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Crescita economica italiana nel primo trimestre 2025: pil in aumento ma segnali contrastanti sul mercato del lavoro

Crescita del Pil in Italia nel primo trimestre 2025, ma il mercato del lavoro affronta sfide significative, con cali di occupazione per giovani e donne e fiducia in diminuzione.

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Nel primo trimestre 2025 l’Italia ha registrato una modesta crescita del PIL superiore a Francia e Germania, ma il mercato del lavoro mostra segnali contrastanti, con difficoltà soprattutto per giovani e donne e limiti nelle politiche attive del lavoro. - Unita.tv

La crescita del Pil in Italia nel primo trimestre del 2025 ha superato quella di alcuni paesi europei, ma resta evidente una situazione complessa per l’occupazione e il mercato del lavoro. I dati raccolti in questi mesi mostrano aumenti, ma anche rallentamenti e criticità che interessano soprattutto i giovani e le donne. Le previsioni internazionali e le dinamiche interne pongono sfide significative per il sistema economico e sociale del paese.

Andamento del pil e confronto con altri paesi europei

Nel primo trimestre del 2025 l’economia italiana ha segnato un aumento del prodotto interno lordo dello 0,3%. Questo dato, se letto nel contesto europeo, si colloca sopra performance come quella della Francia, che ha registrato un +0,1%, e della Germania con un +0,2%. Tuttavia la Spagna ha registrato un dato più consistente, +0,6%, segnalando una crescita più sostenuta nell’area mediterranea. Anche se il tasso italiano resta piuttosto contenuto, risulta comunque positivo rispetto a diversi concorrenti.

La crescita del pil si è manifestata malgrado un contesto globale che sembra rallentare. Il Fondo monetario internazionale parla di una decelerazione dell’espansione economica mondiale, con un previsto aumento globale del pil del 2,8% per il 2025, in calo rispetto al 3,3% registrato nell’anno precedente. Questa situazione condiziona anche l’Italia, che deve affrontare pressioni esterne, incluse le tensioni commerciali legate ai dazi imposti dagli Stati Uniti.

Fiducia di imprese e consumatori

Il clima di fiducia delle imprese è calato per il terzo mese consecutivo in aprile, seguendo questa frenata globale. Ogni settore principale dell’economia italiana ha avvertito questa flessione. Anche la fiducia dei consumatori è diminuita, e le aspettative sull’andamento dell’occupazione in vari comparti come manifattura, costruzioni e servizi si sono piuttosto indebolite.

Dinamiche e trend dell’occupazione nel primo trimestre 2025

Il mercato del lavoro ha mostrato segnali positivi nei primi tre mesi del 2025, con un incremento dello 0,9% degli occupati rispetto al trimestre precedente. Questo aumento corrisponde a circa 224 mila nuovi posti di lavoro, un dato significativo se si tiene conto del contesto economico generale. Tuttavia, nel mese di marzo si è verificata una battuta d’arresto: gli occupati sono scesi di 16 mila unità, con un totale di 24 milioni 307 mila lavoratori registrati.

Il calo di marzo ha colpito soprattutto due categorie: le donne e i lavoratori sotto i 35 anni. Questa dinamica solleva preoccupazioni riguardo all’inclusione lavorativa di questi gruppi. La situazione contrattuale evidenzia segnali contrastanti. I contratti a termine e l’occupazione autonoma sono diminuiti, mentre il numero di lavoratori con contratto a tempo indeterminato è aumentato. Nonostante ciò, il tasso di occupazione si è mantenuto stabile al 63,0%, non mostrando variazioni significative nel dato aggregato.

Segnali dal mercato del lavoro

Questi dati indicano un mercato del lavoro capace di assorbire nuova forza lavoro, anche proveniente da persone precedentemente inattive. Resta però il rischio di un rallentamento nella creazione di nuovi posti di lavoro, considerata la situazione economica in evoluzione e le pressioni esterne.

Criticità e limiti delle politiche attive del lavoro nel 2025

Le politiche attive del lavoro in Italia continuano a incontrare ostacoli, nonostante gli investimenti significativi. Il rapporto 2024 dell’INAPP, l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, ha messo in luce limiti evidenti nel programma GOL, che rappresenta il principale intervento finanziato dal PNRR per le politiche di sostegno al lavoro. Il programma ha a disposizione circa 5,4 miliardi ma solo il 51,7% delle persone coinvolte ha realmente avviato o concluso un percorso di politica attiva.

Formazione e tirocini: dati allarmanti

Inoltre, solo il 18,8% di coloro presi in carico ha partecipato ad attività formative, anche se il 75,2% si era dichiarato interessato. L’adesione ai tirocini risulta ancor più limitata, con meno dell’11% degli utenti coinvolti. Tra le criticità rilevate ci sono anche la rigida divisione dei percorsi già definita all’avvio, la scarsità di personale nei centri per l’impiego e la scarsa partecipazione degli operatori privati sin dalle prime fasi di programmazione.

Un dato positivo emerge: per la prima volta le politiche attive hanno avuto più partecipanti delle politiche passive, cioè dei sussidi. Però la rigidità dei modelli applicati costituisce un argine al miglioramento dei risultati. Gli operatori di prima linea, quelli cioè incaricati di seguire direttamente chi cerca lavoro, non dispongono di autonomia sufficiente per adattare interventi e risorse alle esigenze specifiche.

La mancanza di flessibilità impedisce di attrarre facilmente persone inattive, che spesso si dichiarano scoraggiate. Queste difficoltà rappresentano una barriera importante al raggiungimento delle medie europee relative all’occupazione, oltre a compromettere l’efficacia complessiva delle misure.

Influenze internazionali e aspettative sul mercato del lavoro italiano

Le condizioni esterne influenzano fortemente il mercato italiano. I dazi americani introducono incertezze che potrebbero frenare la crescita. Le previsioni del Fondo monetario internazionale indicano un rallentamento della crescita globale per il 2025, con una lieve ripresa prevista solo nel 2026. Questo scenario impedisce un’espansione robusta e stabile, che faciliterebbe l’assorbimento di nuova manodopera.

Clima di cautela e aspettative peggiorate

La diminuzione della fiducia delle imprese e dei consumatori ad aprile, segnalata da tutte le principali categorie economiche in Italia, riflette un clima di cautela crescente. Le aspettative sull’occupazione, sul breve termine, risultano peggiorate soprattutto nel settore manifatturiero, con effetti più contenuti nei comparti delle costruzioni, dei servizi e del commercio al dettaglio.

Questi elementi fanno prevedere tempi difficili per la nascita di nuovi posti di lavoro, specie per forme di occupazione stabili e di qualità. Senza interventi efficaci a livello interno, e in un contesto economico globale più lento, il mercato del lavoro rischia di rallentare ulteriormente.

Gli strumenti e le tecnologie digitali legate alla profilazione e al matching automatico, pur presenti, non bastano a migliorare l’accesso e la permanenza al lavoro. Serve una revisione profonda degli strumenti e un maggiore coinvolgimento delle persone responsabili della gestione diretta del supporto ai disoccupati.

L’attuale equilibrio del mercato del lavoro italiano appare fragile e legato a vari fattori di rischio. Le difficoltà di attrarre e mantenere i lavoratori rappresentano una sfida aperta per il paese in questo 2025, ancora più evidente in un confronto con la media europea.