sociale e politica nella società libanese
Il sentimento diffuso nella società libanese sembra migliorare rispetto agli anni passati. L’aeroporto di Beirut, una volta sotto il controllo stretto di Hezbollah, ora mostra una gestione diversa, meno militarizzata e più orientata a rilanciare l’immagine del Paese. Strade e spazi pubblici non riportano più esclusivamente simboli militari ma anche messaggi istituzionali legati al turismo e alla cultura.
Questa mutazione visibile contribuisce a rafforzare il segnale di un Paese che tenta di liberarsi dalla sua immagine di terra costantemente sotto tensione. Il morale è più alto e la percezione di una fase nuova si manifesta anche nella crescita di iniziative civili e nell’aumento della partecipazione politica.
Nonostante Hezbollah conservi ancora delle armi, la conferma della sua anima militare, il bilancio tra la parte politica e quella militare si sta modificando. Solo con il completo disarmo potrà tornare a pieno titolo nelle relazioni internazionali e con le comunità arabe sunnite. I negoziati seguiti dal Presidente Aoun intendono chiarire le reali intenzioni e la volontà di compiere questo passo.
Le elezioni comunali hanno sancito un equilibrio tra vecchio e nuovo, tra gruppi confessionali radicati e spinte per un cambiamento che tenga conto sia della diversità sia della necessità di stabilità. Il Libano resta un mosaico complesso, ma le recenti consultazioni ne mostrano la capacità di affrontare le sfide in modo organizzato.