La crescente diffusione degli smartphone tra i ragazzi ha scatenato un dibattito acceso in Emilia Romagna, dove un convegno atteso a Bologna nelle prossime settimane mette a confronto esperti, insegnanti, genitori e adolescenti stessi. L’associazione tra l’uso intensivo dei dispositivi mobili e l’incremento vertiginoso dei ricoveri in neuropsichiatria infantile, saliti del 183% in poco più di un decennio, solleva questioni serie sulla regolamentazione tecnologica nelle scuole e sull’accesso precoce all’intelligenza artificiale . Intanto, colossi come Google aprono le porte dell’IA a minori di 13 anni, alimentando tensioni tra chi chiede limiti più netti e chi spinge invece sulla diffusione della tecnologia.
Il rapporto tra uso dello smartphone e salute mentale dei giovani in emilia romagna
Negli ultimi tredici anni, la regione Emilia Romagna ha registrato un’impennata preoccupante dei ricoveri in strutture di neuropsichiatria per l’infanzia, con un aumento che sfiora il 183%. Questa crescita ha spinto gli esperti a indicare nello smartphone la causa principale. Nel corso del convegno che si terrà a Bologna, psicologi, pedagogisti e insegnanti analizzeranno come l’uso intensivo dei dispositivi elettronici incida sull’ansia, la depressione, e disturbi dell’identità nei ragazzi. Diversi docenti segnalano un aumento di problemi di attenzione e difficoltà di apprendimento nelle classi, oltre a una crescente tendenza all’isolamento sociale, spesso accompagnato da timori di instaurare relazioni vere con coetanei.
Correlazioni e conseguenze comportamentali
Non a caso, l’utilizzo dello smartphone in modo precoce e eccessivo correla ad alterazioni comportamentali complesse, dalla violenza verbale o fisica a disturbi alimentari legati a una percezione distorta del proprio corpo. Il dispositivo diviene spesso l’unico contatto esterno per tanti adolescenti, coinvolti in una ‘bolla’ solitaria. Questo isolamento favorisce una fragilità emotiva che, unita a contenuti spesso violenti o poco adatti, alimenta malessere e disagio psicologico. Anche se lo smartphone non può essere illustrato come colpevole esclusivo, la sua influenza è notevole e ha spinto diverse realtà scolastiche a chiedere al governo una legge che limiti l’uso dei telefonini nelle scuole e soprattutto sotto una certa età.
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La controversia sull’accesso anticipato all’intelligenza artificiale nei bambini e adolescenti
Nonostante la crescente preoccupazione per i danni da smartphone a scuola, alcune grandi aziende tecnologiche spingono per abbassare l’età per l’accesso all’intelligenza artificiale. Google, ad esempio, attraverso il lancio di Gemini, permetterà ai bambini sotto i 13 anni di utilizzare l’IA per svolgere ricerche, ottenere aiuti nei compiti e creare storie, purché con un account supervisionato tramite Family Link dai genitori o tutori. L’azienda ha sottolineato che non aggiornerà i propri modelli AI con dati generati dai minori, impegnandosi a filtro i contenuti per evitare rischi.
Limiti e potenzialità dell’IA educativa
Tuttavia, rimane un interrogativo fondamentale: come possono i sistemi basati su inferenze statistiche davvero aiutare i ragazzi senza sostituirsi al loro sforzo cognitivo? I programmi di IA elaborano grandi quantità di dati per individuare schemi, ma mancano di capacità di astrazione, emozioni, senso morale o creatività, elementi essenziali nel percorso educativo e nello sviluppo personale. La reale intelligenza umana non si limita a elaborazioni funzionali ma comprende un complesso intreccio di emozioni, relazioni e valori, che nessun algoritmo può replicare.
Il ruolo imprescindibile dell’educazione umana nel contesto della tecnologia digitale
L’educazione, specie negli anni dell’adolescenza, deve puntare alla crescita completa della persona, includendo lo sviluppo intellettuale, culturale e affettivo. La relazione tra insegnanti e studenti, protagonista nella formazione, non può essere sostituita dall’intelligenza artificiale, per quanto evoluta. Il sostegno umano contribuisce a far emergere fiducia, comprensione, dignità reciproca e motivazione. Il confronto diretto tra pari e con i docenti alimenta anche la scoperta e lo sviluppo di competenze sociali che l’IA non garantisce.
Questa interazione si traduce in un apprendimento più ricco e coinvolgente, lontano dalla semplice trasmissione di nozioni. L’educazione dovrebbe inoltre offrire strumenti per sviluppare un giudizio critico e una libertà responsabile anche nell’uso dei nuovi media e dell’IA. Ecco perché è fondamentale insegnare ai giovani la capacità di riconoscere e gestire i rischi legati alla disinformazione, alle false notizie e a contenuti potenzialmente dannosi, tutti fenomeni che si moltiplicano col digitale.
Rischi sociali e psicologici dell’uso incontrollato di smartphone e intelligenza artificiale
L’esposizione precoce e smodata a smartphone e intelligenza artificiale può provocare gravi conseguenze. Non sono rare le situazioni in cui adolescenti finiscono vittime di bullismo virtuale, manipolazioni d’immagine e distorsione della propria identità. Questi fattori esasperano il senso di isolamento e aumentano il disagio psicologico. Le problematiche di ansia, depressione e disturbi alimentari descritte da medici e operatori psichiatrici collegano direttamente molte di queste patologie alla continua pressione tecnologica sino a portare a ricoveri.
Le intelligenze artificiali, nonostante i tentativi di regolamentazione, possono indirizzare i ragazzi verso contenuti rischiosi o generare informazioni false. Organizzazioni come Common Sense Media evidenziano come i chatbot AI possano stimolare comportamenti dannosi o peggiorare problemi di salute mentale. Inoltre, la manipolazione di dati e messaggi è diventata un fattore di preoccupazione non solo in ambito educativo ma anche su più vasta scala.
La pressione tecnologica e i suoi effetti
La manipolazione di dati e messaggi è diventata un fattore di preoccupazione non solo in ambito educativo ma anche su più vasta scala.
Responsabilità educative e genitoriali nella nuova era digitale
Oltre agli istituti scolastici, anche i genitori vengono chiamati a un ruolo cruciale nella supervisione dell’uso di dispositivi e IA da parte dei minori. Google ha introdotto sistemi di controllo ma il semplice permesso all’uso non basta. Ciò che conta è la qualità del rapporto tra adolescenti e adulti, fondato su dialogo continuo e attenzione condivisa. La tecnologia rischia di creare una bolla in cui i ragazzi vivono immersi in un mondo virtuale lontano dalla realtà, senza punti di riferimento autentici.
Questo scenario conferma l’urgenza di un approccio educativo che accompagni i giovani a sviluppare senso critico, capacità di discernimento e consapevolezza dei limiti e dei rischi degli strumenti digitali. Solo così l’intelligenza artificiale può diventare un aiuto e non un ostacolo nello sviluppo umano, proteggendo la dignità e la salute mentale di chi la utilizza.