Affluenza bassa e risultati incerti per referendum e amministrative tra maggio e giugno 2025
La tornata elettorale del 2025 si svolgerà tra il 25 maggio e il 9 giugno, con elezioni comunali e referendum su lavoro e cittadinanza, in un contesto di bassa affluenza prevista.

Le elezioni del 2025 vedono il centrodestra in vantaggio nelle amministrative, mentre i referendum su lavoro e cittadinanza rischiano di non raggiungere il quorum a causa di una bassa affluenza. - Unita.tv
La tornata elettorale del 2025 si avvicina e coinvolge cittadini impegnati sia nelle elezioni comunali che nei referendum nazionali. Le prime votazioni sono fissate per domenica 25 maggio, mentre l’ultima chiamata al voto è prevista per il 9 giugno, con la possibile sovrapposizione dei ballottaggi nelle città più grandi. Le previsioni sorgono in un clima di silenzio elettorale imminente, con dati sui sondaggi che mostrano conferme e sorprese sia nei partiti politici che nei quesiti referendari, in particolare riguardanti temi delicati come lavoro e cittadinanza.
Il calendario elettorale tra amministrative e referendum: date e scenari chiave
I momenti cruciali di questa tornata elettorale si estendono su due settimane: il 25 maggio parte il voto per le elezioni comunali che interessano numerosi comuni di varie dimensioni in tutta Italia. La conclusione arriva con il voto referendario del 9 giugno, in un contesto reso complesso da possibili ballottaggi in città con più di 15.000 abitanti. Questi ballottaggi potrebbero svolgersi insieme ai referendum, creando una doppia chiamata alle urne.
Il silenzio elettorale, che inizierà pochi giorni prima del voto, bloccherà la pubblicazione di nuove proiezioni e sondaggi, congelando le aspettative e le strategie dei candidati. Il momento di stop alle comunicazioni di campagna rappresenta una linea di demarcazione essenziale, che invita a considerare gli ultimi sondaggi prima del silenzio come i dati definitivi per misurare lo stato dell’opinione pubblica.
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Sul fronte politico, la superficie di analisi non riguarda solo le intenzioni di voto per i partiti, ormai note e stabili da settimane, ma in primo piano ci sono soprattutto i referendum, la cui riuscita appare sempre più incerta soprattutto per via dell’affluenza.
Analisi dei sondaggi politici tra i principali partiti in vista delle amministrative 2025
Secondo la media dei dati raccolti tra il 12 e il 19 maggio da istituti come Demos, Eumetra, Noto, Swg e Tecnè e pubblicata da YouTrend, la coalizione di centrodestra guidata da Fratelli d’Italia si conferma in testa con consensi larghi rispetto a Pd e Movimento 5 Stelle. Il partito di destra raggiunge circa il 25-27% delle preferenze, registrando un trend stabile.
Il Pd appare in crisi con una flessione verso il 20,5%, mentre il Movimento 5 Stelle si aggira intorno al 12%. L’area di centrosinistra appare divisa, con liste civiche e altre forze minori che non riescono a consolidare un’alternativa credibile al centrodestra. Azione e +Europa, unite nella lista Avs, sembrano mantenere un sostegno contenuto attorno al 6%, quasi il doppio rispetto a quanto emerge per il partito di Carlo Calenda.
Questo scenario restituisce un panorama di competizione non troppo aperta nelle amministrative, con un centrodestra forte nei numeri e gli avversari frammentati. Il dato assume un rilievo particolare nelle grandi città dove i ballottaggi potrebbero assumere una valenza decisiva.
I referendum del 2025: temi, quesiti e la sfida del quorum
Quest’anno i referendum in programma sono cinque, concentrati su argomenti particolarmente sensibili. Quattro riguardano ambiti legati al lavoro, affrontando licenziamenti, modifiche nei contratti, indennità e sicurezza sul lavoro. Il quinto quesito verte invece sul diritto di cittadinanza, una materia che genera da sempre dibattiti intensi.
La novità più rilevante riguarda l’affluenza stimata, che fa pensare a un insuccesso. Gli ultimi rilevamenti indicano infatti una partecipazione sotto il 40%, ben lontana dal quorum richiesto che supera il 50%. Ipsos, Demopolis ed Eumetra segnalano una media intorno al 35%, Swg e Noto rilevano percentuali ancora inferiori, rispettivamente 34 e 33%.
Questa tendenza rende incerta la validità dei referendum, in un contesto in cui solo una parte limitata degli elettori si dichiara informata sui quesiti da votare. Diverse indagini mettono in evidenza che meno della metà dei cittadini conosce con precisione i contenuti, alimentando la possibilità che l’affluenza reale sia anche inferiore alle dichiarazioni formali raccolte nei sondaggi.
Criticità sull’affluenza e percezione pubblica dei referendum 2025
Gli esperti commentano il rischio concreto di un fallimento per il raggiungimento del quorum. Eugenio Mannheimer, noto analista di comunicazione politica, indica un clima di disaffezione che pesa soprattutto sulle consultazioni referendarie. “L’affluenza stimata intorno al 35% traduce un distacco tra la società civile e questioni percepite come complesse o troppo tecniche.”
La consapevolezza limitata sui temi, unita alla scarsa copertura mediatica degli ultimi giorni di campagna referendaria — amplificata dal silenzio elettorale — contribuisce a lasciare molti elettori disorientati. Ci si aspetta che gli appuntamenti amministrativi, specie i ballottaggi, possano richiamare più cittadini alle urne, ma la probabilità è che una parte sostanziale vada a votare solo per questi.
L’elemento della cittadinanza rimane il punto più delicato, data la sua natura sociale e politica. Il lavoro, pur ricco di implicazioni per molte fasce di popolazione, non suscita un interesse altrettanto ampio, almeno in termini di partecipazione. Il risultato rischia quindi di lasciare i referendum sospesi in una zona grigia, con possibili conseguenze sul futuro delle riforme proposte.
Il percorso elettorale del 2025 si annuncia quindi segnato da una certa tensione tra nuove conferme politiche e una sfida difficile per i referendum. La scarsa affluenza appare il nodo principale da affrontare per dare validità a queste consultazioni, mentre nel centrodestra si mantiene una posizione solida in vista delle amministrative. Saranno giorni decisivi per capire quanto gli italiani vorranno partecipare attivamente alle scelte democratiche che lo attendono.