Home Delitto di Garlasco, parla l’avvocato Lovati sugli sviluppi dell’indagine e le ipotesi legate a Chiara Poggi

Delitto di Garlasco, parla l’avvocato Lovati sugli sviluppi dell’indagine e le ipotesi legate a Chiara Poggi

L’avvocato Massimo Lovati, intervistato da Federica Panicucci, solleva dubbi sulle accuse a Alberto Stasi e Andrea Sempio, suggerendo un possibile coinvolgimento di un’organizzazione criminale nell’omicidio di Chiara Poggi.

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L’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, mette in dubbio le accuse contro Alberto Stasi nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi del 2007, ipotizzando una rete criminale legata ad abusi su minori e criticando le indagini ufficiali per depistaggi e mancanza di prove certe. - Unita.tv

Il caso di Chiara Poggi, assassinata nel 2007 a Garlasco, resta uno dei più discussi in Italia. Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, ha concesso un’intervista nella trasmissione Mattino 5 News con Federica Panicucci. Lovati ha spiegato le sue convinzioni sull’omicidio, ribadendo dubbi sulle accuse a Stasi e Sempio e sollevando nuove ipotesi legate a una possibile organizzazione criminale dietro la morte di Chiara. Le parole dell’avvocato aprono nuovi scenari e mettono in discussione certezze consolidatesi negli anni.

Le accuse di lovati su alberto stasi e il movente dell’omicidio di chiara poggi

Massimo Lovati ha richiamato l’attenzione su elementi che, secondo lui, non sono stati considerati a dovere nel processo contro Alberto Stasi. Secondo il legale, Stasi è stato ridotto a pedina di un disegno più vasto, usato per nascondere chi ha realmente ordinato e commesso l’omicidio di Chiara Poggi. Lovati ha messo in dubbio il movente tradizionale: ritiene che dietro l’omicidio possa celarsi un tentativo di coprire un segreto legato ad abusi su minori.

L’avvocato ha detto che la condanna di Stasi si è basata su prove deboli e supposizioni, come la presunta camminata che avrebbe confermato la sua colpevolezza, e su alcune bugie attribuite a lui, che invece sarebbero imposte da terzi, forse sotto minaccia. Lovati ha persino evocato minacce da parte di chi vorrebbe che Stasi resti in carcere, e che la sua racconta sarebbe stata pilotata, suggerendo che la verità è stata manipolata per esigenze altrui.

Il movente ipotizzato da Lovati è legato a episodi di abusi su minori e a un’organizzazione illegale che opera nell’ombra. Chiara, secondo lui, avrebbe scoperto qualcosa di scottante su questo giro, tanto da essere eliminata per salvarne il silenzio. Per l’avvocato, questa ipotesi spiega molte contraddizioni e motivi inspiegati finora.

L’ipotesi dell’organizzazione criminale e il ruolo di andrea sempio nel caso

Lovati ha anche parlato di Andrea Sempio, oggi difeso da lui, chiarendo che non ci sarebbero prove a suo carico per l’omicidio di Chiara Poggi. Il legale ha confidato la sua preoccupazione per l’andamento dell’indagine, evidenziando incongruenze nelle analisi del DNA e nelle consulenze tecniche fatte da parte della procura di Pavia. Ha criticato la validità di alcuni esami, soprattutto quelli che riguardano il campione salivare di Sempio, prelevato dopo la consulenza completata, mettendo in discussione la serietà delle indagini.

Su un piano più ampio, Lovati ha dato voce all’idea che dietro l’omicidio di Chiara possa esserci un’organizzazione criminale che si occupa di pedofilia e traffico di minori. Nel corso della sua intervista ha affermato che Chiara fosse venuta a conoscenza di queste attività e che proprio per questo sia stata uccisa. Questa ipotesi collegherebbe l’omicidio a un contesto molto più vasto e complesso di quello finora considerato nelle indagini ufficiali.

L’avvocato ha fatto riferimento anche a episodi, come la morte di Ferri, un uomo ucciso con la gola tagliata, e l’arresto di due cittadini romeni, che a suo avviso non sono stati investigati in modo approfondito e completo. Lovati ha sostenuto che l’apparente gesto d’impeto dietro l’omicidio potrebbe invece nascondere una strategia fredda e pianificata.

Le critiche dell’avvocato lovati alle indagini della procura e le difficoltà nel trovare prove certe

Lovati ha espresso un giudizio molto duro sulle indagini svolte finora. Ha detto che l’azione della Procura spesso rispetta poco il principio di obbligatorietà dell’azione penale previsto dall’articolo 112 della Costituzione Italiana, denunciando che indagano soltanto quando conviene, o su chi già si trova sotto indagine, senza mai scavare a fondo su piste alternative.

Il legale ha citato in particolare il caso di alcune intercettazioni telefoniche mai approfondite durante i processi contro i romeni coinvolti, segnalando una mancanza di volontà nel procacciare prove che possano collegare altre persone o gruppi ben organizzati ai fatti di Garlasco. Lo scetticismo di Lovati riguarda anche la presenza o meno di Andrea Sempio al santuario della Bozzola. Ha spiegato di non aver parlato direttamente con lui di questa vicenda, ma secondo quanto riportato, Sempio non sarebbe mai stato in quel luogo, smentendo così presunte testimonianze contrarie.

Un altro punto su cui Lovati si è soffermato riguarda la mancanza di reperti chiari e utilizzabili. Ha detto che i reperti importanti non sono mai stati trovati, e ha ricordato come nel 2017, all’avvio dell’attuale indagine, la situazione fosse simile: niente prove decisive. Questo rende il lavoro difensivo ancora più difficile, perché, a suo dire, si rischia di costruire accuse basate su elementi fragili o inesistenti, quando invece la verità è nascosta da una rete di depistaggi.

I suicidi e altri episodi collegati al delitto di garlasco e alla morte di chiara poggi

Nel corso della trasmissione, Lovati ha anche accennato a vicende parallele, come alcuni suicidi che potrebbero, in via ipotetica, avere una qualche relazione con il delitto di Chiara Poggi. Ha ammesso che è difficile sostenere questa tesi senza indizi chiari, ma la sola possibilità è stata evocata per sottolineare l’ampiezza delle conseguenze che questa vicenda potrebbe aver provocato.

In questo contesto ha ricordato un caso del 2006 riguardante il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dove vennero trovati venti minori fuggiti da Lampedusa, costretti a pagare giornalmente somme di denaro a chi li accoglieva. Questi riferimenti servono a disegnare un quadro più grande in cui si muove l’omicidio di Chiara Poggi, legato a reti di sfruttamento e illegalità.

L’avvocato ha mostrato come questi eventi, apparentemente scollegati tra loro, possano essere tessere di un mosaico che racconta di violenze e silenzi, e di un sistema criminale più ampio che capitalizza sui bambini e i minori, con conseguenze tragiche anche per chi scoperchia queste verità scomode.

Le investigazioni continuano, tra ipotesi confutate e piste non ancora chiarite. Chiara Poggi resta al centro di un mistero che coinvolge personaggi e fatti che fanno ancora discutere, e le parole di Lovati alzano un velo su scenari poco esplorati finora.