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David quammen avverte sui rischi di nuove pandemie legate a virus trasmissibili da animali e allevamenti intensivi

David Quammen avverte sui rischi legati alla trasmissione di virus oncogeni e zoonosi, sottolineando l’importanza di monitorare gli allevamenti intensivi per prevenire future emergenze sanitarie.

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David Quammen, autore di *Spillover*, aveva previsto il rischio di pandemie derivanti dal salto di virus dagli animali all'uomo, come avvenuto con il Covid-19. Oggi avverte su nuove minacce legate a virus oncogeni e ai rischi degli allevamenti intensivi, sottolineando l'importanza di sorveglianza e prevenzione. - Unita.tv

David Quammen, scrittore e divulgatore scientifico noto per i suoi studi sulle pandemie, ha anticipato alcune delle dinamiche che oggi conosciamo bene. Nel 2012, con il suo libro Spillover, indicò con chiarezza come una malattia potesse originare in Cina attraverso certe condizioni ambientali e sociali, propagandosi dai pipistrelli agli esseri umani. Quello che sembrava allora un semplice scenario ipotetico, tempo dopo si è manifestato nella realtà con il Covid-19. A quasi un decennio da quel monito, Quammen torna a parlare, puntando il dito verso una nuova minaccia, legata al cancro e ai virus che si trasmettono rapidamente tra specie diverse, anche a causa di pratiche inadeguate negli allevamenti intensivi.

Spillover: la previsione di una pandemia partendo dalla natura

Nel suo libro Spillover, Quammen descrisse un meccanismo ben preciso che genera nuove malattie: il salto di specie da animali selvatici agli esseri umani, favorito soprattutto dalla perdita di habitat naturali, dalla deforestazione e dalle condizioni igieniche carenti. La Cina era al centro di questo modello, vista la densità di popolazione animale e umana in contesti urbani e rurali che si intrecciano. David Quammen individuò nei pipistrelli portatori di virus zoonotici il primo anello di una catena che poteva sfociare in epidemie di portata globale. Quello scenario si rivelò realistico con la diffusione del Sars-CoV-2, ma all’epoca il suo messaggio passò quasi inosservato salvo a pochi esperti di malattie infettive.

Il concetto di spillover e il rischio ecologico

Il concetto di spillover spiega come gli agenti patogeni trovino terreno fertile per modificarsi e moltiplicarsi quando attraversano specie diverse, spesso passando per animali domestici o selvatici. Secondo Quammen, la situazione nella quale viviamo oggi, con ambienti naturali che si riducono e vengono invasi, facilita proprio questo fenomeno. La mancanza di attenzione alle dinamiche ecologiche e sanitarie amplifica i rischi, e il libro rappresenta una testimonianza precisa di come la natura possa scatenare crisi sanitarie se sottovalutata.

Virus e tumori: la nuova frontiera della trasmissione tra animali e uomo

Più recentemente, Quammen ha rivolto la sua attenzione all’insorgenza di forme di cancro che possono trasmettersi da un animale all’altro tramite meccanismi virali. È un campo meno noto ma decisamente importante, perché mostra come il trasferimento orizzontale di materiale genetico fra diversi regni animali possa aprire la strada a malattie che prima si pensava non si propagassero in questa maniera. Questi processi, osservati soprattutto in alcuni animali, potrebbero in futuro interessare anche la specie umana.

Virus oncogeni e rischio di contagio

Questa nuova minaccia è legata a virus che agiscono nei tessuti, modificando cellule in modo da trasformarle in tumori. Se questa trasmissione dovesse superare la barriera specie-specifica, ci troveremmo davanti a malattie che potrebbero diffondersi in modo simile a un contagio virale. Lo studio del genoma umano e animale, che Quammen segue con attenzione, segnala già casi in cui questo tipo di trasmissione si verifica. Al momento restano casi circoscritti, ma la capacità di questi virus di adattarsi indica come in futuro malattie oncologiche potrebbero manifestarsi con caratteristiche contagiose.

Questa spiega perché Quammen insiste sulla necessità di aumentare la sorveglianza sulle infezioni virali negli allevamenti e negli ambienti naturali. Il rischio non riguarda solo epidemie di virus respiratori o influenzali, ma anche malattie meno conosciute, con impatti sulla salute pubblica difficili da prevedere.

La minaccia degli allevamenti intensivi: polli e suini sotto osservazione

Uno degli allarmi più precisi e concreti che Quammen lancia riguarda le enormi concentrazioni di polli e suini negli allevamenti intensivi. Nel mondo ci sono 33 trilioni di polli, messi in spazi ristretti che favoriscono la diffusione rapida di agenti infettivi. Questi ambienti diventano incubatori per virus che hanno la capacità di saltare da una specie all’altra, dando così origine alle cosiddette zoonosi che possono portare a pandemie.

Molti di questi animali vivono in condizioni di sovraffollamento e scarsa igiene, aumentando la pressione su virus e batteri di mutare. Se a questo si aggiunge il contatto diretto con l’uomo – talvolta i bambini crescono con maialini domestici o sono vicini alle strutture di allevamento – aumenta la probabilità che si sviluppi un evento di salto di specie. I bambini, con un sistema immunitario ancora in formazione, sono particolarmente esposti.

Condizioni igieniche e normative veterinarie a rischio

Le aree più a rischio sono quelle dove le allevamenti intensivi sono diffusi senza rigorosi controlli veterinarî e sanitari. Lo scenario peggiora nei Paesi dove le normative igieniche sono meno rigorose o poco applicate. Secondo Quammen, ignorare questi segnali potrebbe farci ritrovare di fronte a una nuova emergenza sanitaria con caratteristiche gravi e tempistiche imprevedibili.

Nuove sfide nella prevenzione e controllo delle epidemie

La ricerca di Quammen evidenzia come il controllo delle malattie zoonotiche non possa limitarsi alle misure classiche, ma debba estendersi alla gestione dei sistemi di allevamento e degli ecosistemi naturali. Gli eventi del passato, come la pandemia da Covid-19, hanno mostrato quanto sia importante monitorare i virus e studiarne le potenziali vie di trasmissione, anche quelle meno evidenti.

Il confronto con realtà come quella degli allevamenti intensivi richiede una revisione delle metodologie di controllo, la tutela della biodiversità e attenti programmi di sorveglianza ambientale. Solo così si può contenere il rischio che forme nuove e più insidiose di virus emergano. Le misure di prevenzione, il rispetto delle normative igieniche e la responsabilità nell’interazione uomo-animale si rivelano fondamentali.

Resta forte il messaggio di Quammen: le pandemie non nascono per caso, ma si costruiscono con l’azione dell’uomo sull’ambiente e con scelte poco attente sulla salute degli animali. Ignorare questi aspetti espone tutta la società a pericoli concreti con ricadute globali. La prevenzione richiede lavoro di ricerca, vigilanza e risposte immediate alle prime avvisaglie di patologie nuove.