Aliquota agevolata del 5% per gli straordinari agli infermieri: chi ne può beneficiare davvero nel 2025
L’Agenzia delle Entrate chiarisce che l’aliquota ridotta del 5% sugli straordinari è riservata solo agli infermieri con contratto sanitario, escludendo il personale universitario e altri contratti.

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che l’aliquota ridotta del 5% sugli straordinari spetta solo agli infermieri con contratto del sistema sanitario nazionale, escludendo il personale universitario anche se svolge attività assistenziali. - Unita.tv
L’aliquota ridotta del 5% sugli straordinari pagati agli infermieri è un tema che continua a far discutere. L’Agenzia delle Entrate ha recentemente chiarito quali lavoratori rientrano in questa agevolazione fiscale, specificando anche chi invece ne è escluso. La questione riguarda soprattutto il personale universitario che svolge attività sanitaria e mette in evidenza la differenza tra contratti collettivi nazionali di lavoro diversi. Scopriamo come funziona questo beneficio e a chi viene realmente applicato, nel contesto del sistema sanitario italiano.
Agevolazioni fiscali per gli straordinari degli infermieri: cosa dice la circolare dell’agenzia delle entrate
Il 20 maggio 2025 l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la circolare numero 139, che fa chiarezza sull’esenzione fiscale per le ore di straordinario degli infermieri. Questa aliquota agevolata del 5% si applica solo a chi è inquadrato nell’articolo 47 del Contratto collettivo nazionale di lavoro del settore sanitario. In pratica, solo gli infermieri e il personale subordinato di enti e aziende riconosciuti all’interno del sistema sanitario nazionale possono godere di questo vantaggio.
Le agevolazioni coprono non solo l’Irpef, ma coinvolgono anche le addizionali regionali e comunali. L’esenzione si riferisce alle retribuzioni erogate negli anni 2019, 2020 e 2021. L’ente fiscale ha spiegato che solo i dipendenti con contratti collettivi del sistema sanitario usufruiscono dell’aliquota ridotta. La norma vuole incentivare il personale sanitario, impegnato soprattutto in contesti dove i turni straordinari sono frequenti e richiesti.
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Chiarimenti sul personale universitario
Questa circolare nasce da una segnalazione di una struttura sanitaria che impiegava personale universitario nelle attività di assistenza sanitaria. Il quesito era proprio se anche questi professionisti potessero usufruire dell’agevolazione fiscale. L’Agenzia ha risposto invitando ad attenersi strettamente alle disposizioni del CCNL «sanità», e non estendendo il beneficio al personale che ha contratti diversi, anche se svolge attività assistenziale.
Chi è escluso dall’aliquota agevolata del 5% sugli straordinari?
L’Agenzia ha escluso dall’applicazione dell’aliquota agevolata chi non rientra nel contratto collettivo nazionale del lavoro per la sanità. In particolare, viene precisato che il personale universitario operante nelle strutture sanitarie, come docenti o ricercatori che svolgano mansioni di carattere assistenziale, non può ottenere il beneficio. Questo perché hanno contratti specifici previsti dal CCNL università, differente da quello sanitario.
Anche se questi lavoratori si trovano a prestare lavoro sanitario, ciò non modifica la natura giuridica del loro inquadramento contrattuale. Pertanto, il sistema fiscale non riconosce a loro la stessa aliquota ridotta del 5% prevista solo per i dipendenti del sistema sanitario nazionale, ai sensi dell’articolo 47 del CCNL.
Gli enti e le aziende pubbliche che erogano servizi sanitari e sono accreditati nel Servizio sanitario nazionale, invece, garantiscono questa agevolazione ai propri infermieri. In questo caso il riconoscimento è automatico, in virtù dell’inquadramento stabilito dal contratto collettivo di riferimento.
La mancata estensione di questa aliquota al personale universitario ha suscitato dubbi, ma l’Agenzia ha confermato che la retribuzione agevolata è legata esclusivamente alla tipologia contrattuale e non all’attività svolta.
Chi resta escluso in sintesi
- personale universitario con contratto CCNL università anche se svolge attività sanitaria
- lavoratori con contratti diversi dal CCNL sanità
- personale non inquadrato nel sistema sanitario nazionale
Importanza delle distinzioni tra contratti collettivi e impatti sui lavoratori del settore sanitario
La differenza tra il contratto sanitario e quello universitario incide sulla possibilità di ricevere l’agevolazione fiscale quando si tratta di straordinari. Questo dettaglio crea situazioni in cui lavoratori che operano nello stesso ambiente, come ospedali o enti sanitari, possono essere trattati diversamente. In effetti, un infermiere assunto con contratto sanitario godrà dell’aliquota ridotta al 5% sugli straordinari, mentre un docente universitario—anche se coinvolto in attività assistenziali—no.
Questa distinzione ha riflessi economici concreti su buste paga e tassazione. Gli infermieri possono vedere una riduzione dell’imposta, rendendo più remunerativo il lavoro straordinario richiesto nei periodi critici. I docenti o ricercatori universitari in attività sanitarie devono invece sostenere l’aliquota ordinaria.
Il ruolo dei contratti collettivi
All’interno del sistema sanitario nazionale, i contratti collettivi rappresentano il fulcro per regolare diritti e doveri, così come benefici e sgravi fiscali. La precisione con cui l’Agenzia delle Entrate ha interpretato la normativa ha fermato tentativi di estendere agevolazioni oltre i limiti previsti.
È un punto che sottolinea come l’appartenenza contrattuale e non solo l’attività lavorativa determini i vantaggi economici legati agli straordinari.
Riflessi pratici per il personale sanitario e critiche emerse nel dibattito pubblico
La conferma che solo gli infermieri e gli operatori con contratto sanitario rientrano nell’agevolazione al 5% ha aperto a qualche critica, in particolare per la posizione dei lavoratori universitari coinvolti nelle attività assistenziali. Questi ultimi continuano a pagare aliquote più alte senza poter usufruire degli sgravi, nonostante la natura della loro attività.
In alcune realtà sanitarie, personale didattico e ricercatori partecipano a mansioni di cura e supporto clinico. Il mancato allineamento tra contratto e attività ha spinto alcune strutture a chiedere chiarimenti all’Agenzia, come avvenuto nel caso che ha dato origine alla circolare. Lo stesso spesso crea difficoltà anche nella gestione amministrativa e nelle comunicazioni sul trattamento economico.
Riconoscimento economico e limiti
Per il personale sanitario subordinato, questa agevolazione rappresenta un riconoscimento economico che valorizza i sacrifici dimostrati soprattutto nei periodi di crisi sanitaria. Per chi invece lavora nel settore pubblico, ma con altri tipi di contratti, le possibilità rimangono più limitate.
L’Agenzia ha scelto di mantenere rigore nell’applicazione normativa, evitando estensioni che potrebbero complicare la gestione fiscale e creare disparità non omogenee sulle retribuzioni da straordinario. La questione resta attuale, in attesa di eventuali interventi legislativi o modifiche contrattuali.
L’attenzione ora si sposta sulla definizione chiara delle categorie di lavoratori, perché l’orizzonte delle risorse fiscali è limitato. Nelle aziende sanitarie italiane, il riconoscimento dell’aliquota al 5% rimane un punto di riferimento per infermieri e personale direttamente assunto con contratto del sistema sanitario nazionale.