Il primo scrutinio del conclave 2025 si è concluso con una fumata nera, annunciata solo oltre un’ora e mezza dopo l’orario previsto. Un ritardo insolito, che ha subito alimentato ipotesi e speculazioni sul possibile rinvio del voto. La causa del prolungamento va ricercata nella maggiore partecipazione numerica dei cardinali elettori, 133 rispetto ai 115 del 2013, e nelle lunghe riflessioni che precedono ogni votazione. Questo momento ha rappresentato soprattutto un primo test per sondare le preferenze e misurare la presenza di maggioranze o di intese tra i partecipanti.
Il lungo silenzio prima della fumata nera: cosa è successo nella cappella sistina
L’attesa che ha preceduto la fumata nera è stata più lunga del solito. Il rito dell’“Extra omnes”, momento in cui tutte le persone estranee escono dalla cappella sistina, è arrivato in orario, ma poi la fine del primo scrutinio si è fatta attendere oltre un’ora e mezza. Questo non significa necessariamente che ci sia stato un problema o un rinvio. La presenza di 133 cardinali elettori richiede tempi più lunghi per il voto e per il conteggio schede. Il sistema è complesso e richiede un elevato rigore. Inoltre, la necessità di riflettere attentamente sulle scelte è diventata sempre più evidente, in un clima di attesa e tensione.
Complessità e tempo di voto
Questo allungamento dei tempi può anche riflettere la complessità del momento storico vissuto dalla chiesa cattolica, che non si limita più a votazioni formali ma coinvolge valutazioni su temi importanti come la sinodalità, la trasparenza economica e la lotta alla pedofilia. L’esito appunto del primo scrutinio, con l’assenza di un candidato in grado di raccogliere la maggioranza dei 89 voti necessari, conferma che al momento non c’è un favorito netto all’interno di un collegio cardinalizio numeroso e variegato.
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I precedenti conclavi e la difficoltà di trovare un candidato con maggioranza netta
Osservando i conclavi recenti si capisce come la prima votazione abbia quasi sempre un valore esplorativo. Nel 2005 joseph ratzinger partì infatti già con una larga base di consensi, e fu eletto il secondo giorno, dopo 4 scrutini. Nel 2013 invece il favorito al primo turno era cardinale scola, che raccolse circa quaranta voti, ma poi non riuscì ad aumentarli e fu invece bergoglio a scalare la preferenza fino all’elezione.
Commenti su dinamiche elettorali
In questa logica, il commento del cardinale ravasi sulle difficoltà di arrivare subito a 89 voti sembra spiegare che “non si vede attualmente un nome in grado di catalizzare già da subito la maggioranza necessaria”. Questo non implica pessimismo ma piuttosto la normalità di un processo che attraversa diversi livelli di discussione, negoziazione e prova.
La storia recente del conclave ricorda anche altri casi più complessi, come la sfida tra siri e benelli nel 1978, ma gli osservatori ritengono improbabile una spaccatura così netta in questa occasione. La ricerca del nome giusto si annuncia più fluida e orientata verso accordi graduali più che confronto frontale.
Papabili 2025: parolin, tagle e il valore della rappresentanza globale
Tra i nomi più citati come possibili successori di pietro, spiccano i cardinali parolin e tagle. Entrambi presentano caratteristiche diverse ma capaci di unire consensi. Parolin viene considerato un candidato naturale, mentre Tagle simboleggia l’Asia, continente in crescita per i fedeli cattolici. La sua esperienza a roma, in particolare nella congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, ne ha sviluppato un profilo che unisce carisma pastorale e capacità di governo.
Attenzione verso realtà emergenti
L’attenzione verso Tagle riflette la volontà di dare voce a realtà cristiane emergenti fuori dall’Europa e dall’America. La grande partecipazione alla Messa di papa francesco a manila resta un esempio concreto di questo slancio organizzativo e spirituale.
Se i voti dei due rimangono distribuiti senza convergenze chiare, potrebbe prendere corpo la candidatura di terzi nomi meno prevedibili, con esperienze pastorali significative e capacità di mediazione.
Le congregazioni generali e i temi chiave che orientano il voto
Nei giorni precedenti al conclave, le congregazioni generali si sono concentrate più sui temi che sui volti. Il comunicato della Santa Sede ha evidenziato priorità come la lotta alla pedofilia, la trasparenza nelle finanze, la cura dei poveri e del creato, insieme all’impegno per la comunione ecclesiale. Questi punti hanno risvegliato un senso di continuità e impegno rispetto al pontificato di Francesco.
Indicazioni dai cardinali
Le discussioni tra i cardinali hanno evidenziato il desiderio di “non tornare indietro”. La linea sembra quella di confermare un’attenzione ai problemi sociali, pastorali e morali. La scelta futura dovrà comunque prendere forma anche dal temperamento e dalle decisioni del nuovo pontefice.
Questo spostamento dall’attenzione alle figure ai valori rappresenta una novità per alcuni osservatori ed esprime la volontà di affidarsi a un pastore più che a un politico, uno che sappia portare avanti i grandi impegni senza abbandonare le periferie e chi soffre.
Gruppi e schieramenti all’interno del collegio cardinalizio
Il collegio dei cardinali elettori non sembra dividersi in modo netto secondo linee geografiche, almeno a quanto emerso nelle congregazioni. L’interesse si concentra sulle questioni sostanziali, più che sul sostegno a candidati di singole aree come Asia, America o Italia.
Minoranze e influenza
Esiste comunque una minoranza più tradizionalista nel gruppo, che potrebbe influenzare qualora si unisse a candidati compatibili. Tuttavia questa componente appare ridotta e non dominante. Inoltre non risulta un gruppo di cardinali deciso a contrastare direttamente posizioni politiche esterne, per esempio sul modello di donald trump. Le scelte di papa francesco su molti argomenti sono state viste come motivate dal Vangelo, più che da strategie politiche.
La composizione e i rapporti tra i gruppi saranno elementi da osservare molto attentamente nei prossimi giorni.
Possibili sviluppi e candidature alternative
Nel caso in cui le nomine di parolin e tagle non raggiungano un consenso maggiore, altre figure potrebbero emergere. Tra queste ci sono l’americano prevost, con esperienza pastorale in peru, il francese aveline, originario da famiglie migranti, e il patriarca pizzaballa, anche se la sua giovane età potrebbe pesare. Il cardinale zuppi è un nome di rilievo, sebbene lui stesso escluda la papabilità.
La dinamica del voto potrà far emergere sorprese e intese, soprattutto se si dovesse prolungare il conclave oltre i primi giorni. La capacità di mediazione e di convincere i colleghi rimarrà decisiva se nessuno dei favoriti dovesse prevalere in modo chiaro.
Durata e incognite del conclave 2025
Il tempo che servirà al collegio per eleggere il nuovo papa resta incerto. Gli ultimi due conclavi, nel 2005 e 2013, sono durati due giorni, con 4 e 5 scrutini rispettivamente. Se il processo si allontanasse dai ritmi abituali e dovesse aprirsi una pausa, sarebbero da attendersi tensioni e difficoltà di orientamento tra i cardinali.
Molta aspettativa e preoccupazione si concentrano proprio sulle modalità con cui il nuovo pontefice riuscirà a rispondere alle sfide aperte. Il clima di attesa si accompagna quindi a una percezione di delicatezza e responsabilità, che non facilita decisioni immediate. La fumata nera del primo scrutinio conferma questa fase di riflessione intensa nel cuore della Chiesa.