Caso pierina paganelli, richieste di scarcerazione e nuovi sviluppi al tribunale di rimini
Il caso di Pierina Paganelli continua a suscitare attenzione, con Louis Dassilva in carcere e nuove udienze che mettono in discussione la testimonianza di Manuela Bianchi e le prove raccolte.

Il caso della scomparsa e morte di Pierina Paganelli a Rimini vede Louis Dassilva, unico indagato, in carcere nonostante tre richieste di scarcerazione, mentre il processo si focalizza sulla testimonianza chiave di Manuela Bianchi e sulla premeditazione dell’omicidio. - Unita.tv
Il caso della scomparsa e morte di pierina paganelli, donna di 79 anni di rimini, resta al centro dell’attenzione giudiziaria e mediatica con nuove mosse difensive e ricorsi. Louis dassilva, unico indagato e in carcere da luglio 2024, vede i suoi legali presentare un’altra domanda di scarcerazione dopo due tentativi respinti. Le ultime udienze in tribunale mettono in luce dettagli cruciali sulle accuse e sulle indagini ancora in corso, coinvolgendo testimoni chiave e analisi dei movimenti dell’indagato.
Udienza al tribunale e la posizione del gip cantarini sulla custodia di louis dassilva
Il 2025 ha visto ripresentarsi in tribunale il caso di louis dassilva, senegalese accusato dell’omicidio di pierina paganelli. Il gip cantarini ha confermato la decisione di mantenere l’uomo in carcere, basandosi in particolare sulle dichiarazioni rese durante l’incidente probatorio da manuela bianchi, considerata una testimone attendibile e centrale nel processo.
Monica arcadio, inviata di “storie italiane” al tribunale di rimini, ha raccontato che la recente udienza è stata breve ma decisiva. Il gip non ha accolto la richiesta di scarcerazione presentata dalla difesa di dassilva, confidando sulla solidità delle prove raccolte grazie alle parole di bianchi. Questo episodio rappresenta il terzo ricorso del legale di louis che prova a ottenere la modifica della misura cautelare. I precedenti tentativi erano stati respinti e l’esito di questa nuova richiesta sarà atteso con interesse da tutte le parti.
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La difesa di dassilva contesta la credibilità di manuela bianchi, considerata invece affidabile da pm e forze dell’ordine. Proprio su questo nodo si gioca l’attuale dibattito processuale: smontare o confermare la testimonianza che ha portato all’arresto dell’indagato.
Le ragioni dietro l’accusa: moventi, premeditazione e dinamiche della sera del 3 ottobre 2023
Il pubblico ministero simone paci ha chiuso le indagini presentando un quadro chiaro sul possibile movente dell’omicidio di pierina paganelli. La donna avrebbe rappresentato un problema per louis dassilva a causa della sua conoscenza di una relazione extraconiugale tra lui e manuela bianchi.
Pierina aveva assunto un investigatore privato per raccogliere informazioni sulla relazione tra louis e manuela. Questa situazione avrebbe minacciato il matrimonio di louis con valeria e messo a rischio gli aspetti economici legati alla loro famiglia. Il pm sostiene che la premeditazione si protraesse fino alla sera del 3 ottobre 2023, quando dassilva avrebbe atteso pierina all’uscita di un incontro dei testimoni di geova, per poi intercettarla in un garage in via del ciclamino.
La posizione di dassilva appare complicata anche per il suo passato militare, che secondo i giudici del tribunale del riesame gli avrebbe conferito capacità di agire rapidamente e senza esitazioni. Inoltre, louis ha un’altra famiglia in senegal verso la quale invia denaro regolarmente, punto sollevato dagli inquirenti come possibile incentivo alla fuga, che giustificherebbe la decisione di non concedere la scarcerazione.
Dubbi e contraddizioni sulla testimonianza di manuela bianchi e il ruolo nella vicenda
Massimo lugli, criminologo noto per le sue analisi in casi di cronaca, ha espresso perplessità nel considerare la testimonianza di manuela bianchi come elemento fondamentale della vicenda. Secondo lugli, la figura di manuela resta ambigua e il dubbio permane sul suo reale ruolo nel caso.
Nel corso delle indagini si era puntato molto su alcune registrazioni video e prove foniche che avrebbero dovuto chiarire aspetti chiave, ma queste evidenze si sono rivelate poco solide o inutili ai fini della ricostruzione dei fatti. La sua collaborazione potrebbe essere mossa da varie motivazioni: dal desiderio di giustizia all’interesse personale.
I giudici, invece, mantengono ferme le loro valutazioni sostenendo che das silva ha agito con consapevolezza e che la testimonianza di bianchi regge ai controlli. Le analisi si concentrano anche sulle modalità con cui l’indagato avrebbe gestito la situazione la sera del delitto, dimostrando preparazione e rapidità.
L’evoluzione del procedimento e la posizione ufficiale degli inquirenti a rimini
Il caso paganelli continua a muoversi soprattutto sul terreno processuale; l’inchiesta si avvicina alla sua fase conclusiva con elementi che sembrano pesare sempre di più sull’indagato. Il pubblico ministero ha qualificato il gesto con l’aggravante della premeditazione, rendendo la posizione di dassilva più critica.
Le forze della polizia giudiziaria di rimini, insieme alla squadra mobile, confermano la solidità delle prove raccolte contro il senegalese. La continua opposizione della difesa si gioca anche sul tema dell’attendibilità del principale testimone, ma fino a oggi nessuno ha fornito alternative concrete.
I tribunali, dal gip al riesame, mostrano una linea netta nel mantenere dassilva in custodia cautelare. Dietro questa scelta pesa anche la possibilità di fuga vista la sua doppia appartenenza familiare a rimini e in senegal.
Il caso, seguito con attenzione mediatica sin dai primi momenti, rimane al centro di un acceso dibattito negli ambienti giudiziari e tra esperti. Ogni sviluppo, come questo terzo ricorso, condizionerà le future fasi del processo.