Home Aumento degli eventi sismici ai campi flegrei tra il 12 e il 18 maggio 2025: bollettino osservatorio vesuviano

Aumento degli eventi sismici ai campi flegrei tra il 12 e il 18 maggio 2025: bollettino osservatorio vesuviano

Aumento significativo delle scosse sismiche nei Campi Flegrei tra il 12 e il 18 maggio 2025, con preoccupazioni per la popolazione e l’ambiente a causa del bradisismo e delle emissioni di CO2.

Aumento_degli_eventi_sismici_a

A maggio 2025 nei Campi Flegrei si è registrato un forte aumento di scosse e movimenti del suolo, con intensità in crescita e emissioni di gas ancora pericolose, causando allarmi e sfollamenti nella popolazione. - Unita.tv

Nell’ultima settimana di maggio 2025 si è registrato un significativo aumento delle scosse di terremoto nell’area dei Campi Flegrei. Il bollettino pubblicato dall’osservatorio vesuviano mostra numeri in crescita sia per quanto riguarda la quantità sia l’intensità degli eventi. Il periodo preso in esame va dal 12 al 18 maggio e conferma un quadro di agitazione sismica più marcata rispetto alla settimana precedente. I dati sugli sciami e i movimenti del suolo, chiamati bradisismo, hanno alimentato preoccupazioni tra gli abitanti e tra gli esperti, destando particolare attenzione sulle possibili evoluzioni di questo fenomeno vulcanico.

Incremento delle scosse e intensità raggiunta nei giorni della settimana

Durante i sette giorni monitorati, il numero di scosse è più che triplicato rispetto alla settimana precedente: da 46 a 151 terremoti. Questo aumento si è accompagnato a un innalzamento della magnitudo. Il 13 maggio è stata avvertita un’impressionante scossa di magnitudo 4.4, fra le più forti registrate negli ultimi mesi. Il valore è pari a quello del maggio 2024 e solo leggermente inferiore a quella di magnitudo 4.6 del marzo scorso. Quella stessa giornata ha fatto registrare uno sciame sismico lungo e intenso, con 61 eventi totali fra cui la scossa più rilevante. Il giorno successivo si è verificato un altro sciame di 31 scosse, la più significativa di magnitudo 3.5, che ha tenuto desta la preoccupazione della popolazione.

Fase di agitazione pronunciata nella caldera flegrea

La natura ripetuta e ravvicinata degli eventi indica una fase di agitazione pronunciata all’interno della caldera flegrea. Le scosse di questa entità, anche se non catastrofiche, sono percepite in modo netto nelle aree circostanti e fanno emergere dubbi sulle conseguenze a medio termine per i residenti e le infrastrutture. L’osservatorio ha seguito con attenzione questi eventi, pubblicando costantemente gli aggiornamenti per offrire una fotografia chiara della situazione.

La situazione del bradisismo e i movimenti del suolo nella zona rossa

Il fenomeno del bradisismo – che consiste in un lento sollevamento del terreno dovuto a movimenti magmatici sotterranei – ha mostrato variazioni importanti nelle ultime settimane. Attualmente, la media di sollevamento si attesta su 1,5 centimetri al mese, un calo rispetto ai picchi di febbraio e marzo quando si erano toccati i 3 centimetri mensili. La differenza è visibile anche nel Rione Terra, zona particolarmente monitorata, dove il sollevamento totale arriva a 27,5 centimetri, leggermente superiore all’ultimo rilevamento ma inferiore ai livelli di qualche mese fa.

Dal 2005, anno di inizio della crisi attuale, il suolo si è sollevato complessivamente di 145,5 centimetri nell’area flegrea; prendendo in esame il periodo dal 2011 a oggi, il sollevamento raggiunge comunque i 141,5 centimetri. Questi dati indicano movimenti continui e consistenti, in linea con le tensioni geologiche rilevate anche dagli sciami sismici. A margine del bradisismo, alcune abitazioni sono state dichiarate inagibili e i residenti sfollati, una situazione che pesa sulle comunità locali e sui servizi.

Dati geochimici e pericoli delle emissioni di anidride carbonica

Le analisi geochimiche svolte nell’area indicano una leggera riduzione delle emissioni di anidride carbonica, con una temperatura dei gas intorno ai 97 gradi, superiore a quella rilevata nelle fumarole. Nonostante questa diminuzione, il direttore dell’osservatorio vesuviano, Mauro Di Vito, ha sottolineato in audizione alla camera che “i dati complessivi mostrano un aumento dell’intensità della dinamica vulcanica negli ultimi due anni.”

L’emissione di CO2 rimane infatti un elemento di rischio concreto. Nella zona di Pisciarelli-Solfatara vengono rilasciate circa 5mila tonnellate di anidride carbonica giornalmente, con emissioni che interessano anche l’area marina circostante. Questi gas possono formare accumuli pericolosi perché, essendo più pesanti dell’aria, tendono a stratificarsi in depressioni o luoghi chiusi, aumentando così il rischio per chi vive o lavora nelle vicinanze.

Rischio per la popolazione e ambiente

Le emissioni di gas e la loro stratificazione possono creare condizioni pericolose non solo per la salute umana ma anche per la sicurezza degli ambienti circostanti, in particolare nelle zone più chiuse o con scarsa ventilazione.

Le valutazioni degli esperti e l’impatto sociale, le reazioni delle istituzioni

L’osservatorio vesuviano ha rafforzato l’allerta a causa dell’escalation sismica e del sollevamento del suolo, definendo imprevedibile l’evoluzione di questa fase di attività. Mauro Di Vito ha ribadito che “la caldera resta molto attiva e che la sismicità continuerà nei prossimi mesi.” La profondità relativamente superficiale delle scosse, con picchi fino a 4.6 di magnitudo, amplifica l’effetto percepito sui territori abitati.

L’aumento delle emissioni e dei movimenti ha avuto ricadute immediate sulla popolazione, con lo sgombero di alcune abitazioni ritenute a rischio. Le autorità locali hanno dovuto sospendere l’assegnazione di alloggi alternativi, lasciando molti sfollati in attesa di provvedimenti definitivi. Le istituzioni monitorano la situazione e cercano di gestire l’emergenza, ma tra gli abitanti cresce la tensione per un futuro incerto.

Sorveglianza costante e aggiornamenti per il pubblico

Il quadro attuale richiede una sorveglianza costante e un aggiornamento chiaro delle informazioni al pubblico. La geologia dell’area e la complessità dei fenomeni in atto rendono difficile prevedere sviluppi precisi, ma i dati raccolti indicano una fase decisamente movimentata e delicata per i Campi Flegrei.