Crisi tra India e Pakistan: escalation dopo l’operazione Sindoor e attacchi aerei notturni

La tensione tra India e Pakistan aumenta dopo l’operazione Sindoor, con attacchi reciproci e preoccupazioni internazionali per un possibile conflitto nucleare nella regione del Kashmir.
La tensione tra India e Pakistan si acuisce dopo l'operazione militare indiana "Sindoor" contro gruppi terroristici, con reciproci attacchi e timori di escalation nel Kashmir. - Unita.tv

La tensione tra India e Pakistan si è concentrata negli ultimi giorni sull’operazione “Sindoor“, condotta dall’esercito indiano in risposta a un grave attacco terroristico. Mentre i media indiani sostengono la legittimità dell’azione contro gruppi fondamentalisti, la controparte pakistana denuncia bombardamenti indiscriminati e rilancia con attacchi contro obiettivi indiani. Questa situazione accende nuove preoccupazioni per una possibile escalation militare nella regione del Kashmir, che da tempo rimane un focolaio di conflitti irrisolti. Le reazioni internazionali arrivano a chiedere moderazione, ma i fatti sul campo mostrano un peggioramento rapido e un coinvolgimento sempre più ampio di forze armate.

L’operazione sindoor e le ragioni dietro l’attacco indiano

Il nome “Sindoor“, scelto dal primo ministro Narendra Modi, fa riferimento al colore rosso vermiglio tradizionalmente associato al matrimonio nella cultura indiana. L’operazione è stata lanciata in risposta all’attacco terroristico avvenuto il 22 aprile nel distretto di Pahalgam, dove sono morte 22 persone. La repressione indiana si è concentrata su nove obiettivi ritenuti legati a Lashkar-e-Taiba e Jaish-e-Mohammed, due delle organizzazioni fondamentaliste più attive nel territorio pakistano e nel Kashmir.

Azione chirurgica e capacità militari indiane

Il governo di New Delhi ha dichiarato che si è trattato di un’azione chirurgica, mirata esclusivamente ad eliminare basi terroristiche senza andare a colpire reparti militari convenzionali pakistani. L’attacco, però, ha visto la mobilitazione congiunta di esercito, marina e aeronautica. Aerei indiani hanno lanciato missili aria-terra da spazio aereo indiano, mentre le forze di terra hanno utilizzato missili balistici e da crociera per colpire siti in Punjab e Kashmir pakistani. Sebbene si conosca poco dell’entità precisa degli attacchi, il Governo indiano ha sottolineato la loro capacità di colpire profondamente bersagli nascosti in territorio nemico.

Le risposte pakistane e i danni subiti

La replica di Islamabad è arrivata subito, con bombardamenti lungo la linea di confine che divide i due paesi. Le forze pakistane hanno colpito postazioni indiane per tutta la notte, facendo uso anche di sistemi missilistici contro basi militari nel territorio indiano. Quelle informazioni, però, sono in parte non confermate dalle autorità di New Delhi, che mantengono un silenzio parziale sugli eventuali danni subiti.

È certo invece, che l’aeronautica indiana ha perso quattro caccia: due Rafale e un Mirage-2000, entrambi di costruzione francese, oltre a un Su-30 MKI di fabbricazione russa. Tre di questi abbattimenti sono avvenuti nel settore del Kashmir indiano, mentre uno nel Punjab. Gli esperti militari sollevano dubbi sulle cause precise della perdita degli aerei. Pur riconoscendo la capacità tecnica pakistana di intercettare i velivoli indiani grazie a sofisticati sistemi d’arma cinesi, si ipotizza anche la possibile responsabilità di guasti tecnici, legati a problemi di manutenzione.

Perdita personale e tensione crescente

Nel frattempo, il leader di Jaish-e-Mohammed, Masood Azhar, ha denunciato la morte di dieci membri della sua famiglia e altri quattro congiunti nell’attacco aereo che ha colpito la sua residenza nella città di Bahawalpur, nel Punjab. Questa perdita personale aumenta l’acceso clima di tensione e la determinazione a rispondere agli attacchi indiani.

Reazioni internazionali e timori per l’escalation atomica

Il primo intervento pubblico sulla crisi è arrivato da Donald Trump, che ha definito la situazione “vergognosa” chiedendo la cessazione immediata delle ostilità. Questo appello segue la crescente preoccupazione per il rischio di uno scontro nucleare tra due potenze dotate di arsenali atomici.

USA e Cina, che seguono con attenzione l’evolversi della situazione, manifestano volontà di evitare un conflitto aperto ma allo stesso tempo sembrano intrecciare la crisi con interessi geopolitici più ampi. Le manovre diplomatiche, fino ad oggi poco visibili sui media, stanno cercando di contenere l’escalation già in atto. L’alto numero di morti civili, il continuo scambio di fuoco e le perdite militari mostrano però un rapido deterioramento del clima.

Lotta al terrorismo e giustificazioni contrapposte

Nel contesto, la lotta al terrorismo gioca un ruolo centrale nelle giustificazioni del governo indiano, mentre per il Pakistan l’azione appare come un’aggressione che coinvolge anche settori civili. Il rischio che lo scontro si allarghi e coinvolga altri attori regionali rimane concreto e alimenta un senso crescente di incertezza nella zona.