Choc in messico, l’influencer valeria marquez uccisa durante una diretta su tiktok nel suo salone di bellezza
La morte di Valeria Marquez, influencer messicana, durante una diretta su TikTok a Zapopan, evidenzia il grave problema del femminicidio e della violenza di genere in Messico.

La tragica uccisione in diretta streaming dell’influencer messicana Valeria Marquez, vittima di un femminicidio a Zapopan, evidenzia la grave emergenza di violenza di genere in Messico e le difficoltà delle autorità nel garantire giustizia. - Unita.tv
La tragica morte di Valeria Marquez, giovane influencer messicana, ha scosso il paese e attirato l’attenzione internazionale, specialmente attraverso i media italiani e statunitensi. Il delitto si è consumato mentre la ragazza faceva una diretta live su TikTok nel suo salone di bellezza a Zapopan. La scena, impressionante e drammatica, ha mostrato gli ultimi momenti di Valeria, di soli 23 anni, prima che un uomo armato entrasse con la scusa di consegnarle un pacco e sparasse contro di lei. Le indagini puntano a un femminicidio, un crimine legato alla discriminazione di genere, che mette in luce il grave problema della violenza contro le donne in Messico.
L’assassinio in diretta streaming: cosa è successo nel salone di Zapopan
Valeria Marquez stava riprendendo un video live dal suo salone di bellezza situato a Zapopan, città del Messico centrale. Durante la trasmissione, un uomo si è presentato con un pacco da consegnare. La ragazza, entusiasta, ha aperto la scatola ricevendo un pupazzetto a forma di maialino, un regalo che ha condiviso con i suoi follower con sorrisi e allegria. Quel momento però è stato l’ultimo della sua vita.
Improvvisamente, l’uomo si è rivelato aggressivo: è entrato nel salone armato e ha iniziato a sparare contro l’influencer. La telecamera catturava ancora tutto, riprendendo Valeria accasciata sulla sedia, inerme, con il sangue che si riversava sulla scrivania. La scena è filamta in diretta fino a quando un’altra persona, forse presente sul posto o un complice, ha preso il telefono e interrotto la trasmissione. In quel gesto però è stato messo in mostra il volto dell’uomo che ha fermato il video, un dettaglio che gli inquirenti considerano importante per identificare il killer. L’ufficio del procuratore di Zapopan ha confermato che l’assassino si sarebbe introdotto nel salone con la scusa della consegna, per poi sparare a Valeria più volte.
Numeri e contesto di una tragedia nazionale: l’allarme femminicidi in messico
La morte di Valeria Marquez si inserisce in un quadro più ampio di violenza di genere che affligge il Messico da anni. Il sospetto delle autorità è che si tratti di un femminicidio, un omicidio motivato dalla condizione di donna. Nel paese centroamericano, la violenza contro le donne ha assunto proporzioni gravi, con un numero crescente di casi ogni anno.
Secondo Amnesty International, nel 2020 circa un quarto degli omicidi di donne sono stati catalogati come femminicidi, con episodi segnalati in tutte le 32 regioni messicane. Solo nel 2024 si sono registrati 847 femminicidi, di cui 162 nei primi tre mesi dell’anno, una media di oltre due casi al giorno. Questi dati spiegano la preoccupazione crescente dei cittadini e delle associazioni per i diritti umani. Le autorità però faticano a rispondere in maniera adeguata a questa emergenza, e molti assassini restano impuniti. Ciò alimenta il clima di insicurezza e spinge molte vittime e testimoni a non denunciare per paura di ritorsioni o minacce.
Casi recenti di omicidi in diretta streaming come fenomeno inquietante
L’omicidio di Valeria non è un caso isolato. Pochi giorni prima, nello stato di Veracruz, una candidata sindaco di Taxistepec, Yesenia Lara Gutiérrez, è stata assassinata mentre teneva un comizio in diretta streaming. Anche lei è stata colpita da proiettili insieme a tre altre persone presenti all’evento. Questa modalità di aggressione in pubblica diretta si sta ripetendo con frequenza preoccupante in Messico, aggiungendo un elemento di spettacolarizzazione alla violenza.
La diffusione via social rende pubblici momenti estremi e drammatici che devastano le famiglie delle vittime e scuotono le comunità locali. L’uso delle dirette è diventato uno strumento che, se da un lato permette di amplificare messaggi e campagne, dall’altro espone le persone a rischi elevati quando la violenza irrompe improvvisa e brutale.
Le difficoltà nell’indagine e la risposta delle autorità ai femminicidi
Il Messico registra un numero altissimo di omicidi a discapito delle donne, ma spesso le indagini restano incomplete. Human Rights Watch Americas segnala che nel 2022 circa 4.000 donne sono state uccise nel paese, pari al 12% del totale degli omicidi. Tuttavia, solo il 67% dei casi porta a un procedimento giudiziario, una percentuale che lascia molti crimini senza colpevoli.
Le difficoltà maggiori riguardano l’incapacità degli organi investigativi di assicurare protezione a testimoni e vittime sopravvissute. Minacce e intimidazioni spingono molte persone a evitare di collaborare con la giustizia, rallentando o paralizzando indagini che potrebbero chiudersi con condanne. Lo stato messicano sta cercando di migliorare i meccanismi di tutela e indagine, ma finora resta un divario evidente tra le vittime e il sistema giudiziario.
La vicenda di Valeria Marquez riaccende i riflettori su una realtà difficile e dolorosa, rendendo evidente la necessità di interventi e controlli più rigidi per proteggere chi vive ogni giorno sotto la minaccia di violenza spietata. Questo caso viene seguito a livello internazionale, portando il dolore di una giovane vita spezzata fino all’Italia e oltre.