Bambino di 14 mesi morto dopo cure omeopatiche a casamarella, genitori denunciati per negligenza
La morte di un bambino di 14 mesi a Casamarella, causata da cure omeopatiche inadeguate, solleva interrogativi sulla responsabilità genitoriale e sull’efficacia delle terapie alternative nella medicina pediatrica.

Un bambino di 14 mesi di Casamarella è morto dopo che i genitori hanno scelto cure omeopatiche esclusive, scatenando un’inchiesta e una condanna per negligenza, con un acceso dibattito sui limiti e i rischi dell’omeopatia nei casi gravi. - Unita.tv
La tragedia di un bambino di 14 mesi deceduto dopo essere stato curato solo con rimedi omeopatici ha scosso la comunità di casamarella, in provincia di lecce. La decisione dei genitori di affidarsi esclusivamente a medicine alternative ha portato a un’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto anche il medico che ha seguito il piccolo. Il caso ha acceso il dibattito sulla sicurezza e i limiti delle cure omeopatiche, specie quando si tratta di pazienti fragili come i bambini.
Il caso del bambino di casamarella e la scelta dei genitori
Nel giugno del 2023, un bambino di 14 mesi residente a casamarella, frazione di Uggiano la Chiesa, ha perso la vita a causa di una polmonite interstiziale, presumibilmente di origine virale. I genitori, un uomo di 52 anni e una donna di 42, hanno deciso di non rivolgersi a un pediatra e di trattare la malattia esclusivamente con rimedi omeopatici prescritti da un oculista locale. Nonostante la febbre persistente e il peggioramento delle condizioni del bambino, la terapia non è stata modificata né è stato cercato un intervento medico convenzionale.
Il bimbo è morto per arresto cardiocircolatorio, conseguenza diretta della polmonite non curata adeguatamente. Questo decesso ha scatenato un’inchiesta, durante la quale i genitori sono stati accusati di negligenza gravissima, imprudenza e imperizia. I magistrati hanno messo sotto la lente la responsabilità nell’aver rifiutato le cure convenzionali a favore di un trattamento omeopatico, inadatto per una patologia così grave.
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Sviluppo dell’indagine e la condanna dei genitori
L’inchiesta durata due anni ha portato a una sentenza che ha stabilito la responsabilità dei genitori nel lutto. La decisione del tribunale ha condannato entrambi a due anni di reclusione, seguito da un patteggiamento. Questa condanna ha segnato un precedente nel riconoscere fino a che punto spetti ai genitori garantire cure mediche adeguate ai figli, soprattutto in presenza di malattie serie.
Il caso ha acceso polemiche sulla libera scelta delle cure da parte dei genitori, mettendo in discussione i confini della libertà quando rischia di mettere a repentaglio la vita dei minori. Giuristi ed esperti sottolineano che la scelta terapeutica non può ignorare il diritto alla salute garantito ai bambini, che devono ricevere cure riconosciute e validate dalla comunità scientifica.
Ruolo dell’oculista e le implicazioni professionali
Il medico che ha assistito il bambino aveva prescritto esclusivamente farmaci omeopatici senza consigliare ai genitori di contattare un pediatra o un altro specialista. Per questo motivo, l’oculista è stato rinviato a giudizio per mancata osservanza delle norme mediche e standard di buona pratica clinica.
Il procedimento ha messo in evidenza il problema della formazione e delle competenze dei professionisti sanitari che prescrivono terapie alternative. Si è discusso della necessità di monitorare più attentamente gli operatori che si affidano a pratiche non supportate da evidenze in ambito medico, per evitare ulteriori casi simili nel futuro.
Omeopatia in italia: limiti ed effetti nei casi di malattie gravi
L’omeopatia si basa sul principio che sostanze che causano sintomi simili a quelli della malattia possano stimolare la guarigione, ma questa teoria non ha trovato riscontro in studi scientifici solidi. In particolare, nelle infezioni virali o batteriche gravi come le polmoniti, l’omeopatia non può sostituire le terapie mediche tradizionali né garantire la guarigione.
In Italia, nonostante la diffusione di questa pratica, le autorità sanitarie raccomandano che l’omeopatia sia un complemento e mai un’alternativa alla medicina convenzionale. I recenti episodi tragici dovuti all’uso esclusivo di rimedi omeopatici hanno rinforzato la richiesta di maggiore informazione e regolamentazione per tutelare soprattutto i soggetti più vulnerabili, come i bambini.
Altri episodi simili che hanno segnato il dibattito pubblico
Non è la prima volta che la cronaca riporta casi di decessi legati a trattamenti omeopatici inadeguati. Nel 2023 un bambino di 7 anni è morto dopo che una otite curata con rimedi alternativi si è trasformata in un’encefalite. Il medico coinvolto in quel caso è stato condannato dalla corte di cassazione per aver ignorato le linee guida mediche standard.
Situazioni come queste hanno provocato una crescente attenzione pubblica sulla necessità di garantire diagnosi e terapie certificate, soprattutto quando ci sono in gioco la vita di minorenni. È emerso il bisogno di un approccio sanitario capace di coniugare in modo sicuro terapie alternative e cure mediche comprovate, senza mettere a rischio la salute.
Reazioni delle istituzioni e delle associazioni mediche
Le istituzioni sanitarie e le organizzazioni di medici si sono espresse con toni severi rispetto a questi fatti, puntando a valorizzare l’importanza di un percorso sanitario basato su evidenze scientifiche. Viene sottolineata la necessità di collaborazione tra famiglia e specialisti per garantire interventi tempestivi e appropriati.
Le famiglie colpite hanno richiesto attenzione e sensibilizzazione sui pericoli del ricorso esclusivo a medicine non convenzionali. Sperano che i casi vengano studiati per evitare altri lutti e per diffondere una cultura sanitaria più consapevole e informata nei confronti dell’omeopatia.
Aspetti storici e normativi dell’omeopatia in italia
L’omeopatia ha una tradizione lunga, ma la comunità scientifica resta critica perché la mancanza di prove certe ne limita l’affidabilità come terapia. In Italia resta riconosciuta come pratica alternativa, ma i medici che la praticano devono rispettare l’obbligo di evidenza e non sostituire trattamenti medici-standard.
Le linee guida italiane invitano a usare l’omeopatia solo come integrazione, mai come cura esclusiva. Il rispetto di queste regole è fondamentale per evitare negligenze con conseguenze gravi, specie nel trattamento di patologie acute e per i soggetti più fragili come i bambini.
Critiche e dubbi sull’efficacia e sicurezza dell’omeopatia
L’assenza di dati scientifici concreti sulla capacità dell’omeopatia di curare malattie serie alimenta le critiche. Molti esperti la giudicano come un placebo, che può generare ritardi nel ricorso a terapie efficaci.
L’assenza di regolamentazioni rigide favorisce talvolta pratiche non corrette o non adeguatamente supervisionate. Questo crea rischi per i pazienti, soprattutto quando i medici propongono cure alternative senza indirizzare i malati verso le terapie più appropriate. La vicenda di casamarella riporta al centro queste problematiche e spinge a un controllo più attento su chi esercita la professione medica.