Home Difesa nazionale ed europea: il ministro crosetto spiega le nuove strategie per rafforzare la sicurezza del continente

Difesa nazionale ed europea: il ministro crosetto spiega le nuove strategie per rafforzare la sicurezza del continente

Il ministro della Difesa Guido Crosetto discute l’importanza di un esercito europeo coordinato e dell’aumento degli investimenti militari al 2% del PIL per garantire la sicurezza dell’Italia e dell’Europa.

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L'articolo analizza le strategie dell'Italia e dell'Europa per rafforzare la difesa comune nel 2025, con focus sul ruolo di Guido Crosetto, il gruppo e5, l’aumento degli investimenti militari e la proposta di un servizio civile e militare volontario, in un contesto geopolitico segnato da crisi in Medio Oriente e Ucraina. - Unita.tv

Il dibattito sulla difesa, sia a livello nazionale che europeo, resta tra i temi chiave nel 2025. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha parlato di fronte alle pressioni geopolitiche e delle mosse in corso per rendere più solida la protezione militare dell’Unione europea. Dall’impegno per arrivare al 2% del pil destinato al settore militare, fino all’idea di un esercito europeo coordinato, questa intervista mette in luce le mosse dell’Italia e dei principali Paesi europei per rispondere alle tensioni internazionali attuali.

Il ruolo dell’Italia e l’incontro degli e5 per una difesa europea più unita

Negli ultimi mesi, i ministri della Difesa di Francia, Germania, Regno Unito, Polonia e Italia – il cosiddetto gruppo e5 – si sono incontrati più volte per discutere il futuro della sicurezza in Europa. Guido Crosetto ha definito questo gruppo come il motore principale di una nuova difesa europea. L’obiettivo è chiaro: creare una struttura militare meno frammentata, capace di operare come un sistema integrato e in parte indipendente dagli altri alleati internazionali.

Parallelamente, si lavora per portare gli investimenti nel settore al 2% del pil, parametro imposto dalla NATO per garantire un livello minimo di spesa militare credibile. Crosetto ha sottolineato che si intendono anche sviluppare progetti comuni per rilanciare l’industria militare europea. In questo senso, il ministro ha fatto esplicito riferimento a un “patto europeo per la difesa”, pensato per unire le capacità nazionali e superare la tradizionale divisione degli eserciti.

Il tema emerge come centrale intorno all’idea di una Europa più autonoma sul piano delle scelte di sicurezza, capace di contare sulle proprie risorse e non solo sugli Stati Uniti o la NATO. A questo si aggiunge il progetto di un modello di difesa che tenga conto delle nuove minacce tecnologiche, economiche e geopolitiche, superando visioni obsolete e pensando a uno scenario di sicurezza attuale.

La visione di crosetto sugli scenari globali e l’importanza della difesa italiana

Crosetto ha illustrato la percezione italiana rispetto a un contesto internazionale in rapida mutazione. Parlare di difesa significa affrontare la complessità di scenari geopolitici dove alcune nazioni fanno apertamente leva sulla forza per tutelare i loro interessi economici e strategici. Questa situazione rende urgente per l’Italia e l’Europa possedere strumenti militari adeguati per la propria autodifesa.

Secondo il ministro, la diplomazia resta sempre lo strumento principale per evitare conflitti, ma non si può prescindere da una capacità militare in grado di garantire deterrenza. Senza memoria di come si costruisce la sicurezza, rischiamo di perdere peso nello scacchiere globale. La scelta di rafforzare la difesa serve proprio ad evitare l’isolamento o la subordinazione a potenze esterne.

Sul piano nazionale, Crosetto ha messo in evidenza la necessità di un salto importante nella capacità di spesa e di innovazione tecnologica. Il rischio è quello di rimanere indietro rispetto a nemici che non esiteranno a usare la forza. Questi cambiamenti vanno declinati in scelte concrete, che vedono non solo l’aumento del budget ma anche la riorganizzazione delle forze armate e un maggiore coordinamento con gli alleati europei.

Il modello italiano di difesa e il servizio civile e militare obbligatorio volontario

Il governo italiano sta lavorando a una riforma che integri le forze armate professionali con un sistema di leva volontaria moderna e flessibile. A detta di Crosetto, si tratta di attivare un percorso che preveda un servizio alla Repubblica della durata di 6 o 9 mesi, estendibile sia a funzioni militari che civili.

Questa idea punta a fornire un’alternativa per i giovani, che non solo sostengano l’esercito ma acquisiscano anche competenze e possibilità di carriera di lungo termine. L’esperienza di servizio potrà così diventare una componente fondamentale per la crescita personale e professionale dei partecipanti.

Il modello resta del tutto volontario, anche se l’intento è stimolare l’adesione per aumentare il numero di persone pronte a rappresentare una risorsa in caso di emergenza. L’obiettivo è creare una forma di difesa più solida, che vada al di là delle poche unità professionali attualmente disponibili in Italia, senza però tornare a forme di leva tradizionale obbligatoria.

La posizione italiana sui conflitti in medio oriente e in ucraina

Il ministro Crosetto ha ribadito la linea italiana nei due principali scenari di crisi internazionale: Medio Oriente e Ucraina. Sul primo fronte, l’Italia si schiera a favore di Israele, confermando un rapporto storico fondato su amicizia e sostegno. Ma Crosetto ha anche riconosciuto che la guerra contro Hamas non giustifica la morte di civili innocenti, e ha richiamato la necessità di rispettare il diritto internazionale.

La soluzione indicata resta quella dei due stati, per mettere fine a una delle crisi diplomatiche più annose e complesse. Allo stesso tempo, Roma continuerà a difendere la sicurezza di Israele senza rinunciare a chiedere rispetto per le regole di guerra e i diritti umani.

Sul fronte ucraino, Crosetto ha confermato il supporto italiano pieno al governo di Kiev. Ha sottolineato che non si deve dare spazio alla legittimazione dell’uso della forza da parte della Russia. Qui la difesa europea si intreccia con gli interessi geopolitici e morali: solo mantenendo un equilibrio militare credibile, secondo il ministro, si può spingere verso un cessate il fuoco duraturo.

La chiave è offrire a Ucraina e Unione europea strumenti per resistere allo strapotere militare russo, così da costruire una posizione più forte ai tavoli diplomatici futuri. In questo senso, il salto industriale e strategico nella difesa è ritenuto indispensabile per evitare ulteriori ricadute di violenza.