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Bollette più salate in arrivo? Cosa ha deciso il Governo sull’energia senza dirlo chiaramente

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Concessioni rinnovate fino al 2050: l'inganno che farà lievitare la tua bolletta - Unita.tv
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Il Governo ha prorogato le concessioni ai distributori elettrici fino al 2050. Arera segnala che il costo dell’operazione potrebbe ricadere sulle famiglie attraverso gli oneri di sistema.

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una misura che potrebbe avere un impatto rilevante sulle tasche degli italiani: la proroga automatica delle concessioni per i distributori di energia elettrica. Il provvedimento prevede che le società attualmente incaricate del trasporto dell’elettricità potranno continuare a operare per altri vent’anni dopo il 2030, senza passare per una nuova gara pubblica. All’apparenza si tratta di un’operazione amministrativa, ma secondo l’Arera – l’autorità indipendente che vigila sul settore – questa scelta potrebbe tradursi in un aumento dei cosiddetti costi nascosti nelle bollette.

L’intervento statale non sarà gratuito per le aziende: le concessionarie dovranno versare un corrispettivo economico per mantenere il diritto esclusivo di gestire la rete. Il rischio, secondo Arera, è che tale importo venga poi trasferito sulle spalle dei consumatori attraverso gli oneri di sistema, che già oggi rappresentano una quota significativa del totale in bolletta.

Cosa fanno davvero i distributori elettrici

Nel dibattito sull’energia, spesso si fa confusione tra venditori e distributori. I primi sono le aziende che emettono le bollette e si occupano della fornitura diretta al cliente finale. I secondi, invece, sono le società che si occupano del trasporto fisico dell’energia, gestendo i cavi, i contatori e l’infrastruttura che collega il produttore alla casa dell’utente. In Italia, l’80% del mercato della distribuzione è in mano a Enel, ex monopolista pubblico, oggi società per azioni.

Fino al 2006, le concessioni venivano assegnate direttamente. Con la legge Bersani, si stabilì che dal 2030 in poi l’assegnazione sarebbe avvenuta tramite gara pubblica, per favorire la concorrenza. Ora però il Governo ha scelto di annullare quella gara prima ancora che avvenga, prorogando gli attuali contratti per altri vent’anni.

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Concessioni rinnovate fino al 2050: l’inganno che farà lievitare la tua bolletta – Unita.tv

Questa scelta cambia molto per lo Stato, ma anche per i cittadini. Infatti, lo schema attuale, che premia i gestori storici, blocca l’ingresso di nuovi operatori. In cambio della proroga, lo Stato incasserà un pagamento – il cosiddetto onere di rinnovo – da parte delle aziende. Questo costo, però, non è neutrale: anche se a carico dei distributori, potrebbe finire dentro la bolletta.

Cosa teme Arera e perché potrebbero aumentare le bollette

Stefano Besseghini, presidente di Arera, ha rilasciato una dichiarazione netta al quotidiano La Repubblica. Secondo l’Autorità, introdurre questo onere rischia di minare l’equilibrio del sistema tariffario, che dovrebbe invece basarsi sui costi reali ed efficienti del servizio. In pratica, Arera avvisa che l’intera operazione potrebbe tradursi in aumenti mascherati per gli utenti finali, con i distributori che riverserebbero il nuovo balzello sui venditori e questi ultimi sui cittadini.

Nelle bollette italiane esistono già diverse voci opache, tra cui gli oneri generali di sistema. Circa il 20% dell’importo complessivo non è legato al consumo diretto, ma include voci fisse, tasse, costi per le rinnovabili, sussidi e altri meccanismi regolatori. È all’interno di questa porzione che potrebbe essere inserito anche il costo della proroga delle concessioni.

Sedici associazioni di consumatori, tra cui Altroconsumo, Codacons e Federconsumatori, hanno chiesto pubblicamente al Governo di non procedere con l’aumento degli oneri, sostenendo la posizione di Arera. Ma finora l’Esecutivo non ha fatto marcia indietro.

Le ragioni politiche e tecniche dietro la proroga sono complesse. Da un lato, la gestione della rete è diventata più complicata con la diffusione delle energie rinnovabili, spesso prodotte da piccolissimi operatori locali. Dall’altro, le turbolenze internazionali sul gas hanno dimostrato quanto sia fragile l’autonomia energetica. In questo contesto, mantenere un sistema centralizzato come quello di Enel potrebbe apparire come una garanzia di stabilità.

Ma questo equilibrio, avverte Arera, non può essere pagato dai cittadini, soprattutto senza trasparenza. Le prossime settimane diranno se la questione resterà confinata ai tecnici oppure se arriverà in Parlamento come tema politico vero.

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