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Depressione nei cani, l’esperto spiega: “Attenti a questi sintomi, non sono solo capricci”

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Il tuo cane è apatico e non mangia? Potrebbe soffrire di depressione: i segnali da controllare - Unita.tv
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La depressione colpisce anche i cani, con sintomi spesso sottovalutati. Riconoscerli e intervenire per tempo è essenziale per tutelare il loro benessere.

La depressione non è un problema solo umano. Anche i cani possono sviluppare disturbi depressivi, manifestando segnali che, se non riconosciuti in tempo, rischiano di aggravarsi. I sintomi principali sono spesso apatia, inappetenza, isolamento e perdita di interesse per le attività quotidiane. Ogni cane, però, è un individuo a sé: reagisce in modo diverso in base all’età, al contesto familiare e alla relazione con il pet mate. Per questo, solo un veterinario comportamentalista può valutare correttamente il quadro e impostare un percorso mirato.

Depressione nel cane: i segnali da non ignorare

Il primo indizio arriva da un cambiamento improvviso nel comportamento abituale. Il cane depresso tende a dormire di più, perde la voglia di interagire, mangia meno o, al contrario, può sviluppare un rapporto compulsivo col cibo. Alcuni smettono di giocare, ignorano le passeggiate, oppure si rifugiano in angoli nascosti della casa. In età adulta, spesso la depressione è legata a uno stress improvviso: un trasloco, una separazione, un lutto, l’arrivo di un altro animale o un cambiamento nella routine possono scatenare uno stato reattivo.

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Il tuo cane è apatico e non mangia? Potrebbe soffrire di depressione: i segnali da controllare – Unita.tv

Esiste anche una forma cronica, più profonda, che si sviluppa nel tempo, magari a causa di un dolore fisico non diagnosticato, una malattia metabolica o un disturbo neurologico. Alcuni sintomi si presentano in modo alternato: alternanza tra anoressia e bulimia, insonnia o eccessiva sonnolenza, momenti di apparente normalità seguiti da blocchi emotivi. Non è raro che i cani depressi si mostrino indifferenti a stimoli prima piacevoli, come la voce del proprietario o la ciotola del cibo.

Nei cani anziani, la depressione può assumere una forma detta “da involuzione”, con perdita di capacità acquisite, disorientamento, crisi di panico in caso di rumori forti e incontinenza improvvisa, anche durante il sonno. Nei cuccioli, invece, si manifesta spesso con una totale inibizione: non giocano, non mangiano, non reagiscono. In molti casi, queste condizioni derivano da eventi traumatici come punizioni violente, abbandono o separazioni precoci.

Diagnosi e cura: come intervenire e a chi rivolgersi

La diagnosi di depressione nel cane è esclusivamente clinica e comportamentale. Il veterinario parte da un’anamnesi approfondita, esclude patologie organiche e valuta il quadro nel suo complesso. Esami del sangue, tiroidei e neurologici aiutano a escludere malattie che possono dare sintomi simili. Solo in un secondo momento, se il sospetto viene confermato, si può parlare di stato depressivo e impostare un piano di trattamento.

Il primo passo è intervenire sul contesto: modificare l’ambiente, migliorare la stimolazione, evitare l’isolamento. L’arricchimento ambientale – come l’introduzione di nuovi giochi, percorsi olfattivi o interazioni guidate – può aiutare il cane a recuperare motivazione. Nei casi più gravi, il veterinario può prescrivere farmaci specifici, da non confondere con sedativi: si tratta di molecole studiate per ristabilire un equilibrio emozionale, ridurre la sofferenza e favorire il recupero comportamentale.

Un ruolo chiave è quello dell’istruttore cinofilo riabilitativo, che lavora in tandem con il veterinario per guidare il cane in un percorso graduale, rispettando tempi e limiti del singolo soggetto. L’intervento precoce, specie nelle fasi iniziali, garantisce le migliori possibilità di recupero.

Ignorare i sintomi può portare a un cronicizzarsi della sofferenza, rendendo il trattamento più lungo e complesso. Invece, riconoscere i segnali e chiedere aiuto tempestivamente può ridare serenità non solo all’animale, ma anche al suo compagno umano. La depressione non è un capriccio, né un problema di educazione: è un disagio reale, che merita attenzione e rispetto.

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