Il conclave 2025 si prepara a rispettare le norme stabilite dalla costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis” di Giovanni Paolo II. Queste regole dettano un rigido protocollo per i cardinali elettori, impegnati a scegliere il nuovo Papa senza alcuna interferenza esterna. Il rito, che si svolge nella cappella sistina, prevede l’esclusione completa dai contatti con il mondo esterno per garantire una votazione segreta e autonoma.
Clausura totale e divieti assoluti: come si svolge la chiusura del conclave
Il momento che dà inizio al conclave è annunciato dalla formula “Extra Omnes”, che ordina a tutti i non partecipanti di lasciare la cappella sistina. Da quel punto parte una clausura totale. Le porte vengono chiuse, e non si può più uscire fino alla scelta definitiva del nuovo pontefice. I cardinali elettori non hanno alcun contatto con chi non è dentro, non possono ricevere notizie, né accendere la tv o usare telefonini per controllare email o social network. Questo isolamento serve a evitare interferenze o pressioni esterne che potrebbero condizionare la votazione.
Le stanze di Casa Santa Marta, dove i porporati alloggiano durante il conclave, diventano vere e proprie celle di clausura. Ogni camera rimane sigillata e le finestre bloccate per non permettere alcuna comunicazione esterna. Gli spazi comuni si riducono al minimo per limitare le occasioni di contatto fuori dalla cerchia dei cardinali.
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Dalla clausura ai limiti alla comunicazione
I sacerdoti e il personale di servizio devono rispettare strettissime norme di riservatezza e sicurezza, assicurando che nessuna informazione possa trapelare.
Dalle camere sigillate a pasti rigorosi: la vita dei cardinali durante il conclave
Nei giorni in cui si protrae il conclave ogni dettaglio è regolamentato per mantenere la concentrazione sui voti. Le uscite dalle stanze sono possibili solo per partecipare alla preghiera comune o per consumare i pasti. Proprio il regime alimentare è soggetto a regole precise, previste dalla costituzione apostolica “Ubi Periculum” di Gregorio X, aggiornata da Giovanni Paolo II. Nei primi tre giorni i cardinali possono consumare pasti regolari, poi la loro dieta si restringe: per i cinque giorni successivi hanno a disposizione un solo piatto. Se il voto si dilunga oltre questo periodo, l’alimentazione si riduce a pane, acqua e vino, un digiuno imposto per favorire la riflessione e il distacco da beni materiali.
Questi dettagli certificano come la scelta del nuovo capo della chiesa cattolica sia accompagnata non solo da chiusura fisica ma anche da un percorso di sobrietà e meditazione per i cardinali presenti.
Monitoraggio stretto e segretezza: le misure di sicurezza per i cardinali elettori
Durante tutto il conclave, il collegio cardinalizio è oggetto di un controllo rigoroso per impedire qualsiasi forma di perdita di riservatezza. I dispositivi elettronici, come smartphone e computer, vengono disattivati. Anche la linea internet viene sospesa per evitare qualsiasi trasmissione di dati o notizie dall’esterno. L’ingresso negli alloggi è permesso solo a personale autorizzato e ogni membro del personale interno deve firmare un giuramento di segretezza.
Protezione assoluta dell’autonomia del voto
Queste misure evitano che qualcuno possa influenzare i cardinali o trasmettere informazioni non autorizzate. L’attenzione è al massimo livello per proteggere l’autonomia dei voti e mantenere il clima di riservatezza che contraddistingue questo rito.
Il collegio cardinalizio 2025: chi sono i 133 elettori e cosa aspettarsi
Il conclave 2025 vede la partecipazione di 133 cardinali elettori provenienti da diverse parti del mondo. Essi rimangono isolati nella cappella sistina per votare senza interferenze esterne. Tra i papabili emergono nomi noti come Tagle e Parolin, con alcuni outsider che attraggono attenzione imprevedibile. La scelta del nuovo papa resta aperta fino all’ultimo voto, seguita con attenzione da fedeli e osservatori di tutto il pianeta.
Lo svolgimento del conclave di quest’anno rispetterà fedelmente il protocollo antico e rigido, controllando ogni aspetto della permanenza e voto dei cardinali. Un rito che unisce storicità e fede, scandito da regole precise e che si consuma in poche stanze ma con un’eco mondiale.