Condizioni di ozono e livelli di polline in italia: focus su friuli, puglia e marche nel maggio 2025
L’Italia affronta una circolazione ciclonica che influisce sulla qualità dell’aria, con un aumento dell’ozono e livelli elevati di polline da graminacee in Friuli-Venezia Giulia, Puglia e Marche.

Il 25 maggio 2025 in Italia condizioni cicloniche influenzano la qualità dell’aria e la concentrazione di ozono e polline, con particolare attenzione a Friuli-Venezia Giulia, Puglia e Marche, regioni critiche per allergie e inquinamento atmosferico. - Unita.tv
Il 25 maggio 2025 l’Italia presenta condizioni meteorologiche caratterizzate da una circolazione ciclonica in quota. Questa situazione influenza il clima e modifica la qualità dell’aria e la concentrazione di polline in varie regioni del Paese. Il discorso si concentra soprattutto sull’andamento dell’ozono e delle graminacee in tre aree specifiche: friuli-venezia giulia, puglia e marche.
Situazione meteorologica attuale e impatto sulla qualità dell’aria
In questo periodo, la presenza di una circolazione ciclonica in quota favorisce condizioni instabili con rovesci e temporali localizzati, soprattutto sulle zone interne del lazio centro-meridionale e sui rilievi del nord-est. Tali fenomeni tendono a limitare l’accumulo di inquinanti in atmosfera, favorendo la dispersione di polveri sottili e polline in alcune zone, anche se possono causare picchi di umidità che incidono sulla respirabilità dell’aria. Domani, invece, è previsto un miglioramento con tempo più stabile e soleggiato, situazione che può favorire la formazione di ozono troposferico.
Formazione dell’ozono troposferico
L’ozono nell’atmosfera bassa si forma infatti più facilmente con l’aumento delle temperature e la presenza di luce solare intensa, perché le reazioni chimiche tra composti organici volatili e ossidi di azoto accelerano. Quindi, il tempo soleggiato dopo un periodo instabile può far crescere velocemente i livelli di ozono, soprattutto in aree rurali o vallive dove la dispersione degli inquinanti è limitata.
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Come si misura la qualità dell’aria in italia e dati recenti
In italia diversi enti monitorano la qualità dell’aria, come il sistema nazionale di protezione dell’ambiente e le agenzie regionali per la protezione ambientale, ad esempio l’arpae in emilia-romagna. Questi organismi raccolgono dati relativi ai principali inquinanti: particolato pm10 e pm2.5, biossido di azoto e ozono . Negli ultimi anni, la concentrazione di pm e no2 ha mostrato una diminuzione nelle aree urbane grazie a misure di controllo e limitazioni sulle emissioni.
Al contrario l’ozono ha avuto un indice crescente in molte zone del paese. Questo fenomeno dipende dalla natura secondaria di questo gas, che non deriva da emissioni dirette ma si forma in presenza di luce solare dagli ossidi di azoto e composti organici volatili emessi da traffico, industria e agricoltura. Le condizioni meteorologiche svolgono un ruolo importante nella sua variabilità, con alti valori estivi frequentemente registrati nelle vallate e su territori agricoli.
Ozono troposferico: caratteristiche e zone critiche in italia
L’ozono presente nel troposfera, cioè nella parte bassa dell’atmosfera, non viene emesso direttamente ma si origina attraverso reazioni fotochimiche. Nel tempo mite d’estate le concentrazioni possono salire oltre i limiti di sicurezza, soprattutto in regioni con attività agricola intensa e dove la conformazione geografica riduce la ventilazione naturale. A friuli-venezia giulia, puglia e marche si osservano spesso livelli elevati di ozono.
Nel friuli, le valli e i territori pianeggianti tendono a intrappolare l’ozono per via delle condizioni di scarsa circolazione d’aria in quota. La puglia, con il suo clima mediterraneo caldo e secco, favorisce la reazione di formazione dell’ozono, accentuata da fenomeni come l’inversione termica che può limitare la dispersione degli inquinanti a livello locale. Nelle marche, la variabilità orografica fra colline e valli crea condizioni simili in cui l’inquinamento ristagna, specialmente con giornate limpide e temperature elevate.
Bollettino polline: livelli di graminacee e implicazioni per la salute
Il bollettino polline è uno strumento fondamentale per le persone che soffrono di allergie stagionali. Le graminacee rappresentano una delle principali fonti di polline irritante durante la primavera e l’estate. In alcune regioni italiane come friuli, puglia e marche, la presenza di graminacee nei campi, aree rurali e zone coltivate porta a un incremento significativo della concentrazione di polline.
In friuli-venezia giulia, le graminacee sono diffuse nelle zone agricole della pianura friulana. Il vento può portare il polline a lunghe distanze, diffondendo l’allergene anche in aree urbane dove la qualità dell’aria risente anche di fattori antropici. La puglia presenta un clima che agevola la crescita delle graminacee, mentre fenomeni come l’inversione termica nei fondovalle e vicino alla costa intrappolano il polline e altri agenti inquinanti, esponendo maggiormente chi ha problemi respiratori.
Condizioni nelle marche
Nelle marche, l’alternanza di colline e valli limita la circolazione naturale dell’aria in certi momenti della giornata. Le zone agricole, dove le graminacee crescono abbondanti, rilasciano polline che si accumula nelle aree abitate, sostenendo un livello di esposizione allergenica elevato per la popolazione locale.
Monitoraggio continuo e previsioni per la popolazione
Le agenzie ambientali nazionali e regionali svolgono un lavoro costante per controllare le concentrazioni di inquinanti e pollini. I dati aggiornati aiutano a fornire informazioni utili alle autorità comunali e alle strutture sanitarie per gestire i possibili rischi per i cittadini. Il monitoraggio tiene conto dei cambiamenti meteorologici come vento e precipitazioni, che influenzano la distribuzione degli agenti inquinanti e allergeni.
Previsioni precise sono fondamentali per avvisare la popolazione più sensibile, per esempio chi soffre di asma o allergie ai pollini. Le condizioni climatiche variabili possono rendere complicata questa attività, visto che a volte rovesci e temporali riducono momentaneamente la concentrazione di polline in atmosfera oppure abbassano l’ozono. Quando però il sole torna a splendere, i livelli tornano a salire velocemente.
Problematiche e limiti nella gestione della qualità dell’aria e dei pollini
Una difficoltà rilevante riguarda la mancanza di una disciplina unica nazionale per il monitoraggio e la gestione della qualità dell’aria e dei pollini. Ogni regione spesso adotta criteri e metodi diversi, creando dati non sempre comparabili. Questa frammentazione ostacola un intervento coordinato e rende meno rapide le misure di prevenzione e contenimento.
In più, la gestione ambientale risente di pressioni economiche e politiche sul territorio. Alcune misure necessarie per ridurre l’inquinamento trovano resistenze legate a interessi locali. Il coinvolgimento dei cittadini e la collaborazione fra organismi pubblici rischiano di rimanere stagnanti senza una spinta normativa più chiara e uniforme a livello nazionale.
Ciò nonostante la consapevolezza cresce e si moltiplicano le campagne informative per promuovere comportamenti in grado di limitare emissioni di inquinanti e gestione attiva degli allergeni nelle città e nelle campagne italiane.