I dati Inail per il primo trimestre 2025 mostrano un incremento degli infortuni mortali sul lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questo aumento spinge il governo a proporre una serie di interventi finanziati per migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare attenzione a prevenzione e formazione. Il quadro che emerge evidenzia anche le criticità nell’erogazione dei fondi e la necessità di un rafforzamento degli strumenti di controllo.
L’analisi degli incidenti sul lavoro nei primi mesi del 2025
Nei primi tre mesi del 2025, l’Inail ha registrato 210 infortuni mortali sul lavoro, un aumento rispetto ai 191 casi del primo trimestre 2024. Di questi 210 decessi, 59 sono avvenuti durante il tragitto casa-lavoro, definiti “in itinere”, e 5 coinvolgono studenti. Nel 2024, gli infortuni in itinere erano 39 mentre quelli che interessavano gli studenti erano solo 2. Questi numeri mostrano un peggioramento non solo nel complesso degli incidenti mortali, ma anche nelle categorie più vulnerabili come i giovani in ambiente scolastico.
Per quanto riguarda le denunce complessive di infortunio, nel primo trimestre 2025 sono state 142.259. La cifra segna un lieve calo rispetto alle 145.130 segnalazioni nello stesso periodo del 2024. Tra queste, 20.102 casi di infortunio si sono verificati in itinere e 25.213 hanno coinvolto studenti, numeri in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente. Questi dati indicano che, pur con una riduzione nei casi complessivi, le conseguenze più gravi dagli incidenti appaiono crescere.
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Aumento delle malattie professionali
Le denunce di malattia professionale sono aumentate di quasi 1.800 casi rispetto ai primi tre mesi del 2024, arrivando a 24.419. I disturbi più segnalati riguardano il sistema osteo-muscolare e il tessuto connettivo, seguiti da patologie a carico del sistema nervoso e dell’orecchio, tumori e problemi respiratori. Questo conferma la presenza di rischi legati a molteplici condizioni lavorative, spesso sottovalutate.
Le nuove proposte del governo per salute e sicurezza sul lavoro
In risposta a questo quadro, la premier Meloni ha presentato un pacchetto di misure volte a potenziare la prevenzione e a sostenere le imprese che investono nella sicurezza. L’incontro è avvenuto con le sigle sindacali e le organizzazioni datoriali. Le proposte si finanziano con 650 milioni di euro provenienti dal bilancio Inail, che si aggiungono agli incentivi previsti dal bando Isi, attivato lo scorso aprile con 600 milioni rivolti in particolare alle piccole e medie imprese.
Tra le misure principali c’è il rafforzamento del sistema “bonus malus”, un meccanismo pensato per premiare le aziende virtuose che rispettano le norme e investono in sicurezza. Inail può rinunciare fino a 300 milioni l’anno di incassi provenienti dai premi assicurativi, una cifra superiore alle richieste attuali che si aggirano intorno ai 150 milioni.
Il bando Isi finanzia a fondo perduto la sostituzione di macchinari obsoleti o l’acquisto di attrezzature agricole con tecnologie che riducono emissioni, rumore e rischi per la salute. Tra il 2010 e oggi, ai bandi sono stati destinati 4,5 miliardi, ma sono stati erogati circa 1,8 miliardi, poco più del 40% della cifra stanziata. Il ritardo nelle erogazioni è dovuto anche alla carenza di personale Inail e alla riluttanza di alcune imprese a interagire con l’ente, considerato soprattutto un organismo di controllo.
Sostegno alle vittime e formazione mirata per migliorare la sicurezza
Il governo ha previsto anche una maggiore protezione per i familiari delle vittime di incidenti sul lavoro, con borse di studio per i figli fino a 26 anni di età. Si conferma, inoltre, la tutela Inail per oltre un milione di studenti, docenti e personale scolastico contro gli infortuni nelle scuole di ogni ordine e grado.
Per rafforzare la cultura della sicurezza, si punta a estendere la formazione nelle scuole, inserendo ore aggiuntive dedicate alla prevenzione nei percorsi Pcto e negli stage. Dal 2016 Inail ha stanziato 44 milioni annui per formazione, informazione e ricerca, ma ne sono stati spesi soltanto 10 milioni circa.
Si auspica un allargamento della formazione certificata anche per lavoratori non obbligati per legge e la valorizzazione dei rappresentanti per la sicurezza, con un coinvolgimento più ampio di fondi interprofessionali. Particolare attenzione viene riservata agli imprenditori stranieri, che oggi gestiscono circa 700.000 imprese in Italia e spesso mostrano lacune nei temi della prevenzione.
Controlli più severi e nuove regole per appalti e subappalti nel settore edile
Il governo ha mantenuto le sanzioni penali e amministrative per il lavoro irregolare. La patente a crediti, introdotta in edilizia a partire dal 1° ottobre 2024, ha già superato quota 430.000 rilasci, un sistema che nei prossimi anni potrebbe estendersi ad altri settori produttivi.
Si punta a controlli più efficaci nella catena degli appalti, superando la logica del massimo ribasso che spesso favorisce imprese incapaci di svolgere direttamente i lavori. Sul subappalto si richiede il ricorso ad aziende specializzate, dotate di personale e attrezzature adeguate. Spesso invece subappaltatori “fantasma” dividono i lavori senza rispettare formazione obbligatoria e regole di prevenzione, impiegando lavoratori irregolari, molti stranieri costretti a lavorare in nero.
Queste dinamiche compromettono la sicurezza e rappresentano una criticità nel sistema produttivo italiano. Il governo segnala la necessità di una riorganizzazione degli appalti e di una stretta sui controlli.
Tecnologie e intelligenza artificiale per la sicurezza
Nei luoghi di lavoro si affianca al lavoro tradizionale un progressivo ingresso di nuove tecnologie come esoscheletri, dispositivi indossabili intelligenti, occhiali digitali, smartwatch che monitorano parametri vitali e di attività fisica.
Questi strumenti offrono possibilità importanti per la tutela della salute e della sicurezza, ma non compensano le criticità relative ai ritmi di lavoro. Tempi stretti e pressione produttiva spingono spesso i lavoratori a saltare fasi importanti delle procedure di sicurezza, come utilizzare imbragature o dispositivi di protezione individuale, per concludere prima i compiti.
L’attenzione serve a ricordare che la sicurezza non può essere sacrificata per la velocità, ma deve diventare parte integrante delle attività lavorative. Solo un approccio consapevole e responsabile può garantire la tutela della vita nelle aziende.
Le sfide per un’effettiva svolta nella sicurezza sul lavoro
Non bastano misure tampone per evitare incidenti. Serve una cultura diffusa della prevenzione e formazione di qualità, un rafforzamento delle ispezioni e una riduzione della burocrazia che rallenta assunzioni e la gestione degli interventi.
L’incremento del personale ispettivo, il monitoraggio basato su dati incrociati e sistemi di intelligenza artificiale sono strumenti necessari per contrastare il lavoro irregolare e garantire il rispetto delle regole.
Inail deve poter contare su risorse umane adeguate per accelerare i finanziamenti e accompagnare le imprese. La nuova strategia nazionale che il governo intende definire in materia di salute e sicurezza sul lavoro si giocherà su questi elementi.
Le misure annunciate aprono un confronto con le parti sociali e richiedono attenzione nel prossimo futuro per tradurre promesse e stanziamenti in fatti concreti. Il settore resta sotto osservazione per raggiungere risultati tangibili.