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Arianna Rapaccioni racconta il dolore per la morte di Sinisa Mihajlovic e l’impatto sui social

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La perdita di Sinisa Mihajlovic nel 2022 ha segnato profondamente chi gli stava vicino. Arianna Rapaccioni, vedova dell’ex calciatore e allenatore, ha scelto la trasmissione Storie di donne al bivio per aprirsi sul suo dolore e sulle reazioni che ha avuto dopo quel lutto. Tra confessioni intime e ricordi del marito, emerge il peso della malattia e la difficoltà nel vivere il vuoto lasciato da un uomo che aveva costruito una famiglia numerosa accanto a lei.

L’incontro con sinisa mihajlovic: un amore nato al gianicolo

Arianna Rapaccioni ripercorre l’inizio della sua storia con Sinisa Mihajlovic partendo da un episodio semplice ma significativo: “Conobbi Sinisa in un ristorante romano al Gianicolo”, racconta. Fu un colpo di fulmine che cambiò le loro vite, tanto che poco dopo lui le chiese di andare a vivere insieme. Lei pose una condizione precisa: “solo da sposata”. Dopo circa un anno arrivò il matrimonio, suggellando una relazione intensa.

Il desiderio condiviso era quello di avere una famiglia numerosa ed è proprio così che è stato. Arianna parla dei loro cinque figli: Virginia , Viktorija , Miroslav , Dusan e Nicholas . Oggi è anche nonna di due nipoti e riconosce quanto affetto riceve dai figli come sostegno fondamentale nella gestione del dolore.

La scoperta della leucemia: dall’allarme alla speranza

Nel 2019 arrivò la diagnosi che sconvolse tutti. Durante una vacanza in Sardegna, Sinisa avvertì un forte dolore notturno; subito si sottopose a vari accertamenti medici fino a quando emerse quella terribile malattia aggressiva chiamata leucemia. Arianna ricorda con chiarezza quel momento drammatico ma anche lo spirito combattivo con cui affrontarono insieme questa prova difficile.

“Facemmo un patto,” dice lei, “affrontiamo tutto insieme e vinceremo questo brutto male”. Nei mesi successivi vissero momenti faticosi tra terapie pesanti ed esami continui ma mantennero sempre viva la speranza grazie ai sorrisi cercati da Sinisa nei giorni migliori delle cure.

I momenti più duri tra recidive e addii silenziosi

Nonostante le speranze iniziali qualcosa cambiò con la recidiva della malattia. L’angoscia tornò prepotente nelle vite della famiglia Mihajlovic-Rapaccioni; Sinisa chiese spesso ad Arianna se ce l’avrebbe fatta ancora questa volta, mostrando insicurezze nascoste dietro quell’atteggiamento coraggioso che aveva sempre mostrato pubblicamente.

Lei rispondeva sempre affermativamente senza mai mostrare lacrime davanti a lui perché sapeva quanto fosse importante non farlo soffrire ulteriormente osservandola fragile o triste troppo apertamente. In quei mesi finali fecero persino un viaggio doloroso da Bologna a Roma dove lui espresse solo poche parole cariche però d’amore: “Mi dispiace non vedere crescere i miei figli”.

L’ultima volontà di sinisa mihajlovic

Quella frase rappresentava tutta la consapevolezza del destino ormai segnato, poi tornarono in ospedale dove trascorse gli ultimi giorni accanto alla moglie. Prima di andarsene definitivamente pronunciò quelle parole affidandole ciò che più contava: “Arianna ricordati che ti amo, ora ci sarai tu come guida per i nostri figli”.

Il ruolo dei social network nell’elaborazione del lutto

Dopo quel periodo drammatico Arianna ammette candidamente come abbia reagito in modo insolito rispetto alle aspettative comuni sul lutto. Confessa infatti: “Ho usato i social troppo fingendo una felicità inesistente”. Quel primo anno seguente alla morte fu caratterizzato dalla necessità continua di cercare conferme attraverso post frequenti sui canali digitali.

Pubblicare immagini o messaggi felici serviva quasi come scudo contro il dolore reale, permettendole almeno temporaneamente, di fronte agli altri, di apparire serena mentre dentro era invece travolta dal vuoto lasciato dal marito.

Solo col passare del tempo capì davvero cosa avrebbe voluto Sinisa per lei: andare avanti senza trattenersi troppo nel passato ma guardando ai figli e all’affetto intorno come motivazioni forti per continuare.

Questo racconto mette in luce uno spaccato umano intenso su come si possa affrontare diversamente quel tipo d’immensa sofferenza privata anche attraverso strumenti moderni nati appunto proprio per condividere emozioni quotidiane.

Le parole pronunciate da Arianna rapiscono perché descrivono senza filtri né orpelli quella lotta interiore tra bisogno d’apparire forte agli occhi degli altri ed essere fragili davanti alla realtà più cruda vissuta ogni giorno dopo aver perso chi amavi davvero.

Written by
Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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