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Bradley wiggins racconta la sua lotta con la cocaina e le difficoltà personali dopo il successo sportivo

Bradley Wiggins rivela la sua dipendenza dalla cocaina nel libro autobiografico, svelando le sfide personali dietro il successo sportivo e il supporto di Lance Armstrong durante la sua crisi.

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Bradley Wiggins, primo britannico vincitore del Tour de France, rivela nella sua autobiografia la lunga dipendenza dalla cocaina che ha segnato la sua vita privata, mettendo in luce le difficoltà nascoste dietro il successo sportivo e il supporto di Lance Armstrong nella sua crisi. - Unita.tv

Bradley Wiggins, primo britannico a vincere il Tour de France nel 2012, ha fatto una rivelazione inaspettata. Nel suo libro autobiografico, pubblicato in anteprima da The Observer, confessa di aver vissuto per anni dipendente dalla cocaina. La sua vicenda, fatta di gloria e cadute, apre uno sguardo diretto sulle sfide umane dietro il volto pubblico di un atleta che ha segnato la storia del ciclismo.

La dipendenza nascosta di bradley wiggins: un problema oltre il successo

Wiggins racconta senza mezzi termini di aver vissuto per molti anni come un “tossicodipendente funzionale”. Dice di essersi fatto “montagne di cocaina”, e che la maggior parte del tempo era sotto l’effetto della droga. Queste confessioni sorprendono, considerando la sua immagine di campione e modello sportivo. Per molto tempo, il pubblico ha conosciuto un atleta vincente ma ignorava quanto fosse complicata la sua vita privata.

L’ex corridore fa emergere anche il dramma personale. Racconta che c’erano “momenti in cui mio figlio pensava che il mattino seguente mi avrebbe trovato morto”. Questa testimonianza mostra la gravità della dipendenza e come abbia influenzato la famiglia. Bradley Wiggins spiega che proprio la preoccupazione dei figli lo ha spinto a chiedere aiuto e affrontare il problema. Per questo, dopo anni di abuso, ha capito “che dovevo fermarmi”, sottolineando di essere fortunato a essere ancora vivo.

Vita privata e lotta interiore dietro il volto del campione

L’autobiografia di Wiggins non offre giustificazioni. Lo sportivo ammette di essere stato “vittima delle mie stesse scelte” e di aver vissuto un “dolore autoinflitto”. Il suo racconto si concentra anche sulle conseguenze del suo comportamento, che ha ferito le persone vicine a lui. Questa sincerità rende ancora più intensa la contraddizione tra la sua vita pubblica e quella privata.

Il ciclismo ha visto in Wiggins un atleta di alto livello, con quattro ori olimpici e sette mondiali su pista, oltre ai titoli olimpici e mondiali a cronometro su strada. Il trionfo al Tour de France 2012 lo ha consacrato, ma dietro questa immagine si nascondeva un disagio profondo. La sua storia mette in luce come la pressione e il successo possano convivere con momenti drammatici che restano spesso nascosti.

Il ruolo di lance armstrong nel sostegno a bradley wiggins durante la crisi

Nelle pagine dell’autobiografia emerge un altro elemento: il supporto di Lance Armstrong. L’ex campione americano si è impegnato per aiutare Wiggins, anche se per un certo periodo è stato difficile rintracciarlo. Armstrong, che aveva vissuto a sua volta episodi molto difficili, è rimasto in contatto soprattutto con il figlio di Wiggins quando il britannico era irraggiungibile, spesso lontano senza dare notizie.

Wiggins ricorda come potessero passare giorni senza che si facesse vivo con amici e famiglia. Questo isolamento, combinato all’uso di droga, ha lasciato uno strascico pesante nella sua vita. La presenza di Armstrong ha rappresentato una rete di appoggio importante, forse l’unica ancora capace di provare a salvare una situazione complessa e delicata. Il racconto di oggi mostra un uomo disarmato davanti alle sue fragilità, che solo grazie a questo aiuto esterno ha cominciato a ricostruire se stesso.

Wiggins adesso riesce a parlare di quel periodo con chiarezza, ma confessa che allora aveva bisogno di nascondersi e negare, vivendo come in una menzogna. La sua autobiografia si presenta come un documento diretto, senza alcun filtro, di una battaglia personale combattuta lontano dai riflettori delle gare. Questo tipo di racconto affianca la cronaca sportiva a una storia umana che coinvolge dolore, lotta e, forse, la speranza di un riscatto.