Home Delitto di garlasco, spitaleri e le controversie sull’impronta attribuita a andrea sempiero e la scena del crimine

Delitto di garlasco, spitaleri e le controversie sull’impronta attribuita a andrea sempiero e la scena del crimine

Il biologo molecolare Salvatore Spitaleri solleva dubbi sull’impronta trovata nella scena del crimine di Garlasco, contestando l’attendibilità delle analisi forensi e suggerendo la possibilità di più autori.

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Il biologo molecolare Salvatore Spitaleri mette in dubbio l’attendibilità delle impronte e delle analisi forensi nel caso Garlasco, sollevando nuove questioni sulla dinamica del delitto di Chiara Poggi e suggerendo la possibile presenza di più persone sulla scena del crimine. - Unita.tv

Il caso di garlasco resta uno dei più discussi nella cronaca giudiziaria italiana. Il biologo molecolare salvatore spitaleri, noto per la sua esperienza presso il ris, ha commentato alcuni aspetti cruciali legati alle prove emerse nell’inchiesta. Tra i punti più controversi figura l’impronta trovata su un muro vicino alle scale dove è stata uccisa chiara poggi, attribuita da una consulenza della procura ad andrea sempiero. Le sue osservazioni mettono in dubbio l’attendibilità di questa traccia e offrono nuovi spunti sulla dinamica della scena del crimine.

Dubbi sull’impronta sul muro vicino alle scale

salvatore spitaleri ha posto alla base della sua critica la distanza dell’impronta dalle altre tracce rilevate in cima alle scale. Secondo lui, l’impronta si trova al quarto scalino, un punto dove chiunque fosse passato avrebbe inevitabilmente macchiato la mano di sangue, dato il sangue presente in quella zona. questa incoerenza solleva dubbi sull’identificazione dell’impronta come quella dell’assassino.

spitaleri ha spiegato che la tecnica adottata per estrarre l’impronta consisteva nel grattare la vernice dal muro, operazione che lui stesso ha effettuato in passato. Questo procedimento, detto “grattare la vernice”, viene scelto quando l’impronta non è nitida e non mostra le creste papillari, necessarie per un confronto scientifico. cascade di conseguenza rendono difficile o impossibile una testimonianza dattiloscopica valida.

La presenza o meno di materiale biologico come sangue sull’impronta è stata oggetto di approfondite analisi. Il test con anticorpi monoclonali, effettuato precedentemente, ha escluso la presenza di sangue in quella traccia. Spitaleri chiarisce che quando il test è negativo, non c’è sangue, e poiché il sangue sarebbe visibile a occhio nudo, non ci sono motivi per credere ad altro. Lui accusa i consulenti della difesa, in particolare quelli di parte di alberto stasi, di interpretazioni errate della prova.

La scena del crimine e la distribuzione delle tracce di sangue

Una delle difficoltà maggiori riguardo al delitto di garlasco è la corretta contestualizzazione delle tracce rinvenute. Come spiega spitaleri, identificare una traccia non basta: serve capire come si inserisca nella dinamica dell’accaduto.

La parete dove è stata trovata l’impronta è un corridoio angusto, in prossimità di diverse tracce di sangue. La ninidrina, un reagente utilizzato per far emergere tracce di aminoacidi, è stata spruzzata su una superficie di due metri quadrati e non esclusivamente sul punto incriminato. Questa modalità è normale nelle analisi forensi, dato che il reagente va distribuito su un’area libera per far emergere tutte le tracce possibili. Quindi il risultato non sempre indica un materiale biologico esteso in maniera precisa, ma un’estrazione più ampia di qualunque residuo organico.

Spitaleri critica la consulenza sulla presenza dell’impronta e ricorda che nelle aree più importanti della scena si sono concentrate le analisi, non certo su tutta la casa. Ottenere informazioni da angoli nascosti o da materiale poco visibile risulta per lui molto difficile da accettare senza un contraddittorio e una perizia tecnica indipendente.

Controversie scientifiche sulle impronte rilevate

L’esperto sottolinea come l’interpretazione dei reperti da parte dei consulenti sia spesso problematica. Afferma che il ris, all’epoca della prima analisi, non aveva trovato tracce significative sull’impronta di sempiero vicino al muro. Spitaleri ritiene strano che una perizia di parte ora affermi il contrario, arrivando a identificare fino a quindici minuzie.

Per spitaleri è impensabile che da un’impronta senza creste papillari possano emergere dettagli così fini in fasi successive. Denuncia l’assenza di un’esamina contraddittoria e richiama l’esigenza di un perito neutrale che valuti con attenzione ogni elemento.

Riguardo ai famosi polpastrelli sul pigiama di chiara poggi, spitaleri ne dubita l’utilità dattiloscopica. Secondo lui, potrebbero al massimo fornire informazioni sulle dimensioni della mano, ma non comprovare nulla con certezza. La questione delle impronte resta uno dei nodi più intricati del mistero di garlasco.

La possibile presenza di più persone sulla scena

Spitaleri riconosce che sarebbe difficile escludere la presenza di più persone all’interno della scena del crimine, ma precisa che queste non avrebbero fatto parte della dinamica principale dell’omicidio. Individua tracce femminili diverse dalla vittima, ad esempio una “frau 42” e forse un’impronta di tacco, ma nessuna di queste sarebbe stata in diretto contatto con la zona dove si trovava chiara poggi al momento dell’aggressione.

Se più persone erano sedute sul divano o in altre stanze senza muoversi, non avrebbero lasciato segni sul sangue. Questo esclude la loro presenza attiva nell’azione omicida.

Una certezza resta invece la presenza di alberto stasi. Le prove a suo carico appaiono solide, come il sangue di chiara trovato sui pedali della bicicletta. Spitaleri ipotizza che l’omicidio possa essere stato compiuto da due mani, una più forte e violenta e l’altra meno, magari femminile. Questa pista non è mai stata approfondita completamente finora.

Resta ancora da valutare con rigore scientifico ogni elemento per chiarire se l’aggressione possa essere stata esercitata da più persone e quali proving accertano con chiarezza la dinamica dei fatti.

Ricadute e attese per le prossime fasi processuali

Le dichiarazioni di spitaleri hanno riacceso le discussioni sulle analisi forensi e le prove del delitto di garlasco. Soprattutto nel quadro della difesa di alberto stasi, che sembra voler puntare proprio sulla presenza di più soggetti e sulla possibile riscrittura degli eventi.

Gli sviluppi futuri potrebbero comprendere nuove perizie, contraddittori tecnici e approfondimenti sui materiali rinvenuti nella casa della vittima. Le modalità con cui sono stati effettuati i rilievi forniscono argomenti di forte dibattito, in particolare sull’utilizzo di reagenti e sulla validità dei risultati dattiloscopici.

La vicenda proseguirà davanti ai giudici con attenzione ai dettagli scientifici, veri protagonisti di questa intricata indagine giudiziaria.