Ecco qual è la miglior acqua minerale secondo Altroconsumo: analisi e classifica 2025
Altroconsumo ha analizzato 21 marche di acqua minerale in Italia, rivelando criticità chimiche e ambientali. Alcuni marchi noti presentano contaminanti, mentre altri meno pubblicizzati offrono qualità superiore.

Altroconsumo ha valutato 21 marche di acqua minerale in Italia, evidenziando la presenza di sostanze nocive come Pfas e arsenico in alcune marche famose, mentre altre risultano più sicure e sostenibili. - Unita.tv
L’acqua minerale è un prodotto presente in ogni casa, ma conoscerne la qualità reale è spesso difficile. Altroconsumo ha pubblicato la sua classifica annuale per aiutare i consumatori a capire quali marche siano effettivamente sicure e salutari. Il test si è concentrato sia sulla presenza di sostanze dannose che sul rispetto di limiti imposti dalla legge, offrendo una panoramica dettagliata delle acque disponibili nella grande distribuzione italiana. Dietro alcuni marchi famosi si nascondono problemi non sempre evidenti, mentre altre acque meno pubblicizzate emergono con risultati migliori.
Il test di altroconsumo sui principali marchi di acqua minerale in commercio
La valutazione di Altroconsumo ha riguardato 21 marche tra le più diffuse in Italia. Considerando che l’acqua è consumata quotidianamente in quantità anche rilevanti, l’associazione ha focalizzato l’attenzione su sostanze pericolose per la salute. In particolare è stata approfondita la presenza dell’acido trifluoroacetico , classificato fra i Pfas, composti che non si degradano nell’ambiente e che risultano potenzialmente dannosi per chi li assume nel tempo. Il test ha preso in considerazione limiti chimici precisi, come quelli fissati per le acque potabili, ma ha esaminato anche arsenico e altri contaminanti.
Lo scenario si complica ulteriormente se si pensa che in passato alcune aziende hanno adottato metodi di trattamento vietati, come l’utilizzo dei raggi ultravioletti su acque destinate al consumo, come nel caso segnalato di Nestlé. Il risultato di questa indagine consente di conoscere quali acque rispettino gli standard senza compromessi, e quali invece contengano livelli di inquinanti superiori a quelli previsti dalla legge.
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Quali sono le acque bocciate e i rischi per la salute
Tra le 21 marche testate, sei hanno superato i limiti massimi di Tfa, ricevendo così un giudizio insufficiente. Queste acque, tutte molto vendute, presentano concentrazioni elevate di sostanze come acido trifluoroacetico e arsenico. Nella lista delle bocciate spiccano Acqua Panna, Levissima, l’acqua Ulmeta della catena Esselunga, Maniva e Saguaro, distribuita da Lidl. Questi marchi, ampiamente riconosciuti sul mercato, mostrano criticità che spesso non emergono dalle comuni abitudini di acquisto.
Un caso particolare è quello di Fiuggi, storica acqua minerale italiana, che ha evidenziato livelli elevati di arsenico. Oltre ai criticità chimiche, è stata valutata anche la sostenibilità ambientale del packaging. Fiuggi è venduta in bottiglie di vetro e plastica; quest’ultima è stata giudicata meno rispettosa dell’ambiente, penalizzando la marca nel confronto sui criteri ecologici.
Le sostanze rilevate, specie il Tfa, appartengono a una famiglia di composti che restano nell’ambiente per lunghi periodi. L’accumulo frequente di queste sostanze riveste un ruolo negativo per la salute, specie se assunte con regolarità ogni giorno come avviene con l’acqua minerale. Per questo il risultato di Altroconsumo invita a fare attenzione alle scelte quotidiane.
Le acque minerali meglio valutate e i costi al consumatore
Sul gradino più alto del podio si colloca l’acqua Blues Sant’Antonio, distributa da Eurospin. Questa acqua ha ottenuto ottimi punteggi soprattutto per l’assenza di Tfa o per livelli molto contenuti, risultando la migliore dal punto di vista della purezza chimica secondo l’associazione. Il prezzo è particolarmente basso, intorno a 17 centesimi al litro, smentendo l’idea che un costo superiore corrisponda sempre a una maggiore qualità.
Ottimi risultati sono stati raggiunti anche da Valpura, acqua della catena Conad, poco conosciuta ma ben valutata nella relazione di Altroconsumo. Infine è da segnalare San Benedetto Eco Green, riconosciuta soprattutto per il suo ridotto impatto ambientale, un fattore che pesa nella scelta di molti consumatori oggi. Questa versione naturale, non gassata, ha dimostrato di coniugare qualità dell’acqua e attenzione all’ambiente.
Questa classifica dimostra che spesso il prezzo o la notorietà non coincidono con la sicurezza o pulizia del prodotto. Scelte apparentemente semplici richiedono un’analisi più approfondita, che prende in considerazione molteplici aspetti, dalla composizione chimica al packaging.
Criteri e parametri al centro dell’indagine di altroconsumo
L’indagine ha coinvolto una serie di analisi su ogni acqua testata. Non si è limitata ai controlli chimici ma ha incluso l’esame delle sostanze nocive come Pfas e arsenico, verificando la loro concentrazione rispetto ai limiti imposti dalla legge. Altroconsumo ha inoltre valutato l’impatto ambientale del packaging e ha controllato le informazioni riportate in etichetta, per capire se fossero chiare e complete.
Questo approccio multidimensionale punta a fornire una fotografia completa per il consumatore. Oltre alla purezza, contano anche le caratteristiche che contribuiscono a ridurre lo spreco o inquinamento, come materiali riciclabili e confezioni leggere. Se da un lato 11 marche su 21 hanno ottenuto voti buoni, dall’altro il problema del Tfa persiste come elemento da monitorare con attenzione.
L’acido trifluoroacetico si sviluppa in seguito a processi industriali e tende a rimanere nell’ambiente senza degradarsi. Il suo assorbimento ripetuto può provocare effetti tossici anche lontani nel tempo, per questo la sua quantità deve rimanere entro limiti molto bassi in prodotti di uso frequente come l’acqua minerale.
Il dato suggerisce che la diffusione di questa sostanza non è limitata a poche marche, ma si estende a molte acque disponibili sugli scaffali, e che la presenza dei Pfas è un tema da tenere sotto osservazione continua. Le scelte del consumatore devono dunque poter contare su informazioni aggiornate e affidabili, come quelle rese pubbliche da indagini indipendenti.