La vicenda di Chiara Balistreri si è fatta conoscere per le sue condizioni drammatiche, nate in giovane età e protrattesi per anni. Una ragazza che ha deciso di rompere il silenzio dopo aver subito aggressioni dall’ex fidanzato, Gabriel Costantin. Un racconto che tocca aspetti di cronaca e violenza domestica, coinvolgendo un percorso complicato di denuncia, latitanza e ritorno in carcere del responsabile.
Gli inizi della relazione e le prime violenze
Chiara Balistreri ha incontrato Gabriel Costantin quando aveva appena 14 anni. All’inizio la relazione sembrava tranquilla: “sembrava una persona sensibile, un ragazzo premuroso,” ha raccontato Chiara in diverse interviste. Ma a poco più di un anno dall’inizio della storia, i gesti di violenza sono diventati frequenti e duri. I primi segni di maltrattamenti fisici sono arrivati con ripetuti schiaffi e spintoni. Chiara ha ricordato di aver provato a lasciarlo, ma ogni volta Gabriel si mostrava pentito, convincendola a tornare sui propri passi.
La violenza che fa male anche dentro
Uno degli episodi più gravi è successo una sera in cui Gabriel, colto da rabbia, l’ha picchiata fino a romperle il naso, mentre lei era a terra. Chiara ha precisato che quella è stata la prima volta in cui ha avuto la forza di dire che era stato proprio lui a ferirla. Questa vicenda si è poi trasformata in una denuncia ufficiale, sostenuta anche tramite i social, dove la giovane ha voluto portare alla luce quanto vissuto, affidandosi alle leggi e alla visibilità pubblica per farsi ascoltare.
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La fuga di gabriel constantin e la sua cattura
Dopo la denuncia, Gabriel Costantin è stato arrestato, ma la sua detenzione è durata poco. È riuscito infatti a scappare, rifugiandosi in Romania, il paese d’origine. Sono passati oltre due anni e mezzo prima che le autorità riuscissero a rintracciarlo. La latitanza ha messo Chiara in una posizione di incertezza e tensione, dover vivere con la paura che potesse sparire senza lasciare alcuna traccia.
La cattura e il ritorno in carcere
Alla fine, le forze dell’ordine hanno eseguito la cattura e Gabriel è stato riportato in carcere. Per Chiara è stato un momento importante, rigoroso anche, perché ha dovuto affrontare la presenza dell’ex in aula durante il processo. Ha detto di aver cercato in tutti i modi di evitare di incrociare il suo sguardo, “confermando quanto il trauma fosse ancora presente e vivo.” Questo procedimento processuale rappresenta una tappa fondamentale nel cammino verso la giustizia nei suoi confronti.
Le minacce e la violenza anche dopo la separazione
La storia di violenza non si è fermata con la separazione e la denuncia. Durante la loro relazione Chiara ha subito atti di violenza fisica ripetuti: un episodio da segnalare è quando Gabriel l’ha colpita con un guinzaglio per cani, un’aggressione talmente forte che una vicina di casa ha chiamato le forze dell’ordine preoccupata per le urla e i segnali di pericolo.
Gabriel non si è fermato nemmeno dopo l’arresto e la fuga. Durante gli anni successivi alla latitanza, ha mandato messaggi minacciosi via social, cercando di intimidire Chiara. Questo comportamento è stato documentato durante le indagini e mostrato nelle udienze. Nonostante questo, Chiara tentava più volte di ricostruire una vita lontana da lui, ma quasi sempre finiva col tornare dopo le suppliche e le promesse di Gabriel di cambiare, che però rimanevano parole senza seguito.
La forza di parlare e denunciare
In tutti questi anni, Chiara ha lottato per consolidare la propria autonomia e sicurezza. Parlando pubblicamente della sua esperienza ha voluto testimoniare il ruolo cruciale della denuncia e della legge nei casi di violenza domestica, oltre a spiegare quanto la pressione psicologica e il timore spesso costringano le vittime a rimanere intrappolate in contesti di abuso. La sua storia, pur dolorosa, è arrivata a molti come un segnale forte sui rischi nascosti dietro relazioni tossiche che spesso iniziano in età molto giovane.