Home Draghi e mattarella spingono l’Ue contro i dazi trumpiani fra geopolitica e difesa comune europea

Draghi e mattarella spingono l’Ue contro i dazi trumpiani fra geopolitica e difesa comune europea

Mario Draghi e Sergio Mattarella si uniscono per affrontare le sfide geopolitiche dell’UE e degli Stati Uniti, evidenziando la necessità di una risposta europea alle politiche protezionistiche di Trump.

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Mario Draghi e Sergio Mattarella guidano un dialogo europeo sulle sfide commerciali e geopolitiche con Usa e Cina, mentre l’Italia si posiziona strategicamente nel rafforzamento della difesa europea e nelle dinamiche economiche internazionali del 2025. - Unita.tv

Mario Draghi ha convocato un seminario in Portogallo per affrontare le sfide commerciali e geopolitiche che coinvolgono l’Ue e gli Stati Uniti. Sergio Mattarella, presidente della repubblica, ha deciso di partecipare per sottolineare la necessità di una risposta europea unita alle politiche protezionistiche emergenti, soprattutto alla nuova ondata di dazi promossa dall’amministrazione trumpiana. Il loro appello congiunto riflette una strategia che coinvolge le relazioni tra Italia, Europa e Usa nell’attuale contesto internazionale complesso.

Un legame storico fra mattarella e draghi fra politica italiana ed europea

La collaborazione tra Mattarella e Draghi ha radici profonde negli ultimi dieci anni della politica italiana. Quattro anni fa, messa quasi ai titoli di coda la fase iniziale del primo mandato di Mattarella, fu proprio lui a chiamare Draghi come presidente del consiglio, segnando un passaggio istituzionale rilevante. In seguito, a inizio 2022, durante la conclusione della legislatura, Mattarella accettò un secondo mandato presidenziale su invito del parlamento. La scelta ebbe anche l’effetto di frenare la possibile candidatura di Draghi al Quirinale, posizione di vertice della repubblica italiana.

Durata record al quirinale per mattarella e posizione di draghi

Ad oggi, Mattarella supera i dieci anni di permanenza al Quirinale, stabilendo un record nella storia repubblicana moderna e superando anche l’altro presidente rieletto, Napolitano. Draghi invece, dopo tre anni trascorsi lontano dalla guida diretta dei governi, mantiene tuttora una posizione di rilievo sia in Italia che in Europa, con solide connessioni negli ambienti finanziari di Wall Street e con settori di spicco dell’amministrazione statunitense definita Deep State.

La visita in cina di mattarella e le alleanze geoeconomiche per l’ue

Nel 2025, proprio quando Trump veniva rieletto alla presidenza degli Stati Uniti, Mattarella si trovava in visita ufficiale in Cina. L’accompagnavano figure di primo piano della politica e degli affari: Romano Prodi, ex presidente della commissione europea e già premier italiano, e John Elkann, presidente di Stellantis. Prodi ha più volte sostenuto che la Cina rappresenta una sponda essenziale per l’Ue nella sua lotta contro le politiche americane di Trump, in particolare per fronteggiare il protezionismo e il riequilibrio dei rapporti commerciali e strategici.

Tregua fra washington e pechino e viaggi strategici

Questa alleanza geoeconomica si inserisce in un quadro più ampio dove la frattura tra Usa e Cina rappresenta la linea di faglia principale della geopolitica mondiale odierna. La notizia più recente parla di una tregua raggiunta fra Washington e Pechino sul fronte dei dazi e delle tensioni commerciali. La mossa è stata annunciata mentre Trump era in viaggio verso l’Arabia Saudita, paese strategico per gli equilibri regionali, accompagnato da un gruppo di imprenditori di spicco, inclusi esponenti del big tech americano come Elkann.

Geopolitica mediorientale e le reazioni italiane alle iniziative internazionali

Pochi mesi prima, a Riyad, la premier italiana Giorgia Meloni era stata ospite ufficiale, appuntamento seguito da critiche da parte di media legati agli schieramenti “democratici” presenti in Europa e Italia. Negli ultimi giorni, poi, Meloni è stata al centro delle discussioni per non aver partecipato alla missione a Kiev insieme al presidente francese Emmanuel Macron e al leader laborista britannico Keir Starmer, entrambi noti per il loro sostegno attivo alla formazione di alleanze europee pro-atlantiche.

Posizioni variegate dei leader europei dopo trump

Macron e Starmer, subito dopo l’entrata in carica di Trump, sono stati tra i primi leader europei a dedicare attenzione a Washington, sottolineando la centralità che l’America ricopre negli equilibri europei e globali. Londra, da parte sua, si è mostrata in equilibrio autonomo, diventando la prima capitale europea a cedere in modo indipendente alle pressioni protezionistiche targate Trump, confermando così la separazione decisa dalla Brexit.

Meloni, nonostante tutto, resta sotto osservazione continua per presunti avvicinamenti a posizioni trumpiane in campo economico e politico, situazione che alimenta un confronto acceso nel dibattito pubblico italiano.

Il riarmo europeo e la strategia italiana nel contesto di difesa comune

Di recente la multinazionale Leonardo, insieme all’azienda tedesca Rheinmetall, ha presentato un’offerta per l’acquisto di Iveco Defence, impresa italiana attiva nella produzione di sistemi d’arma e controllata da Exor, la holding della famiglia Agnelli. L’operazione prevede un investimento complessivo di circa 1,5 miliardi di euro, entità economica che si avvicina ai sussidi richiesti da Stellantis per i progetti green, che vedono la partecipazione anche dello stato francese.

Ruolo italiano nella strategia di difesa europea

La notizia circa Iveco è arrivata in concomitanza con una riunione straordinaria del consiglio supremo di difesa a cui Mattarella ha preso parte per ricevere aggiornamenti diretti dalla premier Meloni e dai ministri coinvolti. Sul tavolo, il ruolo dell’Italia nell’ambito della strategia di riarmo europea sta assumendo grande importanza, interessando aspetti finanziari e industriali rilevanti.

Mattarella, pur sostenitore di posizioni pacifiste su conflitti quali quello di Gaza, segue con attenzione questo processo che vede l’Ue impegnata nel rafforzamento delle sue capacità militari e industriali. L’iniziativa si lega al noto rapporto Draghi, che prevede uno sviluppo dell’industria europea tramite indebitamento comune dell’area euro.

Eurobond e governance europea tra crisi politiche e strategie di ripresa

L’ipotesi di emissione di eurobond e la gestione coordinata a livello europeo della politica industriale rappresentano elementi chiave su cui molti osservatori internazionali si concentrano. Questi strumenti sono visti come parte di un tentativo di rafforzare la gestione tecnica dell’Ue e di opporsi a correnti sovraniste che hanno guadagnato terreno in alcune capitali europee dopo le tensioni della guerra in Ucraina e le divisioni interne a paesi di punta come Francia e Germania.

Il partito democratico italiano mantiene una posizione critica nei confronti del cosiddetto neo-bellicismo europeo e della trasformazione del rapporto Draghi rispetto ai fondi europei originariamente destinati alla transizione energetica e digitale. Lo sviluppo militare e industriale sovranazionale passa quindi al centro di discussioni politiche importanti in Italia e nel contesto europeo e globale.

L’evoluzione degli equilibri internazionali resta fluida in questo 2025, con l’Italia impegnata in un ruolo di mediazione tra continuità politiche storiche e nuove sfide internazionali di natura economica e di sicurezza.