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Carta d’identità cartacea addio: se non la cambi entro il 3 agosto 2026 sei fuori legge

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Carta di identità
Stop ai documenti cartacei. Cosa si rischia?-unita.tv
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Dal 4 agosto 2026 la carta d’identità in formato cartaceo non sarà più valida: ecco cosa cambia, perché e come avviene la transizione alla versione elettronica.

In Italia 8 milioni di cittadini dovranno sostituire la vecchia carta d’identità cartacea con la versione elettronica entro il 3 agosto 2026. Dal giorno successivo, il documento tradizionale non sarà più legalmente valido secondo quanto stabilito dal Regolamento europeo 1157/2019, che impone l’adozione di sistemi di identificazione elettronica sicuri in tutti i Paesi membri. Si tratta di un passaggio tecnico e simbolico importante, che sancisce la fine di un’epoca amministrativainiziata quasi un secolo fa.

Il Ministero dell’Interno ha confermato che oltre 50 milioni di italiani hanno già ricevuto la Cie, con una media annuale di 8 milioni di nuovi rilasci. Il ritmo attuale fa ben sperare, ma i prossimi mesi saranno decisivi: i Comuni, soprattutto le grandi città come Roma e Milano, saranno chiamati a potenziare i servizi di rilascio e a ridurre le liste d’attesa per evitare rallentamenti. Il rischio, altrimenti, è che si arrivi troppo vicino alla scadenza con migliaia di cittadini ancora sprovvisti del documento aggiornato.

Dalla carta al policarbonato: la trasformazione di un documento storico

Introdotta con il Regio Decreto n. 773 del 1931, la carta d’identità è stata per decenni il simbolo dell’identificazione personale in Italia. Nata come documento cartaceo privo di elementi di sicurezza, la sua evoluzione è stata lenta ma continua. Il primo tentativo di modernizzazione risale al 1997, con la legge Bassanini, che lanciò il progetto della Carta d’identità elettronica.

Carta di identità
La carta di identità cartacea presto sarà non valida-unita.tv

Il debutto sperimentale della Cie avvenne nel 2001 in 83 Comuni, ma il sistema mostrò fin da subito limiti tecnologici: stampanti inadeguate, documenti che si rovinavano prima della scadenza, lungaggini amministrative. Per anni la convivenza tra vecchio e nuovo formato ha creato confusione e inefficienze, fino alla vera svolta: il 2015, quando la produzione venne centralizzata presso il Poligrafico e Zecca dello Stato, con l’introduzione della Cie 3.0.

Oggi la carta d’identità elettronica è una card in policarbonato formata da sette strati sovrapposti, che vengono fusi in un forno di termolaminazione e personalizzati con i dati anagrafici ricevuti in modo cifrato dai Comuni. All’interno è integrato un microchip contactless con funzioni avanzate di identificazione, che la rendono valida anche come passaporto nell’area Schengen.

Dove nasce la Cie e come funziona davvero il processo di produzione

Il cuore della produzione è l’Officina Carte Valori di Roma, all’interno del Poligrafico dello Stato, lungo la via Salaria. A guidare lo stabilimento è Matteo Cerasoli, responsabile di un impianto in cui lavorano 569 persone divise in 15 reparti. Ogni Cie viene progettata, stampata e personalizzata nello stesso luogo, seguendo protocolli di sicurezza avanzata contro falsificazioni e furti di identità.

Tutto parte dalla grafica del documento, studiata per essere antifotocopia e antimanomissione, fino alla sovrapposizione dei fogli di policarbonato che costituiscono la base del documento. I dati personali – nome, data di nascita, foto – arrivano tramite una connessione cifrata dalle anagrafi comunali. A ogni carta viene associata una chiave di accessostampata direttamente sul documento, necessaria per leggere le informazioni contenute nel chip.

Il risultato è una tessera sicura e durevole, garantita per dieci anni, in grado di svolgere funzioni di identificazione digitale, firma elettronica e persino accesso ai servizi pubblici online. Una piccola rivoluzione che, da documento fisico, trasforma la Cie in un strumento digitale centrale nella vita del cittadino.

Per chi ancora non ha effettuato la conversione, è consigliabile prenotare con anticipo presso il proprio Comune di residenza. Il rischio non riguarda solo la scadenza formale: dal 4 agosto 2026, la vecchia carta non sarà più accettata come documento valido nemmeno per viaggiare, accedere ai servizi sanitari o rinnovare pratiche burocratiche. Un cambiamento che coinvolgerà milioni di persone e che richiederà, da parte delle amministrazioni locali, un ultimo sforzo organizzativo per chiudere definitivamente un capitolo lungo quasi cento anni.

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